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Lavoro forestale: rapporto di diritto privato o pubblico?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 23692/2024, ha stabilito che il rapporto di lavoro forestale con le Amministrazioni Statali è di natura privatistica e non rientra nel pubblico impiego. La Suprema Corte ha cassato la decisione di merito che aveva negato a un lavoratore un’indennità prevista dal CCNL, riaffermando che specifiche leggi di settore escludono tali rapporti dall’ambito pubblicistico, rendendo applicabile la contrattazione collettiva privata.

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Pubblicato il 15 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavoro Forestale: Diritto Privato o Pubblico Impiego? La Cassazione Fa Chiarezza

La qualificazione del rapporto di lavoro dei dipendenti pubblici è un tema complesso, specialmente in settori con normative specifiche. Con l’ordinanza n. 23692 del 2024, la Corte di Cassazione interviene su un punto cruciale: la natura del lavoro forestale alle dipendenze delle Amministrazioni Statali. La Suprema Corte ha ribadito che tale rapporto, in virtù di una precisa scelta del legislatore, è integralmente sottoposto alla disciplina privatistica, con importanti conseguenze sull’applicabilità dei contratti collettivi di settore.

I Fatti di Causa: La Richiesta di un Lavoratore Forestale

Il caso trae origine dalla richiesta di un lavoratore, impiegato presso Amministrazioni Statali succedute nella gestione del Corpo Forestale dello Stato, volta a ottenere un’indennità prevista dall’art. 58 del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di categoria. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto la domanda, ritenendo che il rapporto di lavoro dovesse essere inquadrato nel pubblico impiego contrattualizzato. Secondo i giudici di merito, tale inquadramento assorbiva ogni questione, rendendo inapplicabile la contrattazione collettiva del settore privato e, di conseguenza, la richiesta indennità. Il lavoratore ha quindi proposto ricorso in Cassazione, contestando questa interpretazione.

Il Lavoro Forestale e la Giurisprudenza Consolidata

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, basando la sua decisione su un orientamento giurisprudenziale ormai consolidato. Già a partire dalla storica sentenza delle Sezioni Unite n. 3465 del 1998, era stato chiarito che i rapporti di lavoro degli operai forestali, costituiti ai sensi della Legge n. 124 del 1985, sono da considerarsi “rapporti di diritto privato” e non di pubblico impiego.

Questa interpretazione si fonda su precise disposizioni normative che, in deroga alla regola generale, hanno svincolato tale categoria di lavoratori dalla disciplina pubblicistica. La legge, infatti, sancisce esplicitamente che “l’operaio assunto ai sensi della presente legge non acquista la qualifica di operaio dello Stato”.

La Distinzione Chiave: Normativa Statale vs. Leggi Regionali

La Corte ha sottolineato come questo caso si differenzi da altre pronunce in cui, per lavoratori forestali assunti sulla base di leggi regionali, si era giunti a conclusioni diverse. La differenza fondamentale risiede nella fonte normativa: nel caso di specie, è una legge statale a definire in modo inequivocabile la natura privatistica del rapporto. La Pubblica Amministrazione, quindi, può legittimamente instaurare rapporti di lavoro puramente privati, se una norma specifica lo prevede, senza che ciò violi i principi costituzionali come l’art. 97 della Costituzione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Suprema Corte ha spiegato che la volontà del legislatore di mantenere questi rapporti nell’alveo del diritto privato è chiara e persistente, confermata anche da normative successive come la Legge n. 36 del 2004. Di conseguenza, l’intera disciplina del pubblico impiego contrattualizzato, inclusa la norma sull’abrogazione delle disposizioni preesistenti (art. 69 del D.Lgs. 165/2001), non trova applicazione in questo specifico contesto.

Il rapporto di lavoro in esame è, pertanto, integralmente soggetto alla disciplina privatistica e alla contrattazione collettiva di riferimento. La Corte territoriale ha quindi errato nel ritenere “assorbente” la qualificazione del rapporto come pubblico, omettendo di esaminare nel merito le censure del lavoratore. Il giudice di secondo grado avrebbe dovuto verificare se sussistessero i presupposti oggettivi per l’applicazione dell’indennità richiesta dall’art. 58 del CCNL, basandosi sulla perizia e sulle altre prove raccolte.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Catanzaro, in diversa composizione. Quest’ultima dovrà ora riesaminare la controversia attenendosi al principio di diritto secondo cui il rapporto di lavoro forestale in questione è di natura strettamente privata. Dovrà quindi valutare nel merito la fondatezza della richiesta del lavoratore, applicando la disciplina del contratto collettivo nazionale di lavoro. Questa decisione riafferma un importante principio: la natura di un rapporto di lavoro con la P.A. non dipende aprioristicamente dalla natura pubblica del datore, ma dalla specifica disciplina normativa che lo regola.

Il rapporto di lavoro di un operaio forestale assunto da un’amministrazione statale è sempre considerato pubblico impiego?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, in base a specifiche leggi statali come la L. 124/1985, il rapporto di lavoro di questi operai è regolato dal diritto privato e dalla contrattazione collettiva, e tali lavoratori non acquisiscono la qualifica di “operai dello Stato”.

La contrattazione collettiva del settore privato si applica ai lavoratori forestali dello Stato?
Sì, secondo questa ordinanza. Proprio perché il rapporto è stato qualificato come di diritto privato, si applicano le norme del contratto collettivo nazionale di lavoro di riferimento, comprese le clausole relative a specifiche indennità.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione del giudice precedente?
Perché il giudice precedente ha erroneamente ritenuto che il rapporto fosse di pubblico impiego contrattualizzato, senza esaminare nel merito le richieste del lavoratore basate sul contratto collettivo privato. La Cassazione ha rinviato la causa affinché venga verificata la fondatezza della richiesta alla luce della disciplina privatistica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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