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Inquadramento dirigenziale: no all’automatismo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di una dipendente universitaria che chiedeva l’inquadramento dirigenziale automatico basato su anzianità e normative degli anni ’70-’80. La Corte ha stabilito che l’accesso alla qualifica di dirigente nel pubblico impiego richiede sempre una procedura selettiva, non potendo avvenire in modo automatico per sola anzianità, salvo esplicita previsione di legge derogatoria, qui assente.

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Pubblicato il 16 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Inquadramento Dirigenziale: La Cassazione Conferma la Via Selettiva

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce un punto fondamentale nel pubblico impiego: la promozione a ruoli manageriali non è un automatismo basato sull’anzianità. La decisione sottolinea come l’inquadramento dirigenziale debba, di norma, passare attraverso procedure selettive, a garanzia del merito e della trasparenza. Analizziamo insieme questa importante pronuncia.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla domanda di una dipendente di un’università italiana, appartenente ai ruoli direttivi ad esaurimento. La lavoratrice chiedeva il riconoscimento del suo diritto all’inquadramento nella qualifica di primo dirigente, con la conseguente ricostruzione economica e giuridica della carriera. La sua richiesta si fondava sull’interpretazione di alcune leggi degli anni ’70 e ’80 (in particolare la L. 808/1977 e la L. 38/1980), che a suo dire avrebbero consentito un passaggio automatico alla qualifica superiore in base all’anzianità maturata.

La Corte d’Appello, riformando la decisione di primo grado, aveva respinto la domanda, ritenendo che le norme invocate non prevedessero una deroga alle procedure selettive obbligatorie per l’accesso alla dirigenza. Di qui, il ricorso della dipendente alla Corte di Cassazione.

La Questione Giuridica sull’Inquadramento Dirigenziale

Il quesito legale sottoposto alla Suprema Corte era se le normative sulla ricostruzione di carriera del personale universitario non docente potessero essere interpretate nel senso di consentire un inquadramento dirigenziale automatico. In sostanza, si trattava di stabilire se l’anzianità di servizio potesse, in virtù di specifiche leggi, sostituire il procedimento selettivo pubblico per l’accesso a una qualifica superiore di natura dirigenziale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, confermando la decisione della Corte d’Appello. Le motivazioni si basano su un’interpretazione rigorosa e sistematica delle norme. I giudici hanno chiarito che la legge n. 808/1977, anche alla luce dell’interpretazione autentica fornita dalla legge n. 38/1980, non conteneva elementi per desumere la volontà del legislatore di creare una corsia preferenziale o automatica per l’accesso alla dirigenza.

Al contrario, la normativa stessa prevedeva che il conferimento dei posti di primo dirigente dovesse avvenire secondo le modalità del D.P.R. n. 748/1972, che imponeva una specifica procedura selettiva. La Corte ha sottolineato che qualsiasi deroga a questo principio fondamentale del pubblico impiego deve essere prevista da una norma esplicita, che in questo caso mancava.

Inoltre, la Cassazione ha richiamato l’evoluzione normativa, in particolare l’introduzione del Testo Unico sul Pubblico Impiego (D.Lgs. 165/2001), che ha rafforzato il principio secondo cui l’accesso alla dirigenza avviene tramite concorso o altre procedure comparative. L’orientamento consolidato, citando anche una recente sentenza (Cass. n. 18965/2024), stabilisce che le nuove regole sulla dirigenza pubblica si applicano senza possibilità di differimento, anche in contesti transitori.

Conclusioni

La decisione in esame ribadisce un principio cardine del diritto del lavoro pubblico: la qualifica dirigenziale non si acquisisce per anzianità, ma per merito, attraverso una procedura selettiva. L’inquadramento dirigenziale automatico è un’eccezione che deve essere espressamente prevista dalla legge. Questa ordinanza serve da monito per chiunque ritenga di poter vantare diritti a promozioni automatiche basandosi su normative datate, confermando che il quadro normativo attuale privilegia la selezione e la valutazione comparativa come strumenti per l’accesso ai ruoli di maggiore responsabilità nella Pubblica Amministrazione.

Una legge sulla ricostruzione di carriera può consentire un inquadramento dirigenziale automatico?
No, secondo la Corte di Cassazione, a meno che la legge non preveda esplicitamente una deroga alle procedure selettive. Le norme sulla ricostruzione di carriera non implicano automaticamente il diritto a una qualifica superiore, specialmente se dirigenziale.

Qual è il requisito fondamentale per accedere a una qualifica dirigenziale nel pubblico impiego?
Il requisito fondamentale è il superamento di una procedura selettiva. La Corte ha ribadito che l’accesso alla dirigenza deve avvenire tramite concorsi o altre procedure comparative, come stabilito dal Testo Unico sul Pubblico Impiego (D.Lgs. 165/2001).

L’anzianità di servizio è sufficiente per ottenere una promozione a dirigente?
No, l’anzianità maturata da sola non è sufficiente. La Corte ha chiarito che, sebbene l’anzianità possa essere un fattore nella ricostruzione di carriera, non sostituisce la necessità di una selezione per l’accesso a qualifiche che comportano funzioni dirigenziali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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