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Indennità premio di servizio: no a calcolo unitario

Un ex dirigente pubblico ha richiesto un calcolo unificato della sua indennità premio di servizio, sostenendo la continuità tra due contratti successivi con la stessa amministrazione regionale: uno a tempo indeterminato e uno a termine di diritto privato. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che la diversa natura giuridica dei due rapporti interrompe la continuità, legittimando il calcolo separato delle indennità da parte dell’Istituto di Previdenza.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Premio di Servizio: No al Calcolo Unitario tra Rapporti di Lavoro di Diversa Natura

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 24170/2024, ha fornito un importante chiarimento sul calcolo dell’indennità premio di servizio in caso di successione di contratti di diversa natura con la stessa Pubblica Amministrazione. La pronuncia stabilisce che il passaggio da un rapporto di pubblico impiego a tempo indeterminato a un incarico dirigenziale a termine di diritto privato interrompe la continuità del rapporto, impedendo un calcolo unitario del trattamento di fine servizio.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un dipendente di un’amministrazione regionale, il cui rapporto di lavoro, iniziato nel 1974, subisce una trasformazione nel 1999. Il contratto a tempo indeterminato viene risolto per consentire l’instaurazione di un nuovo rapporto a tempo determinato, di natura privatistica, per ricoprire un incarico dirigenziale. Alla cessazione definitiva del rapporto nel 2011, l’Istituto di Previdenza liquida le competenze di fine servizio in modo frazionato, calcolando separatamente l’indennità maturata nel primo periodo e il TFR relativo al secondo.

Il lavoratore si oppone a tale calcolo, chiedendo la riliquidazione del trattamento sulla base del principio di unitarietà del rapporto di lavoro. La Corte d’Appello accoglie la sua domanda, ritenendo che il rapporto con l’ente fosse sostanzialmente unico e che la prescrizione non fosse maturata.

L’Istituto di Previdenza ricorre quindi in Cassazione.

La Questione Giuridica sul Calcolo dell’Indennità Premio di Servizio

Il nodo centrale della controversia è stabilire se due rapporti di lavoro consecutivi con il medesimo ente pubblico, ma caratterizzati da una diversa natura giuridica (il primo di pubblico impiego, il secondo di diritto privato a termine), possano essere considerati un unicum ai fini del calcolo dell’indennità premio di servizio. In caso affermativo, l’indennità andrebbe calcolata sulla base della retribuzione finale più elevata; in caso negativo, il calcolo frazionato operato dall’Istituto sarebbe corretto.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso dell’Istituto di Previdenza, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. I giudici hanno dato priorità all’analisi del merito della questione, assorbendo la doglianza sulla prescrizione.

Il punto chiave della motivazione risiede nella netta distinzione tra i due rapporti di lavoro. La Corte ha evidenziato come l’incarico di direttore regionale, disciplinato da una specifica legge regionale, costituisca un rapporto di lavoro a termine di diritto privato. Tale natura contrattuale è incompatibile con una continuità giuridica rispetto al precedente rapporto di pubblico impiego, seppur privatizzato.

Secondo la Cassazione, non è possibile applicare al caso di specie il principio di unitarietà del rapporto, affermato in altre pronunce (come quelle delle Sezioni Unite n. 24280/2014). Quel principio vale infatti quando il rapporto, pur modificato, mantiene la sua essenza unitaria. Nel caso in esame, invece, la trasformazione da un impiego di ruolo a un incarico dirigenziale a termine di diritto privato determina una cesura netta, che giustifica il frazionamento del trattamento di fine servizio.

La Corte ha concluso che tra il rapporto di direttore regionale (di diritto privato) e quello precedente di pubblico impiego non è riscontrabile alcuna unitarietà. Di conseguenza, il calcolo separato delle competenze è legittimo.

Le Conclusioni

L’ordinanza stabilisce un principio chiaro: la continuità del rapporto di lavoro con la Pubblica Amministrazione, ai fini del calcolo dell’indennità premio di servizio, non è presunta ma deve essere verificata in concreto, analizzando la natura giuridica dei contratti successivi. Un cambiamento sostanziale della tipologia contrattuale, come il passaggio da un regime pubblicistico a uno privatistico a termine, interrompe tale continuità.

Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche: legittima il calcolo frazionato dei trattamenti di fine servizio da parte degli enti previdenziali in situazioni analoghe e chiarisce che la mera prosecuzione dell’attività per lo stesso datore di lavoro pubblico non è sufficiente a garantire un calcolo unitario delle prestazioni se la natura del vincolo contrattuale muta radicalmente.

È possibile considerare unitario un rapporto di lavoro con la P.A. se cambia da tempo indeterminato di diritto pubblico a tempo determinato di diritto privato?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che un rapporto di lavoro a termine di diritto privato, come quello di direttore regionale conferito a un dirigente di ruolo, non presenta alcuna continuità con il precedente rapporto di ruolo ai fini della liquidazione del trattamento di fine servizio.

Come si calcola l’indennità premio di servizio in caso di successione tra un rapporto di pubblico impiego e uno di diritto privato con lo stesso ente?
I trattamenti vanno calcolati separatamente. La Corte ha ritenuto corretto frazionare il trattamento, liquidando l’indennità per il primo periodo e il TFR per il secondo, poiché non vi è unitarietà tra i due rapporti di diversa natura giuridica.

Il principio di unitarietà del rapporto di lavoro si applica sempre quando si rimane alle dipendenze dello stesso ente pubblico?
No, non sempre. La Corte ha specificato che il principio di unitarietà non si applica quando i due rapporti successivi sono di natura giuridica diversa e non è riscontrabile un’effettiva continuità, come nel passaggio da un impiego pubblico a un incarico dirigenziale di diritto privato a termine.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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