LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennità mansioni superiori: non assorbe la posizione

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità per mansioni superiori spettante al personale amministrativo scolastico non può assorbire la ‘posizione economica’ già percepita. Sebbene la posizione economica sia inclusa nel calcolo per determinare l’importo dell’indennità differenziale, quest’ultima deve essere corrisposta in aggiunta alla retribuzione complessiva del dipendente, che comprende anche la posizione economica stessa. La Corte ha quindi annullato la decisione di merito che aveva negato tale cumulo.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità mansioni superiori: non assorbe la posizione economica

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato una questione di grande importanza per il personale ATA della scuola, chiarendo definitivamente le modalità di calcolo dell’indennità mansioni superiori. Il principio affermato è cruciale: l’indennità aggiuntiva non può mai ‘assorbire’ o annullare la posizione economica già acquisita dal lavoratore. Analizziamo insieme la vicenda e le motivazioni di questa fondamentale decisione.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dal ricorso di due assistenti amministrativi di ruolo che, per determinati periodi, avevano svolto le mansioni superiori di Direttore dei servizi generali e amministrativi (DSGA). Pur avendo ricevuto un’indennità per tale incarico, i lavoratori lamentavano che dal calcolo era stata di fatto sottratta la loro ‘seconda posizione economica’, un elemento fisso della loro retribuzione.

Secondo l’Amministrazione, infatti, tale posizione doveva considerarsi assorbita nel trattamento economico superiore. Di conseguenza, i dipendenti si erano rivolti al Tribunale per ottenere il pagamento delle somme che ritenevano indebitamente trattenute. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano respinto le loro richieste, ritenendo legittimo l’operato del Ministero. I lavoratori hanno quindi proposto ricorso per cassazione.

La Decisione della Cassazione sull’indennità mansioni superiori

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dei dipendenti, ribaltando completamente le sentenze dei gradi precedenti. Gli Ermellini hanno stabilito che la Corte d’Appello ha errato nell’interpretare la normativa di riferimento, in particolare la Legge n. 228 del 2012.

Il punto centrale della decisione risiede nella distinzione tra la fase di calcolo dell’indennità e la fase di corresponsione della retribuzione finale. L’indennità per mansioni superiori è, per sua natura, un importo differenziale. Tuttavia, una volta calcolata, essa deve essere aggiunta al trattamento economico complessivo già in godimento del dipendente, senza intaccarlo.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha fondato il proprio ragionamento su un consolidato orientamento giurisprudenziale (richiamando Cass. n. 15198/2024). Le motivazioni sono le seguenti:

1. Normativa Speciale: L’art. 1, comma 45, della Legge n. 228/2012 è una norma speciale che deroga alla disciplina generale del pubblico impiego. Essa stabilisce un criterio specifico per la liquidazione del compenso.
2. Il Calcolo del Differenziale: La norma prevede che l’indennità sia pari alla differenza tra il trattamento previsto per il DSGA a inizio carriera e ‘quello complessivamente in godimento dell’assistente amministrativo incaricato’. Questo significa che per calcolare l’importo dell’indennità si deve considerare tutto lo stipendio dell’assistente, inclusa la posizione economica. Maggiore è lo stipendio di partenza, minore sarà l’indennità differenziale.
3. La Corresponsione Aggiuntiva: Una volta determinato questo importo differenziale (l’indennità), esso non sostituisce la retribuzione originaria, ma vi si aggiunge. La legge, infatti, non prevede un assorbimento, ma una corresponsione ‘in aggiunta’. Pertanto, il dipendente ha diritto a percepire sia la sua retribuzione completa (comprensiva di stipendio tabellare e posizione economica) sia, in più, l’indennità per le mansioni superiori.

In altre parole, la posizione economica rileva nel calcolo del quanto spetta come indennità, ma non viene eliminata dal cosa spetta complessivamente al lavoratore.

Le Conclusioni

La Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso, ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte di Appello di Torino, in diversa composizione, affinché si attenga a questo principio di diritto. La decisione rappresenta una vittoria importante per il personale scolastico, poiché tutela un elemento retributivo acquisito, come la posizione economica, impedendo che venga neutralizzato in caso di svolgimento di mansioni superiori. Si riafferma così che l’incarico superiore deve garantire un trattamento economico migliorativo, che si aggiunge e non si sostituisce a quello già maturato dal dipendente.

La ‘posizione economica’ del personale scolastico può essere assorbita dall’indennità per mansioni superiori?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che l’indennità per mansioni superiori deve essere corrisposta in aggiunta alla retribuzione complessiva già percepita, la quale include anche la posizione economica. Pertanto, non vi è alcun assorbimento.

Come si calcola l’indennità per lo svolgimento di mansioni superiori nel comparto scuola?
Si calcola determinando la differenza tra il trattamento economico previsto per il livello iniziale della qualifica superiore (es. DSGA) e il trattamento economico complessivo già in godimento del dipendente (inclusi stipendio base, anzianità e posizione economica).

Qual è la conseguenza pratica di questa sentenza per un assistente amministrativo?
L’assistente amministrativo che svolge mansioni superiori ha diritto a percepire la sua intera retribuzione originaria, comprensiva della posizione economica, più un’ulteriore somma a titolo di indennità, calcolata come differenza tra i due livelli retributivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati