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Istanza di sospensione: inammissibile senza pignoramento

La Corte d’Appello di Torino ha dichiarato inammissibile un’istanza di sospensione di una sentenza, poiché non era ancora iniziata la fase di esecuzione forzata. La Corte ha chiarito che la sola notifica dell’atto di precetto non è sufficiente per attivare il rimedio cautelare previsto dall’art. 373 c.p.c., essendo necessario l’avvio del pignoramento, come stabilito dall’art. 491 c.p.c. L’istanza di sospensione è stata quindi respinta per mancanza del presupposto fondamentale dell’esecuzione in corso.

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Pubblicato il 25 giugno 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Istanza di Sospensione: Quando è Troppo Presto per Chiederla? Il Ruolo del Pignoramento

L’istanza di sospensione di una sentenza è uno strumento cruciale per chi, pur avendo perso una causa, intende impugnare la decisione senza subire nell’immediato le conseguenze negative dell’esecuzione forzata. Tuttavia, la sua presentazione deve rispettare tempistiche e presupposti ben precisi. Un’ordinanza della Corte d’Appello di Torino chiarisce un punto fondamentale: la semplice notifica dell’atto di precetto non è sufficiente per richiedere la sospensione. Vediamo perché.

I Fatti di Causa

Il caso analizzato dalla Corte d’Appello di Torino riguarda una parte che, a seguito di una sentenza a lei sfavorevole, ha presentato un’istanza di sospensione per bloccarne gli effetti. La controparte, forte della sentenza, aveva già notificato un atto di precetto, intimando il pagamento e minacciando l’avvio dell’esecuzione forzata. Nonostante ciò, non aveva ancora proceduto con il pignoramento dei beni del debitore. La parte soccombente, temendo un’imminente azione esecutiva, ha quindi chiesto alla Corte di ‘congelare’ l’efficacia della sentenza in attesa del giudizio di Cassazione.

L’Istanza di Sospensione e il Momento dell’Esecuzione

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione dell’articolo 373 del Codice di Procedura Civile, che disciplina la sospensione dell’esecuzione delle sentenze impugnate in Cassazione. La Corte torinese ha ribadito un principio consolidato: questo rimedio cautelare può essere concesso solo a fronte di un'esecuzione già iniziata.

Ma quando inizia l’esecuzione? La risposta è fornita dall’articolo 491 del Codice di Procedura Civile. Questo articolo stabilisce chiaramente che l’espropriazione forzata inizia solo col pignoramento. L’atto di precetto, sebbene sia un passo necessario e preliminare, non segna l’avvio del processo esecutivo vero e proprio. Esso è unicamente un’intimazione, un ultimo avvertimento formale prima che si passi alla fase coattiva di aggressione del patrimonio del debitore.

La Decisione della Corte d’Appello

Basandosi su queste premesse normative, la Corte d’Appello ha dichiarato l’istanza di sospensione inammissibile. La richiesta è stata ritenuta prematura. Poiché la parte creditrice si era limitata a notificare il precetto senza procedere al pignoramento, non si poteva considerare avviata alcuna esecuzione forzata. Di conseguenza, mancava il presupposto essenziale per poter anche solo valutare nel merito la richiesta di sospensione. La Corte ha inoltre giudicato irrilevante un richiamo a una precedente sentenza della Cassazione (n. 1984/2014) fatto dalla parte istante, ritenendolo non pertinente al caso specifico.

le motivazioni

La motivazione della Corte è lineare e rigorosa. Esiste una distinzione netta tra gli atti preparatori all’esecuzione e l’esecuzione stessa. L’atto di precetto ha la funzione di avvisare il debitore, concedendogli un ultimo termine per adempiere spontaneamente. Solo allo scadere di tale termine, e con l’intervento dell’ufficiale giudiziario per il pignoramento, si entra nella fase esecutiva. Concedere la sospensione sulla base del solo precetto significherebbe anticipare una tutela a un momento in cui il pregiudizio per il debitore (l’espropriazione dei suoi beni) è ancora solo potenziale e non attuale. La legge, invece, intende proteggere il debitore da un danno grave e irreparabile che potrebbe derivare da un’esecuzione in corso, non da una semplice minaccia di esecuzione.

le conclusioni

Questa ordinanza offre un’indicazione pratica di grande importanza. Per il debitore, significa che non è possibile bloccare preventivamente l’efficacia di una sentenza non appena si riceve l’atto di precetto. È necessario attendere che l’esecuzione inizi concretamente con il pignoramento. Per il creditore, conferma che la notifica del precetto non espone al rischio di vedersi sospendere l’azione, consentendogli di valutare i passi successivi senza l’incertezza legata a una possibile istanza cautelare prematura. In sintesi, la decisione riafferma un principio di ordine procedurale: ogni strumento giuridico ha il suo momento e le sue condizioni, e l’istanza di sospensione può essere attivata solo quando il pericolo di un danno si è concretizzato con l’inizio dell’esecuzione forzata.

È possibile chiedere la sospensione di una sentenza dopo aver ricevuto solo l’atto di precetto?
No, secondo l’ordinanza, l’istanza di sospensione è inammissibile se è stato notificato solo l’atto di precetto, perché l’esecuzione forzata non è ancora considerata iniziata.

Quale atto dà inizio all’esecuzione forzata secondo la Corte?
La Corte, richiamando l’art. 491 c.p.c., stabilisce che l’esecuzione per espropriazione inizia con il pignoramento, non con la semplice notifica dell’atto di precetto.

Per quale motivo è stata dichiarata inammissibile l’istanza?
L’istanza è stata dichiarata inammissibile perché, non essendo ancora avvenuto il pignoramento, mancava il presupposto fondamentale della pendenza di un’esecuzione, requisito necessario per poter richiedere la sospensione ai sensi dell’art. 373 c.p.c.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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