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Lavoro pubblico: sì al CCNL privato per enti pubblici

La Corte di Cassazione ha stabilito che, in specifici settori come quello idraulico-forestale, è legittima l’applicazione di un contratto collettivo di diritto privato a dipendenti di un ente pubblico non economico. Il caso riguardava la richiesta di un lavoratore di ottenere un’indennità chilometrica basata su un CCNL privato. La Corte ha respinto il ricorso dell’ente, confermando che una legislazione speciale, anche regionale, può derogare alla disciplina generale del lavoro pubblico per regolare aspetti economici del rapporto, senza mutarne la natura pubblicistica.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavoro pubblico e CCNL privato: la Cassazione fa chiarezza

La recente ordinanza della Corte di Cassazione, Sezione Lavoro, offre un’importante delucidazione su un tema complesso: l’applicabilità di un contratto collettivo del settore privato a dipendenti del lavoro pubblico. Nello specifico, la Corte ha confermato che, in presenza di una normativa speciale, il trattamento economico di lavoratori di un ente pubblico non economico può essere regolato da un CCNL privatistico, senza che ciò alteri la natura pubblicistica del rapporto. Analizziamo insieme i dettagli di questa significativa pronuncia.

I fatti del caso: Un’indennità chilometrica contesa

La vicenda nasce dalla domanda di un dipendente di un’Agenzia Regionale per le Attività Irrigue e Forestali, un ente pubblico non economico. Il lavoratore chiedeva il riconoscimento di un’indennità chilometrica di importo maggiore rispetto a quella corrisposta dal datore di lavoro, basando la sua pretesa sull’applicazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale e idraulico-agraria, un contratto tipico del settore privato.

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al dipendente. L’Agenzia, tuttavia, ha proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, in quanto ente pubblico non economico, dovesse applicarsi esclusivamente la disciplina del lavoro pubblico (D.Lgs. 165/2001) e la relativa contrattazione collettiva gestita dall’ARAN, e non un contratto del settore privato.

La specificità del lavoro pubblico nel settore idraulico-forestale

Il cuore della controversia risiede nella coesistenza di due regimi normativi apparentemente in conflitto. Da un lato, la regola generale del lavoro pubblico contrattualizzato, che prevede una disciplina specifica e una contrattazione collettiva centralizzata. Dall’altro, una tradizione legislativa speciale per il settore idraulico-forestale e agrario, che storicamente ha sempre previsto l’applicazione di contratti di diritto privato anche per i lavoratori dipendenti da amministrazioni pubbliche.

La Corte di Cassazione, nel dirimere la questione, ha ripercorso questa evoluzione normativa, partendo da leggi degli anni ’60 e ’80 fino ad arrivare a recenti interventi legislativi (D.L. 120/2021) che hanno confermato questa specificità. Anche la legislazione della Regione Puglia (L.R. n. 3/2010), istitutiva dell’Agenzia datrice di lavoro, prevedeva esplicitamente per il personale operaio l’applicazione del CCNL del settore privato idraulico-forestale.

La questione della natura del rapporto

L’ente ricorrente sosteneva che l’applicazione di un CCNL privato snaturasse il rapporto di lavoro pubblico. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo un punto fondamentale: l’applicazione di un contratto collettivo di diritto privato non trasforma il rapporto di lavoro in un rapporto di natura privata. Esso rimane un rapporto di impiego pubblico, ma per specifici aspetti, in virtù di una legge speciale, viene regolato da norme diverse da quelle generali.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha rigettato il ricorso dell’ente basandosi su diverse argomentazioni.

In primo luogo, ha dichiarato inammissibile uno dei motivi di ricorso poiché l’ente non aveva contestato tutte le rationes decidendi (le ragioni della decisione) della sentenza d’appello, consolidando così una parte della motivazione del giudice di secondo grado.

Nel merito, la Corte ha affermato che la legislazione speciale, sia nazionale che regionale, per gli addetti del settore idraulico-forestale prevale sulla normativa generale del pubblico impiego per quanto riguarda la disciplina del trattamento economico. Il richiamo della legge regionale al CCNL privato è stato inteso come pienamente legittimo per regolare aspetti come le qualifiche, le mansioni e, appunto, il trattamento economico, inclusa l’indennità chilometrica richiesta dal lavoratore.

La Corte ha sottolineato che questa scelta legislativa si giustifica in ragione della particolarità del settore in cui operano gli operai forestali. Pertanto, non sussiste alcun impedimento all’applicazione della contrattazione collettiva privata per definire il rimborso chilometrico, in quanto si tratta di un aspetto del “trattamento economico ivi previsto”, come specificato dalla legge regionale stessa.

Conclusioni: le implicazioni della sentenza

Questa ordinanza consolida un importante principio: la disciplina del lavoro pubblico non è un monolite impermeabile a normative speciali. In settori caratterizzati da peculiarità operative e da una tradizione legislativa consolidata, il legislatore (anche regionale) può legittimamente scegliere di regolare determinati aspetti del rapporto di lavoro, come quelli economici, attraverso un rinvio alla contrattazione collettiva del settore privato. La decisione chiarisce che tale scelta non incide sulla qualificazione pubblicistica del rapporto di impiego, ma rappresenta una deroga mirata e giustificata dalla specificità delle funzioni svolte. Per i datori di lavoro pubblici operanti in questi settori, ciò significa dover fare riferimento al CCNL privato indicato dalla legge per determinare correttamente il trattamento economico dei propri dipendenti, pena il rischio di contenziosi dall’esito sfavorevole.

Un dipendente di un ente pubblico non economico può essere soggetto a un contratto collettivo del settore privato?
Sì, ma solo se una legge specifica (nazionale o regionale) lo prevede espressamente per un determinato settore, come quello idraulico-forestale. In tal caso, il CCNL privato regola aspetti specifici, come il trattamento economico, senza modificare la natura pubblica del rapporto di lavoro.

Perché il ricorso dell’ente pubblico è stato respinto dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato respinto principalmente perché la Corte ha ritenuto che la legislazione speciale di settore, che rinvia alla contrattazione collettiva privata per gli operai idraulico-forestali, prevalga sulla disciplina generale del pubblico impiego per la determinazione del trattamento economico, inclusa l’indennità chilometrica.

L’applicazione di un CCNL privato cambia la natura del rapporto di lavoro da pubblico a privato?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’applicazione del CCNL di diritto privato non osta alla qualificazione del rapporto in termini di lavoro pubblico. Si tratta di una deroga specifica per alcuni aspetti del rapporto, giustificata dalle particolarità del settore, ma la natura fondamentale dell’impiego rimane pubblica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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