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Inquadramento superiore: quando spetta la paga?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17862/2025, ha rigettato il ricorso di un istituto sanitario pubblico, confermando il diritto di un suo dirigente a ricevere le differenze retributive per l’inquadramento superiore. Il dipendente aveva di fatto svolto per anni il ruolo di responsabile di una ‘struttura semplice’, pur senza un formale atto di nomina. La Corte ha stabilito che la valutazione delle prove documentali, che dimostravano l’effettivo svolgimento delle mansioni superiori, è di competenza dei giudici di merito e non può essere riesaminata in sede di legittimità. Viene così ribadito il principio secondo cui la prova fattuale dello svolgimento di mansioni superiori, desumibile dagli stessi atti dell’ente, è sufficiente per il riconoscimento del diritto alla retribuzione corrispondente.

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Pubblicato il 2 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Inquadramento Superiore nel Pubblico Impiego: Conta la Forma o la Sostanza?

Il tema dell’inquadramento superiore nel pubblico impiego è spesso al centro di contenziosi. Un lavoratore che di fatto svolge mansioni di livello più elevato ha diritto alla retribuzione corrispondente, anche senza un atto formale di nomina? La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 17862 del 2025, offre un importante chiarimento, sottolineando la prevalenza della sostanza sulla forma quando i fatti sono adeguatamente provati.

I Fatti del Caso: Il Dirigente e le Mansioni di Fatto

Un dirigente sanitario biologo, dipendente di un Istituto Zooprofilattico Sperimentale, ha citato in giudizio il proprio datore di lavoro sostenendo di aver svolto per oltre un quinquennio le mansioni di responsabile di una ‘struttura semplice’ (UOS), specificamente il ‘Laboratorio residui’. Nonostante una proposta di conferimento dell’incarico non andata a buon fine, il dirigente ha di fatto esercitato tutte le attività e le responsabilità tipiche di tale ruolo. Per questo motivo, ha richiesto il pagamento delle differenze retributive tra il suo inquadramento formale e quello corrispondente alle mansioni effettivamente svolte, oltre a un risarcimento per la perdita di chance professionali.

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Cassazione

Il Tribunale di primo grado ha accolto parzialmente la domanda del dirigente, riconoscendogli le differenze retributive ma rigettando la richiesta di risarcimento per perdita di chance. La Corte d’Appello ha successivamente confermato integralmente la decisione, respingendo sia l’appello principale dell’Istituto, che contestava il riconoscimento delle mansioni superiori, sia l’appello incidentale del lavoratore.
L’Istituto ha quindi proposto ricorso per Cassazione, sostenendo che i giudici di merito avessero errato nel ritenere provata l’esistenza della ‘struttura semplice’ e lo svolgimento delle mansioni superiori in assenza di un formale atto aziendale che la istituisse e ne definisse la figura apicale.

L’importanza dell’Inquadramento Superiore nell’Atto Aziendale

La difesa dell’ente pubblico si è basata su un punto cruciale del diritto del pubblico impiego: il ruolo dell’atto aziendale. Secondo la normativa (in particolare il D.Lgs. 502/1992), è l’atto di macro-organizzazione a definire la struttura dell’ente, individuando le unità operative (semplici o complesse) e attribuendo loro autonomia gestionale e professionale. La tesi dell’Istituto era che, senza un atto formale che qualificasse il ‘Laboratorio residui’ come ‘struttura semplice’, non potesse esserci un corrispondente inquadramento superiore per chi lo dirigeva.

La Decisione della Cassazione: Prevale la Prova dei Fatti

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso dell’Istituto inammissibile, rigettandolo integralmente. I giudici hanno chiarito che il tentativo dell’ente era quello di ottenere un nuovo esame del merito della causa, contestando la valutazione delle prove documentali effettuata dai giudici di primo e secondo grado. Questo tipo di attività è precluso in sede di legittimità.

Le Motivazioni della Corte

La Cassazione ha evidenziato che la decisione della Corte d’Appello era fondata su una motivazione logica, coerente e priva di vizi. I giudici di merito avevano basato il loro convincimento sull’analisi di una serie di documenti provenienti dallo stesso Istituto (regolamenti interni, organigrammi, funzionigrammi antecedenti al 2019) che descrivevano inequivocabilmente il ‘Laboratorio residui’ come un’unità operativa semplice e il dirigente come suo responsabile di fatto. In questi documenti si attestava la gestione del personale, la responsabilità dei budget e la coordinazione delle attività, tutti elementi tipici della direzione di una struttura semplice. L’accertamento di questa situazione di fatto, supportato da prove documentali convergenti, è stato ritenuto sufficiente a fondare il diritto del lavoratore alle differenze retributive.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: sebbene l’atto aziendale sia l’elemento formale per la costituzione di una posizione organizzativa, la realtà fattuale, se provata in modo inequivocabile attraverso documenti interni all’amministrazione stessa, non può essere ignorata. Il lavoratore che dimostra di aver svolto in modo continuativo e prevalente mansioni superiori ha diritto al trattamento economico corrispondente. La decisione sottolinea che il sindacato della Corte di Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul merito, ma deve limitarsi a verificare la corretta applicazione delle norme di diritto e la coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Un dipendente pubblico ha diritto a una retribuzione superiore se svolge mansioni di livello più alto senza un incarico formale?
Sì, secondo la sentenza, se il dipendente riesce a provare in modo inequivocabile, attraverso documentazione come regolamenti interni e organigrammi, di aver svolto di fatto e in modo continuativo le mansioni superiori, ha diritto al trattamento economico corrispondente, anche in assenza di un atto formale di nomina.

L’atto aziendale che istituisce una ‘struttura semplice’ è indispensabile per riconoscere le mansioni superiori di chi la dirige?
L’atto aziendale è l’elemento formale e fondamentale per l’organizzazione dell’ente, ma la sua assenza o indeterminatezza può essere superata dalla prova dei fatti. Se la documentazione interna dell’ente stesso descrive e tratta un’unità operativa come una ‘struttura semplice’ e affida a un dipendente le relative responsabilità, ciò è sufficiente per il riconoscimento del relativo inquadramento ai fini retributivi.

In un ricorso per Cassazione, si possono contestare le valutazioni delle prove fatte dai giudici di merito?
No, il ricorso per Cassazione non permette di rimettere in discussione l’apprezzamento dei fatti e delle prove compiuto dai giudici di primo e secondo grado. La Corte di Cassazione ha il compito di controllare la corretta applicazione della legge (errores in iudicando) e la logicità della motivazione (errores in procedendo), ma non può riesaminare e valutare nuovamente il merito della causa.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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