LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Iscrizione INARCASSA: quando è obbligatoria?

La Corte di Cassazione ha confermato l’obbligo di iscrizione INARCASSA per un ingegnere, già pensionato, titolare di Partita IVA che esercitava la libera professione. La decisione ribadisce che i tre requisiti fondamentali per l’obbligatorietà sono: l’iscrizione all’albo, il possesso di una Partita IVA e l’assenza di un’altra forma di previdenza obbligatoria derivante da lavoro dipendente. L’effettivo svolgimento di attività riconducibile alla professione, anche se non esclusiva, determina l’obbligo contributivo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Iscrizione INARCASSA: Quando Diventa Obbligatoria per Ingegneri e Architetti?

L’obbligo di iscrizione INARCASSA rappresenta un tema di grande rilevanza per ingegneri e architetti liberi professionisti. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce in modo definitivo i presupposti per la nascita di tale obbligo, anche in situazioni particolari come quella di un professionista già pensionato. La pronuncia esamina il caso di un ingegnere che, pur essendo titolare di Partita IVA e iscritto all’albo, riteneva di non dover versare i contributi alla cassa di categoria. Analizziamo insieme la decisione per comprendere le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso: Un Ingegnere contro la Cassa di Previdenza

Un ingegnere, ex dipendente pubblico e già in pensione, aveva avviato un contenzioso contro INARCASSA, la Cassa Nazionale di Previdenza ed Assistenza per gli Ingegneri ed Architetti Liberi Professionisti. L’ingegnere sosteneva di non essere tenuto all’iscrizione e al versamento dei contributi per gli anni dal 2005 al 2011, principalmente per due motivi: in primo luogo, affermava di essere già coperto da un’altra forma di previdenza obbligatoria (quella del pubblico impiego); in secondo luogo, sosteneva che la sua Partita IVA fosse aperta con un codice attività generico per “altre attività tecniche”, non strettamente ingegneristiche.

Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano respinto le sue richieste, confermando l’obbligo di iscrizione. L’ingegnere ha quindi proposto ricorso in Cassazione per ottenere l’annullamento della sentenza d’appello.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione dei giudici di merito. La Corte ha smontato le argomentazioni del professionista, chiarendo in modo inequivocabile i criteri che rendono obbligatoria l’iscrizione alla cassa professionale.

Requisiti per l’Iscrizione INARCASSA Obbligatoria

La sentenza ribadisce che l’obbligo di iscrizione INARCASSA sorge in presenza di tre requisiti cumulativi, come previsto dallo statuto della Cassa stessa.

1. Iscrizione all’Albo Professionale

Il primo presupposto, imprescindibile, è l’iscrizione del professionista all’albo degli ingegneri o degli architetti. Questo atto certifica l’abilitazione all’esercizio della professione.

2. Assenza di Altra Copertura Previdenziale Obbligatoria

Il secondo requisito è la non iscrizione ad altre forme di previdenza obbligatoria che derivino da un rapporto di lavoro subordinato o da un’altra attività. Su questo punto, la Corte ha chiarito un aspetto cruciale: lo status di pensionato non equivale a quello di lavoratore dipendente. L’ingegnere, essendo già in pensione, non era iscritto ad alcuna cassa in virtù di un impiego attivo, rendendo così soddisfatto questo requisito.

3. Possesso della Partita IVA

Il terzo elemento è il possesso di una Partita IVA. La Corte ha sottolineato che la titolarità di una Partita IVA è di per sé sufficiente, a prescindere dal codice attività specifico utilizzato. Ciò che conta è l’esercizio effettivo di un’attività che sia, per sua natura, riconducibile alla professione di ingegnere o architetto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ritenuto inammissibili i motivi del ricorso perché si basavano su presupposti errati. In primo luogo, il ricorrente non era un dipendente pubblico full-time negli anni in questione, ma un pensionato, fatto che faceva cadere la sua principale difesa relativa alla doppia contribuzione. In secondo luogo, la Corte ha affermato che, per determinare l’obbligo contributivo, non rileva se un’attività sia esclusivamente riservata per legge agli ingegneri, ma se essa sia oggettivamente riconducibile a tale professione. I giudici di merito avevano accertato, sulla base di numerosa documentazione (fatture con contributo integrativo, incarichi di collaudo, progetti), che l’ingegnere svolgeva continuativamente attività di natura ingegneristica. Tale accertamento dei fatti, secondo la Cassazione, è insindacabile in sede di legittimità se correttamente motivato, come nel caso di specie. Pertanto, la pretesa del professionista di limitare i contributi è stata respinta, e il suo ricorso dichiarato inammissibile.

Conclusioni

Questa ordinanza fornisce un’importante guida per tutti gli ingegneri e architetti. Emerge chiaramente che un professionista iscritto all’albo, titolare di Partita IVA e non soggetto ad altra previdenza obbligatoria per lavoro dipendente, è tenuto all’iscrizione e al versamento dei contributi a INARCASSA. Questo obbligo sussiste anche se il professionista è già pensionato e a prescindere dal codice ATECO utilizzato, qualora l’attività svolta sia concretamente riconducibile a quella professionale. La decisione consolida un orientamento che mira a garantire la sostenibilità del sistema previdenziale di categoria, legando l’obbligo contributivo all’effettivo esercizio della professione, indipendentemente da formalismi.

Un professionista già pensionato è obbligato all’iscrizione INARCASSA se continua a lavorare con Partita IVA?
Sì. La sentenza chiarisce che lo stato di pensionato non esonera dall’obbligo. Se un ingegnere o architetto pensionato è iscritto all’albo e possiede una Partita IVA per svolgere attività professionale, deve iscriversi a INARCASSA perché non è coperto da un’altra previdenza obbligatoria in dipendenza di un rapporto di lavoro attivo.

Il codice attività (ATECO) della Partita IVA è determinante per l’obbligo di iscrizione INARCASSA?
No. Secondo la Corte, il codice attività non è decisivo. Ciò che conta è la natura effettiva dell’attività svolta. Se l’attività è oggettivamente riconducibile alla professione di ingegnere o architetto, anche se non rientra tra quelle esclusive per legge, sorge l’obbligo di iscrizione e contribuzione.

Quali sono i tre requisiti fondamentali per l’obbligo di iscrizione a INARCASSA?
I tre requisiti, che devono essere presenti contemporaneamente, sono: a) essere iscritti all’albo professionale degli ingegneri o degli architetti; b) non essere iscritti a un’altra forma di previdenza obbligatoria derivante da un rapporto di lavoro subordinato o altra attività esercitata; c) essere in possesso di una Partita IVA.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati