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Legislazione previdenziale applicabile: il caso aereo

La Corte di Cassazione ha stabilito che la ‘crew room’ di una compagnia aerea straniera in Italia costituisce una ‘succursale’. Di conseguenza, la legislazione previdenziale applicabile al personale di volo ivi basato è quella italiana, a meno che non siano coperti da validi certificati E101. L’ordinanza chiarisce il valore vincolante di tali certificati e la necessità di una loro contestazione tramite procedure comunitarie specifiche.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Legislazione previdenziale applicabile: la Cassazione e il caso della ‘crew room’ aerea

Determinare quale sia la legislazione previdenziale applicabile ai lavoratori che operano in un contesto internazionale è una questione complessa e di grande rilevanza. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ha affrontato il caso del personale di volo di una compagnia aerea straniera basato in Italia, chiarendo quando i contributi debbano essere versati all’ente previdenziale nazionale. La decisione si concentra su due punti cardine: il valore dei certificati E101 e la definizione di ‘succursale’.

I Fatti di Causa

Una nota compagnia aerea straniera si opponeva a una serie di verbali di accertamento emessi dall’Ente Previdenziale nazionale. L’Ente contestava il mancato versamento dei contributi per piloti e assistenti di volo che, pur essendo dipendenti della compagnia estera, erano stabilmente basati presso un aeroporto italiano. Il periodo oggetto di contestazione andava da settembre 2007 a dicembre 2009.

La Decisione della Corte d’Appello

In secondo grado, la Corte d’Appello aveva dato ragione alla compagnia aerea. I giudici avevano ritenuto che per una parte dei lavoratori, la produzione dei certificati E101 attestanti il pagamento dei contributi nello Stato di origine della compagnia fosse sufficiente a escludere l’obbligo contributivo in Italia. Per i lavoratori non coperti da tali certificati, la Corte aveva stabilito che la struttura utilizzata in aeroporto, una cosiddetta ‘crew room’ (un locale attrezzato per le attività pre e post-volo), non potesse essere qualificata come ‘succursale’ o ‘rappresentanza permanente’. Di conseguenza, secondo i giudici d’appello, non sussistevano i presupposti per applicare la legge previdenziale italiana.

Il Ricorso in Cassazione e la legislazione previdenziale applicabile

L’Ente Previdenziale ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando quattro motivi di ricorso. In sintesi, l’Ente ha contestato la decisione sia per quanto riguarda il valore probatorio attribuito ai certificati E101 (prodotti in modo disordinato), sia, soprattutto, per l’errata interpretazione del concetto di ‘succursale’. Secondo l’Ente, la ‘crew room’, data la sua funzione e la sua stabilità, integrava a tutti gli effetti una sede permanente, rendendo così obbligatoria l’applicazione della legislazione previdenziale italiana per i lavoratori non coperti da certificazione comunitaria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso dell’Ente, cassando la sentenza d’appello e fornendo un’analisi dettagliata delle questioni giuridiche.

La Gestione dei Certificati E101

La Corte ha ribadito un principio consolidato a livello europeo: i certificati E101 sono vincolanti per le istituzioni degli altri Stati membri. Essi creano una presunzione di regolarità contributiva nello Stato di emissione. Un giudice nazionale non può semplicemente ignorarli. Se un’istituzione previdenziale (come l’ente italiano) nutre dubbi sulla loro validità (ad esempio, perché ottenuti in modo fraudolento), deve attivare una specifica procedura di dialogo e riesame con l’autorità estera che li ha emessi. Solo in caso di mancata risposta o inerzia di quest’ultima, il giudice può procedere a disapplicarli. Nel caso di specie, l’Ente non aveva provato di aver attivato tale procedura. Tuttavia, la Corte ha specificato che il ‘disordine’ nella produzione documentale non esime il giudice di merito dal compiere un accertamento completo per verificare quali lavoratori e quali periodi fossero effettivamente coperti da certificazione.

La ‘Crew Room’ è una Succursale

Il punto cruciale della decisione riguarda i lavoratori non coperti dai certificati E101. La Cassazione, allineandosi a una recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE) relativa a un caso analogo, ha affermato in modo netto che una ‘crew room’ costituisce a tutti gli effetti una ‘succursale’ o ‘rappresentanza permanente’. Il fatto che sia un locale stabile, attrezzato e utilizzato dal personale per organizzare il lavoro e interfacciarsi con la sede centrale, è sufficiente a integrare la nozione di sede secondaria. Questa qualificazione giuridica è decisiva, perché fa scattare l’applicazione della legislazione previdenziale dello Stato in cui la succursale si trova, ovvero l’Italia.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, rinviando la causa alla Corte d’Appello per un nuovo esame. Il giudice del rinvio dovrà:
1. Accertare puntualmente quali lavoratori e per quali periodi erano coperti dai certificati E101, escludendoli dall’obbligo contributivo italiano.
2. Per tutti gli altri lavoratori, riconoscere che la ‘crew room’ costituisce una succursale e, di conseguenza, assoggettarli alla legislazione previdenziale italiana, determinando l’ammontare dei contributi e delle sanzioni dovute.

Questa ordinanza rappresenta un importante punto fermo per tutte le aziende straniere, specialmente nel settore dei trasporti, che operano con basi stabili in Italia. La presenza di una struttura organizzata sul territorio, anche se non formalmente registrata come filiale, può essere sufficiente per radicare l’obbligo di versare i contributi previdenziali nel nostro Paese.

Un certificato E101 rilasciato da un altro Stato UE può essere ignorato dal giudice italiano?
No. Il certificato E101 è vincolante e crea una presunzione di regolarità contributiva nello Stato che lo ha emesso. Può essere disapplicato solo se l’ente previdenziale italiano ha attivato, senza successo, la procedura di riesame presso l’istituzione estera competente per contestarne la validità.

Una ‘crew room’ di una compagnia aerea straniera in un aeroporto italiano è considerata una ‘succursale’?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, sulla scia della giurisprudenza della Corte di Giustizia UE, una ‘crew room’ attrezzata per le attività propedeutiche e successive al volo e per l’interazione con la sede centrale costituisce una succursale o rappresentanza permanente.

Quale legislazione previdenziale si applica ai piloti e assistenti di volo di una compagnia straniera che operano da una base in Italia?
Si applica la legislazione previdenziale italiana se la compagnia ha in Italia una ‘succursale’ (come una ‘crew room’) e i lavoratori non sono coperti da un valido certificato E101 che attesti il pagamento dei contributi in un altro Stato membro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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