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Indennità premio di servizio: i compensi sono inclusi?

Un ex avvocato capo di un ente locale ha richiesto l’inclusione dei compensi professionali, derivanti da cause vinte, nel calcolo della sua indennità premio di servizio (IPS). Dopo il rigetto da parte della Corte d’Appello, la Corte di Cassazione, con ordinanza interlocutoria, ha riconosciuto la particolare rilevanza della questione. Il caso è stato rinviato a pubblica udienza per stabilire se tali emolumenti debbano rientrare nella nozione di ‘retribuzione contributiva’ ai fini del calcolo dell’IPS.

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Pubblicato il 27 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Premio di Servizio: la Cassazione valuta l’inclusione dei compensi legali

La Corte di Cassazione è chiamata a pronunciarsi su una questione di grande interesse per gli avvocati dipendenti degli enti pubblici: i compensi professionali derivanti dalla vittoria in giudizio devono essere inclusi nel calcolo dell’Indennità Premio di Servizio (IPS)? Con una recente ordinanza interlocutoria, la Sezione Lavoro ha ritenuto la questione di ‘particolare rilevanza’, disponendo il rinvio a una pubblica udienza per una trattazione approfondita. Analizziamo i contorni della vicenda.

I Fatti di Causa

Un ex Avvocato Capo di un Comune si era rivolto al Giudice del Lavoro per ottenere l’accertamento del proprio diritto a veder incluse, nella base di calcolo della tredicesima mensilità e dell’Indennità Premio di Servizio, le somme percepite a titolo di ripartizione dei compensi professionali per le cause concluse favorevolmente per l’ente.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto parzialmente la domanda, riconoscendo il diritto per la tredicesima ma negandolo per l’IPS. La decisione è stata poi confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello, che ha respinto l’impugnazione del legale. Di conseguenza, il lavoratore ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Questione Giuridica sull’Indennità Premio di Servizio

Il nodo centrale del contendere ruota attorno alla definizione di ‘retribuzione contributiva’ ai sensi della Legge n. 152 del 1968, che disciplina l’IPS. La domanda è se gli emolumenti di natura retributiva, corrisposti dagli enti locali ai propri avvocati interni come incentivo per le cause vinte, possano essere considerati parte di quella base di calcolo.

Mentre per la tredicesima mensilità il diritto era stato riconosciuto, la natura di tali compensi ai fini previdenziali per l’indennità di fine servizio è rimasta controversa. Il ricorrente sostiene che, avendo natura retributiva, tali somme dovrebbero concorrere a formare la base di calcolo dell’IPS, così come accade in altri ambiti.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione non ha emesso un verdetto finale sul merito della questione. Ha invece adottato un provvedimento interlocutorio, riconoscendo che il ricorso solleva una ‘questione di diritto di particolare rilevanza’.

Invece di decidere nella consueta camera di consiglio, i giudici hanno ritenuto opportuna una trattazione in pubblica udienza. Questa scelta procedurale indica che la Corte intende esaminare il tema con la massima attenzione, data la sua potenziale portata e le implicazioni per un’intera categoria di professionisti del settore pubblico.

Le Motivazioni

La motivazione dietro al rinvio a pubblica udienza risiede nella necessità di stabilire in modo chiaro e definitivo se gli emolumenti in questione rientrino nella definizione di ‘retribuzione contributiva’ ai fini dell’IPS. La Corte ha evidenziato come sia necessario un approfondimento per chiarire se queste somme, percepite dagli avvocati interni degli enti locali a seguito di esiti favorevoli delle liti, debbano essere considerate parte della retribuzione utile al calcolo delle prestazioni di fine servizio, in linea con quanto già avviene per altri istituti.

Le Conclusioni

L’ordinanza interlocutoria lascia la questione aperta, ma segnala un’importante presa di coscienza da parte della Suprema Corte. La futura sentenza, che seguirà la pubblica udienza, è destinata a diventare un punto di riferimento fondamentale per tutti gli avvocati degli enti pubblici. Un eventuale accoglimento del ricorso potrebbe avere un impatto significativo sul trattamento economico di fine rapporto di questi professionisti, uniformando la base di calcolo dell’Indennità Premio di Servizio a quella di altri elementi retributivi.

Qual è la questione principale sollevata nel ricorso?
La questione principale è se i compensi professionali, percepiti da un avvocato dipendente di un ente locale per le cause concluse favorevolmente, debbano essere inclusi nella base di calcolo per l’Indennità Premio di Servizio (IPS).

Cosa avevano deciso i giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello)?
I giudici di merito avevano riconosciuto l’inclusione di tali compensi nel calcolo della tredicesima mensilità, ma l’avevano esclusa per quanto riguarda l’Indennità Premio di Servizio.

Quale decisione ha preso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso il caso nel merito. Ha emesso un’ordinanza interlocutoria con cui, riconoscendo la particolare rilevanza della questione, ha disposto il rinvio della causa a una pubblica udienza per una discussione più approfondita prima di emettere una sentenza definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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