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Indennità turno spezzato: quando spetta ai part-time?

La Corte di Cassazione ha esaminato il caso di alcuni lavoratori part-time che chiedevano il riconoscimento dell’indennità per turno spezzato, al pari dei colleghi a tempo pieno. Mentre i giudici di merito avevano concesso l’indennità basandosi sul principio di non discriminazione, la Cassazione ha annullato la decisione. Ha chiarito che, per avere diritto all’indennità turno spezzato, non è sufficiente svolgere un orario frazionato, ma è necessario dimostrare che tale modalità di lavoro costituisca un’eccezione rispetto alla normale routine lavorativa, imposta da esigenze di servizio. Il caso è stato rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione basata su questo principio.

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Pubblicato il 16 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Turno Spezzato: la Cassazione Fissa il Paletto dell’Eccezionalità

L’ordinanza in commento affronta una questione di grande rilevanza pratica nel diritto del lavoro: a quali condizioni spetta l’indennità turno spezzato ai lavoratori, in particolare a quelli assunti con contratto part-time? La Corte di Cassazione, riformando le decisioni dei giudici di merito, ha fornito una chiave di lettura restrittiva, legando il diritto all’indennità non alla mera effettuazione di un orario frazionato, ma al suo carattere di eccezionalità rispetto alla prassi lavorativa ordinaria.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di alcuni lavoratori, dipendenti di una società concessionaria di autostrade con la qualifica di Capi Squadra e assunti con contratto a tempo indeterminato part-time. Essi chiedevano il pagamento dell’indennità turno spezzato per i periodi invernali, sostenendo di svolgere le proprie mansioni con un orario articolato in turni spezzati, del tutto identico a quello dei colleghi assunti a tempo pieno ai quali l’indennità veniva regolarmente corrisposta. I lavoratori lamentavano una violazione del principio di non discriminazione.

Le Decisioni dei Giudici di Merito

Sia il Tribunale in primo grado sia la Corte d’Appello avevano dato ragione ai lavoratori. In particolare, la Corte territoriale aveva ritenuto che, poiché i dipendenti part-time erano chiamati a rendere una prestazione del tutto sovrapponibile a quella dei lavoratori full-time, negare loro l’indennità avrebbe costituito una discriminazione. Secondo i giudici di merito, non rilevava il requisito dell’eccezionalità previsto dalla norma contrattuale, in quanto i lavoratori erano stati assunti con una programmazione oraria che, di fatto, prevedeva già i turni spezzati come modalità ordinaria.

La corretta interpretazione dell’indennità turno spezzato

La società datrice di lavoro ha impugnato la sentenza d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando l’errata interpretazione della clausola del Contratto Collettivo (art. 43, lett. b). La Suprema Corte ha accolto il ricorso, fornendo un’interpretazione dirimente della norma. Il punto focale, secondo gli Ermellini, non è confrontare l’orario di lavoro svolto con quello previsto nel contratto individuale, ma analizzare la finalità stessa dell’istituto.

La ratio della norma: compensare un disagio eccezionale

La Corte ha chiarito che la ratio dell’indennità turno spezzato è quella di compensare il disagio eccezionale che un lavoratore, solitamente adibito a turni continui, subisce quando, per esigenze di servizio, il suo orario viene modificato in un turno spezzato. L’indennità non serve a retribuire una modalità di lavoro ordinaria e programmata, ma a ristorare un’alterazione imprevista e occasionale della normale sequenza lavorativa, che priva di regolarità l’organizzazione della vita del dipendente.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha motivato la sua decisione sottolineando che i giudici di merito hanno commesso un errore di interpretazione. Essi hanno basato il loro ragionamento sul principio di non discriminazione e sulla differenza tra l’orario pattuito e quello effettivamente svolto. Tuttavia, l’indagine corretta avrebbe dovuto concentrarsi sulla verifica in concreto dell’eccezionalità della modifica dell’orario rispetto a quello normalmente svolto. L’indagine ai fini della spettanza dell’indennità deve riguardare l’effettiva sussistenza di un’alterazione occasionale della routine lavorativa, tale da generare quel disagio che la norma contrattuale intende compensare. La Corte d’Appello, omettendo questa verifica, ha disapplicato il criterio fondamentale previsto dal CCNL.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Milano, in diversa composizione. Il nuovo giudice dovrà riesaminare il caso attenendosi al principio di diritto secondo cui l’indennità turno spezzato spetta solo se si accerta la sussistenza di esigenze di natura eccezionale e occasionale che giustificano la modifica dell’orario di lavoro. Questa decisione stabilisce un importante precedente: non è la modalità dell’orario (spezzato) in sé a generare il diritto all’indennità, ma il suo carattere di eccezionalità rispetto alla normale organizzazione del lavoro.

Un lavoratore part-time ha diritto all’indennità per il turno spezzato?
Il diritto non è automatico né escluso a priori. La spettanza dell’indennità dipende dalla dimostrazione che il turno spezzato sia stato imposto per esigenze di servizio eccezionali e occasionali, modificando la normale modalità lavorativa, e non che rappresenti la modalità ordinaria e programmata della prestazione.

Qual è il requisito fondamentale per ottenere l’indennità di turno spezzato secondo la Cassazione?
Il requisito fondamentale è l’eccezionalità. L’indennità ha lo scopo di compensare il disagio derivante da una modifica non ordinaria dell’orario di lavoro, da un turno continuo a uno spezzato. Se il turno spezzato è la modalità lavorativa standard e programmata, anche se non prevista nel contratto iniziale, il requisito dell’eccezionalità viene a mancare.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte di Appello?
La Corte di Cassazione ha annullato la decisione perché la Corte d’Appello ha interpretato erroneamente la clausola del contratto collettivo. Invece di verificare la sussistenza del requisito dell’eccezionalità e occasionalità del turno spezzato, si è concentrata sul principio di non discriminazione rispetto ai lavoratori full-time, trascurando la finalità specifica per cui l’indennità è stata istituita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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