LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Lavoro straordinario PA: autorizzazione implicita basta

Un dipendente pubblico ha citato in giudizio la propria amministrazione per il mancato pagamento di ore di lavoro straordinario. L’amministrazione si è difesa sostenendo la mancanza di una formale autorizzazione preventiva. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, stabilendo che per il diritto al compenso per il lavoro straordinario è sufficiente un’autorizzazione implicita, desumibile da ordini di servizio o turnazioni che rendano necessarie le prestazioni extra. Il lavoro svolto con la consapevolezza del datore di lavoro deve essere retribuito.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavoro Straordinario nella PA: Sì al Pagamento Anche con Autorizzazione Implicita

Il tema del compenso per il lavoro straordinario nel pubblico impiego è spesso fonte di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali, stabilendo che il diritto alla retribuzione sussiste anche in assenza di un’autorizzazione formale e preventiva, qualora il datore di lavoro abbia implicitamente acconsentito alla prestazione. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Pagamento

Un dipendente di una Regione, addetto alla Sala Operativa del Dipartimento Protezione Civile, ha richiesto il pagamento di oltre 8.600 euro per ore di lavoro straordinario svolte tra il 2011 e il 2013. L’amministrazione regionale si opponeva, sostenendo che per tali prestazioni mancasse la necessaria autorizzazione preventiva, un requisito fondamentale nel pubblico impiego per garantire il controllo della spesa.

La Decisione dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte di Appello hanno dato ragione al lavoratore. I giudici di merito hanno ritenuto che, sebbene mancasse un’autorizzazione formale, l’amministrazione stessa avesse successivamente riconosciuto il debito attraverso un decreto dirigenziale relativo ai ‘debiti fuori bilancio’. Questo atto, secondo la Corte territoriale, era sufficiente a ‘sanare’ la mancanza iniziale, soprattutto perché il debito era stato riconosciuto come necessario per far fronte a situazioni emergenziali e al funzionamento ordinario del servizio.

Le Motivazioni della Cassazione: Il Valore del lavoro straordinario con Autorizzazione Implicita

La Corte di Cassazione, pur dichiarando inammissibile il ricorso della Regione, ha centrato il proprio ragionamento su un principio ancora più solido: quello dell’autorizzazione implicita. I giudici hanno sottolineato che la Corte di Appello aveva correttamente accertato la sussistenza di tale autorizzazione basandosi su elementi concreti.

Le disposizioni di servizio relative alle turnazioni delle squadre, operanti H24, e i provvedimenti di designazione del dipendente a tali turni, sono stati considerati veri e propri ‘ordini di servizio’. La documentazione prodotta, incluse le timbrature, confermava che il lavoratore aveva effettivamente svolto turni di 12 ore, eccedenti l’orario ordinario. Di conseguenza, il lavoro straordinario non era stato svolto all’insaputa o contro la volontà del datore di lavoro (insciente vel prohibente domino), ma con il suo consenso implicito e fattuale.

La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale, ancorato all’art. 36 della Costituzione (diritto a una retribuzione proporzionata) e all’art. 2126 del codice civile (prestazione di fatto con violazione di legge): quando una prestazione lavorativa è stata eseguita, deve essere retribuita. La mancanza di un atto formale di autorizzazione, pur rilevante sul piano della regolarità amministrativa e della responsabilità dirigenziale, non può tradursi in un pregiudizio per il lavoratore che ha adempiuto alle direttive ricevute.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato e di grande importanza pratica. Un’amministrazione pubblica non può beneficiare di una prestazione di lavoro straordinario, resa necessaria da esigenze di servizio e disposta attraverso ordini e turnazioni, per poi negarne il pagamento appellandosi a un vizio formale. L’autorizzazione implicita, dimostrabile attraverso la documentazione relativa all’organizzazione del lavoro, è un elemento sufficiente a fondare il diritto del dipendente alla retribuzione. La decisione sposta l’eventuale responsabilità per la mancata programmazione della spesa sui dirigenti preposti, salvaguardando il diritto costituzionale del lavoratore a vedere compensato il proprio lavoro.

È necessario avere un’autorizzazione scritta e preventiva per farsi pagare il lavoro straordinario nella Pubblica Amministrazione?
No, secondo la Corte non è sempre indispensabile. Sebbene la regola generale la preveda, il diritto al compenso sorge anche in presenza di un’autorizzazione implicita, cioè quando il lavoro extra è stato svolto su richiesta o con il consenso desumibile dai comportamenti del datore di lavoro (es. turni di servizio prestabiliti).

Cosa si intende per ‘autorizzazione implicita’ al lavoro straordinario?
Si intende il consenso del datore di lavoro che non deriva da un documento formale, ma da atti concreti come l’inserimento del dipendente in turni di lavoro che superano l’orario ordinario o l’emissione di ordini di servizio che rendono di fatto necessaria la prestazione straordinaria. Il lavoro non deve essere svolto all’insaputa o contro la volontà del dirigente.

Un decreto che riconosce un debito ‘fuori bilancio’ può sanare la mancanza di autorizzazione al lavoro straordinario?
Sì, nel caso specifico la Corte d’Appello lo ha ritenuto un elemento idoneo a sanare la mancanza di autorizzazione preventiva. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha posto l’accento sul principio più generale dell’autorizzazione implicita, che fonda il diritto al compenso a prescindere da atti di sanatoria successivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati