LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennità disoccupazione: no automaticità per DIS-COLL

La Corte di Cassazione ha stabilito che il principio di automaticità delle prestazioni non si applica all’indennità di disoccupazione DIS-COLL per i lavoratori parasubordinati. Un collaboratore a progetto si era visto negare il sussidio perché il committente non aveva versato i contributi. A differenza dei lavoratori dipendenti, per i collaboratori iscritti alla Gestione Separata, il diritto alla DIS-COLL sorge solo se i contributi sono stati effettivamente pagati e accreditati, come specificato dalla normativa di riferimento.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità disoccupazione: la Cassazione esclude l’automaticità per la DIS-COLL

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale riguardo all’indennità di disoccupazione per i collaboratori, nota come DIS-COLL. La Suprema Corte ha stabilito che il principio di automaticità delle prestazioni, una tutela fondamentale per i lavoratori dipendenti, non si estende ai lavoratori parasubordinati nel caso in cui il committente ometta il versamento dei contributi previdenziali. Questa decisione ribalta l’orientamento dei giudici di merito e definisce in modo restrittivo i requisiti per accedere al sussidio.

I fatti del caso: la richiesta di un collaboratore

Un lavoratore con un contratto di collaborazione a progetto si è trovato senza lavoro e senza la copertura contributiva per un periodo di 60 giorni, poiché la società committente non aveva versato i contributi dovuti all’INPS. Di conseguenza, ha presentato domanda per ottenere l’indennità di disoccupazione DIS-COLL, chiedendo che venisse applicato il principio di automaticità delle prestazioni, sancito dall’art. 2116 del Codice Civile. Secondo tale principio, il lavoratore ha diritto alle prestazioni previdenziali anche in caso di inadempienza contributiva del datore di lavoro.

La decisione dei giudici di merito

Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello di Milano avevano dato ragione al lavoratore. I giudici di merito avevano ritenuto che il principio di automaticità dovesse essere esteso anche ai lavoratori parasubordinati, garantendo loro il diritto all’indennità anche in assenza del versamento dei contributi. La Corte d’Appello, in particolare, aveva confermato che la prestazione fosse dovuta, operando un’interpretazione estensiva della tutela previdenziale.

L’indennità di disoccupazione e il ricorso dell’INPS

L’INPS, non condividendo la decisione della Corte d’Appello, ha presentato ricorso in Cassazione. L’istituto previdenziale ha sostenuto che la normativa specifica che regola la DIS-COLL (art. 15 del D.Lgs. n. 22/2015) deroga al principio generale di automaticità. Secondo l’INPS, la legge richiede esplicitamente che i contributi siano stati effettivamente versati e accreditati affinché il collaboratore possa beneficiare dell’indennità.

Le motivazioni della Suprema Corte: la DIS-COLL richiede contributi effettivi

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’INPS, ritenendo il motivo fondato. Citando suoi precedenti specifici (Cass. 30474/24 e 31303/24), ha affermato che il principio di automaticità delle prestazioni previdenziali, sancito dall’art. 2116 c.c., non si applica ai collaboratori coordinati e continuativi e a progetto iscritti alla Gestione Separata per quanto riguarda la DIS-COLL.

La Corte ha spiegato che la legge istitutiva della DIS-COLL è chiara nel collegare il diritto alla prestazione e la sua misura ai “versamenti contributivi effettuati” (comma 3) e alla “contribuzione accreditata” (comma 6). Questa formulazione non lascia spazio a interpretazioni estensive. La norma speciale prevale su quella generale, pertanto, per i collaboratori, l’effettivo versamento dei contributi è un requisito indispensabile per ottenere l’indennità. L’omissione contributiva da parte del committente, quindi, preclude il diritto del lavoratore alla prestazione di disoccupazione.

Le conclusioni: cosa cambia per i lavoratori parasubordinati

La decisione della Cassazione segna una netta distinzione tra la tutela garantita ai lavoratori dipendenti e quella prevista per i collaboratori iscritti alla Gestione Separata. Per questi ultimi, il rischio dell’inadempienza contributiva del committente ricade direttamente sul lavoratore, almeno per quanto concerne il diritto all’indennità di disoccupazione DIS-COLL. La sentenza, decidendo la causa nel merito, ha rigettato l’originaria domanda del lavoratore, stabilendo un principio restrittivo che condiziona l’accesso alla prestazione all’effettivo e materiale accredito dei contributi previdenziali.

Il principio di automaticità delle prestazioni si applica ai collaboratori a progetto per l’indennità di disoccupazione DIS-COLL?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa specifica sulla DIS-COLL (art. 15 del D.Lgs. n. 22/2015) richiede che i contributi siano stati effettivamente versati e accreditati. Pertanto, il principio generale di automaticità previsto dall’art. 2116 c.c. non si applica a questa fattispecie.

Un lavoratore parasubordinato ha diritto alla DIS-COLL se il suo committente non ha pagato i contributi?
No. L’ordinanza chiarisce che il diritto all’indennità di disoccupazione DIS-COLL è strettamente subordinato all’effettivo accredito dei contributi. L’omissione contributiva da parte del committente impedisce il sorgere del diritto alla prestazione per il lavoratore.

Perché la tutela per la DIS-COLL è diversa da quella per i lavoratori dipendenti?
La Corte ha evidenziato che la legge sulla DIS-COLL utilizza una terminologia specifica, facendo riferimento a “versamenti contributivi effettuati” e “contribuzione accreditata”. Questa formulazione crea una norma speciale che deroga al principio generale di automaticità, che invece rimane valido per la generalità dei lavoratori dipendenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati