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Lavoro straordinario: la prova dell’autorizzazione

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in caso di richiesta di pagamento per lavoro straordinario svolto in giorni festivi, spetta al dipendente l’onere di provare l’esistenza di una specifica e preventiva autorizzazione da parte del datore di lavoro. Un ordine di servizio generico che organizza i turni non è sufficiente a dimostrare tale autorizzazione, specialmente se lo stesso ordine rinvia a future e specifiche approvazioni per le festività. La sentenza chiarisce un punto cruciale sull’onere della prova nel pubblico impiego.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavoro Straordinario nei Festivi: a Chi Spetta la Prova dell’Autorizzazione?

Il pagamento del lavoro straordinario, specialmente quello prestato durante i giorni festivi nel settore del pubblico impiego, è un tema spesso oggetto di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’onere di dimostrare la specifica autorizzazione a svolgere tali prestazioni ricade interamente sul lavoratore. Analizziamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti di Causa: La Richiesta del Dipendente del Museo

Un dipendente a tempo indeterminato, impiegato come Addetto ai Servizi di Vigilanza presso un importante museo statale, si era rivolto al Tribunale per ottenere il pagamento delle differenze retributive relative a ore di lavoro straordinario e giornate festive. Il lavoratore sosteneva che un ordine di servizio del 2014 aveva di fatto esteso il suo orario di lavoro giornaliero da 5 ore e 50 minuti a 8 ore, generando così un monte ore di straordinario.

Inizialmente, il Tribunale aveva accolto la sua domanda, condannando l’Amministrazione al pagamento. Tuttavia, la Corte d’Appello ha parzialmente riformato la sentenza, stabilendo che per le ore di lavoro prestate nei giorni festivi, il dipendente non aveva fornito la prova cruciale: una preventiva e specifica autorizzazione da parte del datore di lavoro.

Il Ricorso in Cassazione e l’Onere della Prova

Gli eredi del lavoratore hanno quindi presentato ricorso in Cassazione, basandosi su diversi motivi. Sostenevano, in sintesi, che l’Amministrazione non avesse contestato tempestivamente la mancanza di autorizzazione per i festivi in primo grado e che l’ordine di servizio generale che istituiva i turni dovesse essere interpretato come un’autorizzazione implicita anche per il lavoro domenicale e festivo.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Gli Ermellini hanno chiarito diversi punti fondamentali. In primo luogo, hanno stabilito che la contestazione dell’Amministrazione in primo grado, pur essendo generale sulla mancata autorizzazione dello straordinario, era sufficiente a coprire sia le ore prestate nei giorni feriali sia quelle nei giorni festivi. Pertanto, la questione sollevata in appello non era tardiva.

Il punto centrale della decisione, tuttavia, riguarda l’interpretazione dell’ordine di servizio. La Corte ha osservato che tale ordine, pur organizzando i turni, non costituiva di per sé un’autorizzazione generalizzata al lavoro straordinario festivo. Anzi, il testo stesso dell’ordine di servizio prevedeva esplicitamente che alle ore di turno ordinarie “andranno aggiunte le festività che l’amministrazione vorrà autorizzare”.

Questa clausola, secondo la Cassazione, rinviava in modo inequivocabile a un atto separato e specifico di autorizzazione, che nel caso di specie non era mai stato prodotto in giudizio dal lavoratore. La Corte ha quindi concluso che, in assenza di tale prova, la pretesa del lavoratore non poteva essere accolta. L’onere di dimostrare di essere stato specificamente autorizzato a lavorare durante un giorno festivo spetta inequivocabilmente al dipendente che ne chiede il compenso.

Le Conclusioni: La Decisione Finale

In conclusione, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello. Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui, nel pubblico impiego, il diritto alla retribuzione per lavoro straordinario festivo è subordinato a una prova chiara e inequivocabile di una specifica autorizzazione. Un ordine di servizio che disciplina l’orario di lavoro generale non è sufficiente a integrare tale requisito, soprattutto se esso stesso rimanda a future e puntuali autorizzazioni. La decisione sottolinea l’importanza per i lavoratori di assicurarsi di avere un’autorizzazione formale prima di svolgere prestazioni lavorative extra durante i giorni festivi.

A chi spetta l’onere di provare l’autorizzazione per il lavoro straordinario svolto nei giorni festivi?
Secondo la Corte di Cassazione, l’onere di provare che lo straordinario svolto nei giorni festivi sia stato specificamente e preventivamente autorizzato grava interamente sul lavoratore che ne richiede il pagamento.

Un ordine di servizio generale che organizza i turni può essere considerato una valida autorizzazione per il lavoro festivo?
No. La Corte ha stabilito che un ordine di servizio generico non è sufficiente, soprattutto se al suo interno è presente una clausola che rinvia a una futura e specifica autorizzazione da parte dell’amministrazione per le prestazioni lavorative durante le festività.

È valida la contestazione della mancanza di autorizzazione sollevata per la prima volta in appello?
Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la contestazione generale sulla debenza dello straordinario per mancata autorizzazione, fatta in primo grado dall’amministrazione, fosse sufficiente a coprire sia il lavoro feriale che quello festivo. Pertanto, la specificazione in appello non è stata considerata tardiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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