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Lavaggio indumenti DPI: obbligo del datore di lavoro

Un operaio specializzato ha citato in giudizio la sua azienda per il risarcimento del danno derivante dal mancato lavaggio degli indumenti da lavoro, qualificati come Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Mentre i giudici di merito avevano respinto la richiesta, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del lavoratore. La Suprema Corte ha stabilito che l’obbligo del lavaggio indumenti DPI spetta al datore di lavoro. L’inadempimento di tale obbligo fa presumere l’esistenza di un danno, e spetta all’azienda dimostrare il contrario per evitare il risarcimento, che può essere liquidato in via equitativa.

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Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Lavaggio Indumenti DPI: La Cassazione Conferma l’Obbligo del Datore di Lavoro

Con l’ordinanza n. 13283/2024, la Corte di Cassazione è tornata a pronunciarsi su una questione cruciale nel diritto del lavoro: a chi spetta l’onere del lavaggio indumenti DPI? La risposta è netta: l’obbligo di manutenzione, e quindi anche di pulizia, ricade sul datore di lavoro. Questa decisione non solo chiarisce le responsabilità aziendali, ma inverte anche l’onere della prova in caso di contenzioso, facilitando la tutela dei diritti del lavoratore.

I Fatti del Caso: La Controversia sulla Manutenzione degli Indumenti

Un operaio specializzato nella manutenzione ferroviaria ha citato in giudizio la propria azienda, una nota società del settore, chiedendo il risarcimento del danno per il mancato lavaggio degli indumenti da lavoro. Tali indumenti, tra cui giubbotti ad alta visibilità, guanti, scarpe antinfortunistiche e tute, erano pacificamente qualificati come Dispositivi di Protezione Individuale (DPI). Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano rigettato la sua domanda, sostenendo che l’inadempimento dell’azienda non comportasse automaticamente un danno risarcibile e che il lavoratore non avesse fornito prove sufficienti del pregiudizio subito. Il lavoratore ha quindi presentato ricorso in Cassazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Lavaggio Indumenti DPI

La Suprema Corte ha ribaltato completamente le decisioni dei gradi precedenti. Accogliendo il ricorso del lavoratore, ha cassato la sentenza d’appello e rinviato la causa alla stessa Corte in diversa composizione per una nuova valutazione. Il principio cardine affermato è che l’obbligo di mantenere in efficienza i DPI, sancito dall’art. 2087 c.c. e dalla normativa specifica sulla sicurezza sul lavoro (D.Lgs. 81/2008), include intrinsecamente anche il loro lavaggio. L’inadempimento di questo obbligo da parte del datore di lavoro è di per sé sufficiente a far sorgere il diritto al risarcimento del lavoratore.

Le Motivazioni della Corte: L’Inversione dell’Onere della Prova

La parte più innovativa della pronuncia risiede nelle motivazioni relative all’onere della prova. La Cassazione ha chiarito che il lavoratore ha solo il compito di allegare l’inadempimento del datore di lavoro, ossia il mancato lavaggio dei DPI forniti. Una volta provato questo, il danno si considera ‘certo nella sua esistenza ontologica’.
Spetta quindi al datore di lavoro, per andare esente da responsabilità, dimostrare fatti impeditivi, come il mancato uso dei DPI da parte del dipendente o l’assoluta irrilevanza del mancato lavaggio ai fini del danno. In assenza di tale prova, il giudice deve procedere alla liquidazione del danno, anche in via equitativa, riconoscendo il pregiudizio economico subito dal lavoratore che ha dovuto provvedere in proprio alla pulizia o ha comunque subito un disagio.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche per Aziende e Lavoratori

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale favorevole al lavoratore e invia un messaggio chiaro alle aziende. L’obbligo di garantire la sicurezza e la salute sul luogo di lavoro non si esaurisce con la mera fornitura dei DPI, ma si estende alla loro completa manutenzione, compreso il lavaggio indumenti DPI. Le imprese devono quindi implementare procedure centralizzate per la pulizia di tali indumenti o, in alternativa, prevedere forme di rimborso. Per i lavoratori, questa sentenza rappresenta un importante strumento di tutela: in caso di inadempimento aziendale, non saranno più loro a dover provare minuziosamente il danno subito, ma sarà l’azienda a dover dimostrare di aver adempiuto a tutti i suoi obblighi di protezione.

A chi spetta l’obbligo del lavaggio degli indumenti da lavoro qualificati come DPI?
Secondo la Corte di Cassazione, l’obbligo di mantenere in stato di efficienza i DPI, che include il loro lavaggio, è a carico del datore di lavoro, in base all’art. 2087 c.c. e al D.Lgs. 81/2008.

Se il datore di lavoro non lava i DPI, il lavoratore deve provare di aver subito un danno economico per ottenere il risarcimento?
No. Una volta accertato che il datore di lavoro non ha adempiuto all’obbligo di lavaggio, il danno è considerato certo nella sua esistenza. Il lavoratore non deve fornire una prova specifica del pregiudizio subito, che può essere determinato dal giudice anche in via equitativa.

Cosa deve dimostrare il datore di lavoro per evitare di risarcire il danno per il mancato lavaggio dei DPI?
Il datore di lavoro deve allegare e dimostrare i fatti impeditivi della richiesta di risarcimento, ad esempio provando che il lavoratore non ha utilizzato i DPI forniti o che il mancato lavaggio non ha avuto alcuna influenza dannosa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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