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Indennità mansioni superiori: calcolo e assorbimento

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due dipendenti scolastici che, svolgendo funzioni superiori di DSGA, chiedevano un’indennità non decurtata. La Corte ha confermato che, secondo la normativa vigente (L. 228/2012), l’indennità per mansioni superiori si calcola come differenza tra il trattamento iniziale del DSGA e l’intera retribuzione del dipendente incaricato, inclusa la ‘posizione economica’ maturata. Questo meccanismo può portare a una riduzione o azzeramento dell’indennità per i lavoratori con maggiore anzianità, un principio ritenuto legittimo.

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Pubblicato il 27 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Mansioni Superiori: La Cassazione Chiarisce il Calcolo

L’ordinanza in esame affronta una questione cruciale per il personale della scuola: come si calcola correttamente l’indennità mansioni superiori? Spesso, i dipendenti del comparto ATA sono chiamati a ricoprire temporaneamente il ruolo di Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi (DSGA), una posizione di maggiore responsabilità. La Corte di Cassazione, con una recente decisione, ha consolidato un principio fondamentale: nel calcolo dell’indennità, si deve tener conto dell’intera retribuzione già percepita dal lavoratore, inclusi gli scatti di anzianità.

I Fatti di Causa

Due dipendenti amministrativi, inquadrati nell’Area B del personale ATA, hanno svolto per determinati periodi le funzioni superiori di DSGA. Hanno quindi adito il tribunale per ottenere il pieno riconoscimento giuridico ed economico di tali mansioni. Il punto centrale della loro doglianza era la modalità di calcolo dell’indennità: sostenevano l’illegittimità della prassi che assorbiva, o decurtava, dall’indennità la ‘posizione economica’ da loro già maturata, ovvero quella parte di stipendio legata all’anzianità di servizio.

Sia in primo grado che in appello, le loro domande sono state respinte. La Corte d’Appello, in particolare, ha confermato la correttezza del calcolo operato dall’amministrazione, basandosi sulla normativa applicabile ratione temporis.

La Questione Giuridica e il Calcolo dell’Indennità Mansioni Superiori

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione delle norme che regolano il compenso per lo svolgimento di mansioni superiori nel settore scolastico. I lavoratori ritenevano che la ‘posizione economica’ fosse un emolumento distinto e separato, che non doveva incidere sull’indennità spettante per il ruolo di DSGA.

La normativa di riferimento, tuttavia, è la Legge n. 228 del 2012 (commi 44 e 45), che ha introdotto una disciplina specifica. Questa legge stabilisce che il compenso per l’incarico di DSGA è pari alla differenza tra due valori:

1. Minuendo: il trattamento economico previsto per un DSGA al livello iniziale della progressione economica.
2. Sottraendo: il trattamento economico complessivamente in godimento dell’assistente amministrativo incaricato.

È proprio la definizione del ‘sottraendo’ a essere decisiva. La Cassazione chiarisce che esso include non solo lo stipendio tabellare, ma l’intero trattamento retributivo goduto, compresa la posizione economica maturata con l’anzianità.

L’impatto dell’anzianità sul calcolo

Questa impostazione normativa comporta una conseguenza diretta: l’indennità mansioni superiori è destinata a ridursi progressivamente con l’aumentare dell’anzianità del dipendente. Un assistente amministrativo con molti anni di servizio, e quindi con una retribuzione più alta, percepirà un’indennità inferiore rispetto a un collega più giovane a parità di mansioni superiori svolte. In casi di anzianità molto elevata, l’indennità può addirittura azzerarsi.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dei lavoratori, ritenendolo infondato. Le motivazioni si basano su un orientamento già consolidato (richiamando la sentenza Cass. n. 15198 del 2024) e ritenuto costituzionalmente legittimo anche dalla Corte Costituzionale.

I giudici spiegano che la Legge n. 228 del 2012 è una norma speciale che deroga alla disciplina generale e alla contrattazione collettiva. La sua finalità è quella di valorizzare l’intero trattamento retributivo già percepito dal lavoratore, che remunera l’esperienza e la professionalità già acquisite. Pertanto, non è irragionevole che l’ordinamento preveda una retribuzione aggiuntiva decrescente, fino all’azzeramento, per il dipendente più anziano, poiché la sua maggiore esperienza è già remunerata dalla progressione economica ottenuta nel tempo.

In sostanza, l’ordinamento considera che il lavoratore con maggiore anzianità è già compensato per la sua esperienza, e quindi il ‘premio’ per lo svolgimento di mansioni superiori deve tenerne conto. La Corte ha concluso che, effettuando la corretta comparazione tra i due trattamenti economici, non emergeva alcuna differenza retributiva a favore dei ricorrenti.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione conferma un principio chiaro e consolidato: il calcolo dell’indennità per lo svolgimento di mansioni superiori di DSGA deve includere nel ‘sottraendo’ la totalità della retribuzione del dipendente incaricato, compresa la posizione economica acquisita per anzianità. Questa interpretazione, sebbene possa sembrare penalizzante per i lavoratori con maggiore esperienza, è stata ritenuta legittima e non irragionevole dal legislatore e dalla giurisprudenza di legittimità e costituzionale. Di conseguenza, il personale ATA chiamato a svolgere tali incarichi deve essere consapevole che l’entità del compenso aggiuntivo è inversamente proporzionale all’anzianità di servizio maturata.

Come si calcola l’indennità per chi svolge mansioni superiori di DSGA?
Si calcola come differenza tra lo stipendio iniziale di un DSGA e l’intera retribuzione già percepita dal dipendente incaricato, inclusi gli emolumenti legati all’anzianità.

La ‘posizione economica’ maturata per anzianità viene assorbita nel calcolo dell’indennità?
Sì. La Cassazione ha confermato che l’intero trattamento economico goduto dal lavoratore, inclusa la posizione economica, costituisce il valore da sottrarre allo stipendio iniziale del DSGA per determinare l’indennità.

È legittimo che un dipendente con maggiore anzianità riceva un’indennità inferiore o pari a zero?
Sì. Secondo la Corte, questo meccanismo è legittimo e non irragionevole, poiché l’anzianità e l’esperienza del lavoratore sono già remunerate dalla progressione economica ottenuta nel corso della sua carriera.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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