LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennità lavoratori stagionali: conta l’attività?

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità lavoratori stagionali per il Covid-19 spetta in base all’effettiva attività lavorativa svolta nel settore turistico, e non secondo la classificazione previdenziale formale del datore di lavoro. In questo caso, un cuoco dipendente di un’impresa di pulizie, ma operante in un hotel, ha ottenuto il sussidio. La Corte ha sottolineato la natura assistenziale della misura, finalizzata a proteggere il reddito del lavoratore, facendo prevalere la sostanza sulla forma.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Lavoratori Stagionali Covid-19: Conta il Lavoro Svolto o la Classificazione dell’Azienda?

L’erogazione dell’indennità lavoratori stagionali prevista durante l’emergenza Covid-19 ha generato diversi dubbi interpretativi. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale: per avere diritto al sussidio, conta l’attività concretamente svolta dal lavoratore e non la classificazione previdenziale formale dell’azienda per cui lavora. Questo principio fa prevalere la sostanza sulla forma, proteggendo chi ha effettivamente operato nei settori più colpiti dalla pandemia, come quello turistico.

I Fatti del Caso: Un Cuoco in un’Azienda di Pulizie

Il caso riguarda un lavoratore che aveva richiesto l’indennità prevista per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020. Sebbene fosse formalmente dipendente di un’impresa inquadrata nel settore della “pulizia generale non specializzata di edifici”, egli aveva di fatto prestato servizio come cuoco di ristorante presso un complesso alberghiero, con un contratto collettivo nazionale (CCNL) specifico per i dipendenti di aziende del turismo.

A seguito delle restrizioni sanitarie imposte per fronteggiare la pandemia, il lavoratore, essendo un impiegato stagionale, non era stato richiamato al lavoro. L’ente previdenziale aveva negato l’indennità, sostenendo che la classificazione dell’azienda datrice di lavoro non rientrava nel settore turistico.

La Controversia sull’Accesso all’Indennità Lavoratori Stagionali

La questione legale è arrivata fino alla Corte di Cassazione. L’ente previdenziale, nel suo ricorso, ha insistito sul fatto che la classificazione statistico-contributiva dell’azienda, ai sensi della normativa vigente (L. n. 88/1989), dovesse avere effetto per tutti i fini previdenziali e assistenziali. Secondo questa tesi, poiché l’azienda era classificata nel settore pulizie, il suo dipendente non poteva beneficiare di una misura destinata ai lavoratori del turismo.

La Corte d’Appello, in riforma della decisione di primo grado, aveva invece accolto la domanda del lavoratore, ritenendo decisivo il fatto che le sue mansioni si fossero svolte concretamente all’interno del settore turistico.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’ente previdenziale, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il ragionamento dei giudici si fonda sulla natura stessa della misura in esame. L’indennità lavoratori stagionali introdotta dal D.L. n. 18/2020 non è una prestazione previdenziale legata ai contributi, ma una misura di carattere marcatamente assistenziale.

La sua ratio, ovvero il suo scopo fondamentale, era quello di fornire un sostegno al reddito personale dei lavoratori che, a causa delle restrizioni alla circolazione, si erano trovati nell’impossibilità di essere nuovamente occupati. Il legislatore voleva proteggere chi operava “nel settore del turismo e degli stabilimenti termali”, poiché questi settori erano stati direttamente e pesantemente colpiti dalle chiusure.

In quest’ottica, ancorare il diritto all’indennità alla classificazione formale dell’impresa datrice di lavoro avrebbe tradito lo scopo della norma. Si sarebbe creata una situazione paradossale in cui un lavoratore, pur avendo svolto un’attività stagionale nel turismo ed essendo stato danneggiato dalle restrizioni, sarebbe stato escluso dal beneficio solo per un dato formale relativo al suo datore di lavoro. La Corte ha quindi affermato che l’interpretazione formale proposta dall’ente avrebbe vulnerato la ratio assistenziale della legge.

Le Conclusioni: Prevale la Sostanza sulla Forma

La sentenza stabilisce un principio di grande rilevanza: nell’ambito di misure assistenziali emergenziali come l’indennità lavoratori stagionali Covid-19, l’elemento determinante è la situazione concreta del lavoratore e non l’inquadramento formale del datore di lavoro. Se un dipendente ha operato stagionalmente in un settore specifico (in questo caso, il turismo) ed è stato danneggiato dalle conseguenze delle restrizioni su quel settore, ha diritto alla protezione prevista dalla legge, indipendentemente dalla classificazione dell’azienda che lo ha assunto. La realtà fattuale del rapporto di lavoro prevale sulla classificazione burocratica.

Per ottenere l’indennità Covid per lavoratori stagionali del turismo, è determinante la classificazione previdenziale dell’azienda datrice di lavoro?
No, secondo la Corte di Cassazione non è determinante. Ciò che rileva ai fini del diritto è l’attività concretamente svolta dal lavoratore “nel settore del turismo”, data la finalità assistenziale della misura.

Qual è la finalità principale dell’indennità per i lavoratori stagionali prevista durante la pandemia?
La finalità è marcatamente assistenziale. La misura è stata introdotta per sostenere il reddito personale dei lavoratori stagionali del turismo e degli stabilimenti termali che, a causa delle restrizioni sanitarie, si sono trovati nell’impossibilità di essere nuovamente chiamati al lavoro.

Un lavoratore dipendente da un’impresa di pulizie che ha lavorato come cuoco in un hotel ha diritto all’indennità?
Sì, la sentenza ha stabilito che ha diritto all’indennità. Anche se dipendente di un’impresa di pulizie, il fatto di aver prestato servizio in concreto come cuoco stagionale in un complesso alberghiero lo qualifica come lavoratore del settore turistico ai fini di questa specifica misura di sostegno.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati