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Lavoro domenicale: indennità per maggiore penosità

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto di un lavoratore a ricevere un’indennità aggiuntiva per il lavoro domenicale, liquidata in via equitativa, a causa della sua maggiore penosità. Questa penosità è presunta e non richiede una prova specifica del danno da parte del lavoratore. La Corte ha inoltre stabilito che le maggiorazioni corrisposte con continuità, come quelle per lavoro notturno e domenicale, devono essere incluse nel calcolo del TFR e delle mensilità supplementari.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavoro Domenicale: Sì all’Indennità per Maggiore Penosità Anche con Riposo Compensativo

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 31711/2024, ha ribadito un principio fondamentale in materia di diritto del lavoro: la prestazione lavorativa svolta di domenica conferisce sempre il diritto a una compensazione aggiuntiva per la sua maggiore penosità. Questa regola vale anche quando il lavoratore gode di un giorno di riposo compensativo durante la settimana. L’analisi della Corte chiarisce come si determina tale indennizzo e quali sono le sue ricadute su TFR e mensilità supplementari.

Il Caso in Analisi

Il caso riguarda un operaio addetto alle pulizie presso un aeroporto, assunto a tempo pieno e indeterminato. Il lavoratore era impiegato su turni notturni a scorrimento (5+2), che lo portavano a lavorare regolarmente anche di domenica, con un giorno di riposo fissato in un altro giorno della settimana. Ritenendo che il lavoro domenicale comportasse un sacrificio particolare non adeguatamente compensato, il dipendente ha agito in giudizio per ottenere un’indennità aggiuntiva. La Corte d’Appello, in parziale riforma della sentenza di primo grado, gli ha riconosciuto una maggiorazione del 30% della retribuzione oraria per ogni ora lavorata di domenica, oltre all’incidenza delle maggiorazioni per lavoro notturno e festivo su ferie, tredicesima, quattordicesima e TFR. La società datrice di lavoro ha quindi proposto ricorso in Cassazione.

Il Principio della Maggiore Penosità del Lavoro Domenicale

Il nodo centrale della questione è se il lavoro svolto di domenica, quando il riposo settimanale viene fruito in un altro giorno, debba essere compensato in modo specifico. La Cassazione ha risposto affermativamente, consolidando un orientamento ormai pacifico. Il lavoro prestato nel giorno festivo per eccellenza, la domenica, comporta una maggiore penosità che va al di là del semplice sforzo fisico o mentale. Questo disagio deriva dalla compressione della possibilità di partecipare alla vita sociale e familiare, che si concentra prevalentemente nel fine settimana.

Per questo motivo, il lavoratore ha diritto a un quid pluris, ovvero un compenso aggiuntivo, che può essere determinato dal giudice in via equitativa se non previsto dalla contrattazione collettiva. Questo compenso non ha natura puramente economica, ma serve a ristorare il sacrificio imposto al lavoratore.

La Prova del Danno

Un altro aspetto cruciale affrontato dalla Corte riguarda l’onere della prova. La società ricorrente lamentava che il lavoratore non avesse allegato né provato alcun danno specifico derivante dal lavoro domenicale. La Cassazione ha respinto questa tesi, chiarendo che la maggiore penosità del lavoro domenicale è presunta sulla base della massima di esperienza sociale. Non si tratta di un danno in re ipsa, ma di un pregiudizio la cui esistenza è provata tramite presunzione. Spetta al lavoratore dimostrare un’intensità del disagio superiore a quella ordinaria solo se intende ottenere un’indennità maggiore di quella liquidata dal giudice in via equitativa.

L’Incidenza delle Maggiorazioni su TFR e Mensilità Supplementari

La sentenza ha inoltre confermato la correttezza della decisione della Corte d’Appello riguardo all’inclusione delle maggiorazioni per lavoro notturno, festivo e domenicale nella base di calcolo del TFR e delle mensilità supplementari (tredicesima e quattordicesima). La Corte ha stabilito che, quando tali maggiorazioni non hanno carattere occasionale ma vengono corrisposte in modo ricorrente e reiterato per tutta la durata del rapporto, esse diventano parte integrante della retribuzione. Di conseguenza, devono essere computate ai fini del calcolo degli istituti retributivi indiretti, come previsto dall’art. 55 del CCNL di settore per il TFR e dagli artt. 18, 20 e 21 per le mensilità supplementari.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi di ricorso presentati dalla società. In primo luogo, ha ribadito che il lavoro prestato di domenica, anche in caso di riposo compensativo, deve essere sempre compensato con un quid pluris per la sua particolare penosità. La valutazione equitativa del 30% effettuata dalla Corte d’Appello è stata ritenuta congrua. In secondo luogo, ha chiarito che il danno derivante dalla maggiore penosità è presunto e non richiede una prova specifica, respingendo la violazione dell’onere probatorio. Infine, ha confermato che la non occasionalità delle maggiorazioni per lavoro notturno e domenicale, accertata in fatto dai giudici di merito sulla base dei cedolini paga, ne determina la computabilità ai fini del TFR e delle mensilità supplementari. La Corte ha ritenuto inammissibile il tentativo della società di ottenere una nuova valutazione del merito sulla non occasionalità di tali emolumenti, essendo una questione di fatto riservata ai giudici dei gradi precedenti.

Conclusioni

La sentenza n. 31711/2024 rafforza la tutela dei lavoratori impiegati su turni che includono la domenica. Si conferma che il sacrificio legato alla rinuncia al riposo domenicale, giorno dedicato per convenzione sociale alle relazioni personali e familiari, ha un valore che deve essere economicamente riconosciuto, indipendentemente dal recupero del riposo in un altro giorno feriale. La decisione sottolinea inoltre un principio di onnicomprensività della retribuzione: le voci retributive corrisposte con continuità, anche se denominate come ‘maggiorazioni’, entrano a pieno titolo nella base di calcolo per TFR e mensilità aggiuntive, garantendo al lavoratore una tutela economica completa.

Chi lavora la domenica ha sempre diritto a un compenso aggiuntivo, anche se riposa in un altro giorno della settimana?
Sì, secondo la sentenza, il lavoro prestato nella giornata di domenica deve essere in ogni caso compensato con un ‘quid pluris’ per la sua particolare penosità, anche nell’ipotesi di differimento del riposo settimanale in un giorno diverso.

Il lavoratore deve dimostrare di aver subito un danno specifico per ottenere l’indennità per il lavoro domenicale?
No, la sentenza chiarisce che il danno non deve essere provato in modo specifico dal lavoratore. La maggiore penosità del lavoro domenicale è ritenuta provata sulla base della presunzione derivante dalla massima d’esperienza sociale.

Le maggiorazioni per lavoro notturno e domenicale, se pagate regolarmente, influiscono sul calcolo del TFR e della tredicesima/quattordicesima?
Sì, la sentenza stabilisce che il carattere non occasionale di tali maggiorazioni, corrisposte in modo ricorrente e reiterato, ne determina la computabilità sia ai fini del calcolo del TFR che delle mensilità supplementari.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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