Integrazione del Contraddittorio: Perché una Notifica Mancata Ferma il Processo
Nel processo civile, la corretta comunicazione degli atti è un pilastro fondamentale a garanzia del diritto di difesa. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione, l’ordinanza interlocutoria n. 7248/2024, ci offre un chiaro esempio di come un difetto di notifica possa portare alla sospensione del giudizio e all’ordine di integrazione del contraddittorio. Questo principio assicura che nessuna decisione venga presa senza che tutte le parti interessate abbiano avuto la possibilità di essere ascoltate.
I Fatti di Causa: Un Ricorso con un Difetto di Notifica
Il caso trae origine da un ricorso per Cassazione presentato da una cittadina contro una sentenza della Corte d’Appello. Le controparti nel giudizio erano una compagnia assicurativa, regolarmente costituitasi, e un altro soggetto privato. Tuttavia, proprio nei confronti di quest’ultimo è emerso un problema procedurale: la prova della notifica del ricorso non è stata ritenuta adeguata dalla Corte.
Sebbene il legale della ricorrente avesse attestato la conformità della copia notificata all’originale telematico, la prova dell’effettiva e corretta ricezione dell’atto da parte del destinatario (la cosiddetta notifica ‘cartacea’) è risultata insufficiente. Questo difetto ha impedito alla Corte di procedere con l’esame del merito della questione.
La Decisione della Corte: L’Obbligo di Integrazione del Contraddittorio
Di fronte a questa carenza, la Terza Sezione Civile della Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza interlocutoria. Anziché dichiarare inammissibile il ricorso, la Corte ha scelto di applicare il principio di sanatoria dei vizi procedurali, ordinando l’integrazione del contraddittorio.
In termini pratici, la Corte ha concesso alla parte ricorrente un termine perentorio di 60 giorni, decorrenti dalla comunicazione dell’ordinanza, per notificare nuovamente e correttamente il ricorso alla parte la cui notifica iniziale non era stata provata. Solo dopo questo adempimento il processo potrà riprendere il suo corso verso una decisione finale.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La motivazione alla base di questa decisione risiede in uno dei cardini del nostro ordinamento processuale: il principio del contraddittorio. Questo principio, sancito anche a livello costituzionale, impone che ogni parte di un processo debba essere messa in condizione di conoscere le pretese altrui e di poter presentare le proprie difese. Una notifica mancata o non provata viola direttamente questo diritto, poiché impedisce a un soggetto di partecipare al giudizio che lo riguarda.
La Corte ha specificato che la semplice asseverazione di conformità non è sufficiente a comprovare l’avvenuta notificazione. È necessario dimostrare che l’atto abbia raggiunto il suo destinatario secondo le forme previste dalla legge. In assenza di tale prova, il giudice non può procedere, poiché il rapporto processuale non è correttamente instaurato con tutte le parti necessarie.
Conclusioni
L’ordinanza in esame ribadisce con forza l’importanza del rispetto delle regole procedurali, in particolare quelle relative alla notificazione degli atti giudiziari. La decisione di concedere un termine per l’integrazione del contraddittorio, anziché sanzionare immediatamente il vizio con una declaratoria di inammissibilità, evidenzia un approccio volto a preservare, ove possibile, la possibilità di ottenere una decisione nel merito, garantendo al contempo il pieno rispetto del diritto di difesa di ogni parte coinvolta. Per gli avvocati e le parti, ciò rappresenta un monito a curare con la massima diligenza la fase di notifica, documentandone ogni passaggio per evitare ritardi e complicazioni procedurali.
Cosa significa ‘integrazione del contraddittorio’?
Significa che il giudice ordina a una parte di notificare l’atto processuale a un altro soggetto che ha diritto a partecipare al giudizio ma non è stato correttamente coinvolto. È una procedura per sanare un difetto e garantire il diritto di difesa di tutti.
Perché la Corte di Cassazione ha sospeso la decisione nel merito?
La Corte ha sospeso la decisione perché non era stata fornita una prova adeguata che il ricorso fosse stato notificato a una delle parti necessarie del processo. Senza la certezza che tutte le parti siano state messe in condizione di partecipare, il giudizio non può procedere.
Qual è stato l’ordine specifico dato dalla Corte?
La Corte ha disposto l’integrazione del contraddittorio nei confronti della parte non correttamente avvisata, fissando un termine di 60 giorni dalla comunicazione dell’ordinanza per effettuare una nuova e valida notifica del ricorso.
Testo del provvedimento
Ordinanza interlocutoria di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 7248 Anno 2024
Civile Ord. Sez. 3 Num. 7248 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data pubblicazione: 18/03/2024
NOME COGNOME;
ORDINANZA INTERLOCUTORIA
sul ricorso iscritto al n. 9260/2020 proposto da: NOME COGNOME, rappresentata e difesa dall’avvocato NOME COGNOME, pec EMAIL;
– ricorrente –
contro
RAGIONE_SOCIALE (già RAGIONE_SOCIALE), in persona del legale rappresentante, rappresentata e difesa dall’avvocato NOME COGNOME, pec EMAIL;
– controricorrente –
nonché
– intimato –
avverso la sentenza n. 927/2019 della CORTE D’APPELLO DI LECCE depositata il 6/09/2019;
udita la relazione della causa svolta nella camera di consiglio del 2/02/2024 dal AVV_NOTAIO. NOME COGNOME;
rilevato che non risulta adeguatamente comprovata l ‘avvenuta notificazione (definita ‘cartacea’ ) del ricorso nei confronti di NOME COGNOME, cui si allude nell’asseverazione della conformità della copia del ricorso all’originale telematico;
ritenuto , pertanto, che appare necessario disporre l’integrazione del contraddittorio nei confronti di NOME COGNOME;
P.Q.M.
Dispone l’integrazione del contraddittorio nei confronti di NOME COGNOME, fissando, a tal fine, il termine di giorni 60 (sessanta) a far data dalla comunicazione della presente ordinanza.
Così deciso in Roma, nella camera di consiglio della Terza Sezione