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Indennità DIS-COLL: no a ricercatori prima del 2017

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 3831/2025, ha chiarito la decorrenza del diritto all’indennità DIS-COLL per gli assegnisti di ricerca. Un ricercatore, il cui contratto era terminato nel 2016, si era visto riconoscere il sussidio in appello. L’ente previdenziale ha impugnato la decisione, sostenendo che la norma che estendeva il beneficio ai ricercatori (L. 81/2017) non fosse retroattiva. La Suprema Corte ha accolto il ricorso, stabilendo che la legge del 2017 ha natura innovativa e non meramente interpretativa. Di conseguenza, l’indennità DIS-COLL è dovuta agli assegnisti di ricerca solo per gli eventi di disoccupazione verificatisi a partire dal 1° luglio 2017, respingendo la domanda per il periodo precedente.

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Pubblicato il 15 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità DIS-COLL per Ricercatori: la Cassazione Fissa un Paletto Temporale

L’accesso all’indennità DIS-COLL da parte di figure professionali atipiche, come gli assegnisti di ricerca, è stato oggetto di un importante chiarimento da parte della Corte di Cassazione. Con una recente ordinanza, i giudici hanno stabilito con precisione da quale momento questi lavoratori hanno diritto al sussidio di disoccupazione, risolvendo un contrasto interpretativo tra le corti di merito e l’ente previdenziale. La decisione sottolinea la natura innovativa, e non retroattiva, della legge che ha esteso la tutela a questa categoria.

I Fatti di Causa: La Controversia tra il Ricercatore e l’Ente Previdenziale

La vicenda trae origine dalla domanda di un assegnista di ricerca il cui contratto con un’importante università italiana era cessato il 31 maggio 2016. Il ricercatore aveva richiesto l’erogazione dell’indennità di disoccupazione per collaboratori, nota come DIS-COLL. Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano accolto la sua richiesta, ritenendo che gli assegnisti di ricerca rientrassero nella categoria dei collaboratori coordinati e continuativi, già beneficiari della misura sin dalla sua introduzione nel 2015.

L’ente previdenziale, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo una tesi opposta: il diritto all’indennità per gli assegnisti sarebbe sorto solo a seguito di una modifica legislativa successiva, entrata in vigore il 1° luglio 2017.

La Questione Giuridica: Interpretazione Estensiva o Innovazione Normativa?

Il nodo cruciale della controversia era stabilire la natura della Legge n. 81 del 2017. Questa legge aveva esplicitamente incluso gli ‘assegnisti e i dottorandi di ricerca’ tra i destinatari della DIS-COLL. Le corti di merito avevano considerato tale intervento come una mera ‘esplicitazione’ di un diritto già esistente, un chiarimento volto a risolvere dubbi interpretativi. Secondo questa lettura, la tutela era da considerarsi già vigente anche per il 2016.

L’ente previdenziale, al contrario, sosteneva che la legge avesse un carattere ‘innovativo’, creando di fatto un nuovo diritto per una categoria di lavoratori prima esclusa. La questione, quindi, era se la legge avesse effetto retroattivo o se producesse i suoi effetti solo per il futuro.

Le Motivazioni della Cassazione: No all’Indennità DIS-COLL prima del 2017

La Corte di Cassazione ha accolto pienamente la tesi dell’ente previdenziale, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. Le motivazioni dei giudici si fondano su un’analisi rigorosa del testo e della successione delle norme nel tempo.

Il Carattere Innovativo della Legge n. 81/2017

Il primo e più forte argomento è di natura testuale. La legge del 2017 stabilisce una decorrenza precisa: ‘a decorrere dal primo luglio 2017’. Secondo la Corte, questo ‘preciso discrimine temporale’ è incompatibile con una funzione meramente interpretativa, che per sua natura estenderebbe i suoi effetti anche al passato. Se il legislatore avesse voluto solo chiarire, non avrebbe fissato una data di inizio così specifica.

La Specificità degli Assegni di Ricerca

In secondo luogo, la Corte osserva che la norma originaria del 2015 menzionava genericamente i ‘collaboratori coordinati e continuativi’. La legge del 2017, invece, affianca a questa categoria, in modo distinto, ‘gli assegnisti e i dottorandi di ricerca’. Questa aggiunta, per la Suprema Corte, sarebbe stata ‘pleonastica’ (cioè superflua e ridondante) se gli assegnisti fossero già stati inclusi nella categoria generale. La menzione esplicita dimostra la volontà del legislatore di estendere la tutela a un gruppo prima non coperto.

La Scelta Discrezionale del Legislatore

Infine, la decisione si inquadra nel riconoscimento della discrezionalità del legislatore. La DIS-COLL è nata come misura sperimentale, prorogata nel 2016 e poi strutturata a regime. In questo percorso, il legislatore ha operato scelte ponderate, ampliando progressivamente la platea dei beneficiari in base a valutazioni che bilanciano l’estensione delle tutele con la sostenibilità finanziaria. Questa gradualità, secondo la Corte, è una scelta legittima e non irragionevole.

Conclusioni: Il Principio di Diritto e le Implicazioni Pratiche

La Corte di Cassazione ha enunciato un principio di diritto chiaro e definitivo: ‘Soltanto per gli eventi di disoccupazione successivi al primo luglio 2017 è riconosciuta agli assegnisti e ai dottorandi di ricerca con borsa di studio l’indennità di disoccupazione mensile denominata DIS-COLL’.

Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono dirette. Qualsiasi domanda per l’indennità DIS-COLL presentata da assegnisti di ricerca per periodi di disoccupazione antecedenti a tale data deve essere respinta. La sentenza pone fine all’incertezza giuridica e conferma che l’estensione dei diritti nel nostro ordinamento previdenziale avviene per tappe legislative precise, le cui date di decorrenza devono essere rispettate rigorosamente.

Un assegnista di ricerca ha diritto all’indennità DIS-COLL per un contratto terminato nel 2016?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che il diritto per questa categoria di lavoratori è riconosciuto solo per gli eventi di disoccupazione successivi al 1° luglio 2017.

La legge del 2017 che ha incluso gli assegnisti di ricerca nella DIS-COLL ha valore retroattivo?
No, la legge n. 81 del 2017 ha un carattere innovativo e non interpretativo. Pertanto, i suoi effetti si producono solo dalla data esplicita di entrata in vigore (1° luglio 2017), senza estendersi al passato.

Perché gli assegnisti di ricerca non erano considerati inclusi nella DIS-COLL prima del 2017?
Perché la normativa originaria si riferiva genericamente ai ‘collaboratori coordinati e continuativi’. La Corte ha ritenuto che la successiva menzione esplicita degli assegnisti, con una precisa decorrenza temporale, dimostri la volontà del legislatore di includerli solo da quel momento, riconoscendo la specificità del loro rapporto rispetto ad altre forme di collaborazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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