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Indennità dirigente: CCNL CONFAPI e licenziamento

Un dirigente, licenziato per soppressione del posto, contesta l’importo dell’indennità ricevuta, basandosi sul CCNL CONFAPI. Dopo due gradi di giudizio sfavorevoli, la Corte di Cassazione, riconoscendo la novità e l’importanza della questione sull’indennità dirigente, ha rinviato il caso a una pubblica udienza per una decisione che avrà valore di precedente.

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Pubblicato il 7 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Dirigente e CCNL CONFAPI: la Cassazione prepara una sentenza chiave

Il calcolo dell’indennità dirigente in caso di licenziamento per ragioni oggettive è un tema complesso, spesso al centro di controversie legali. Una recente ordinanza interlocutoria della Corte di Cassazione ha acceso i riflettori sull’interpretazione del CCNL Dirigenti CONFAPI, rinviando la decisione a una pubblica udienza. Questa scelta sottolinea la necessità di fare chiarezza su una questione di grande rilevanza per dirigenti e aziende.

I Fatti del Caso: La Soppressione della Posizione Dirigenziale

Un dirigente di un’azienda chimica veniva licenziato a seguito della soppressione della sua posizione lavorativa. Al momento della cessazione del rapporto, l’azienda gli corrispondeva un’indennità sostitutiva del preavviso pari a quattro mensilità. Il dirigente, tuttavia, riteneva di avere diritto al doppio, ovvero otto mensilità, come previsto dall’art. 19 del CCNL Dirigenti CONFAPI. Inoltre, lamentava il mancato ricevimento di un’ulteriore indennità supplementare ‘automatica’ prevista dallo stesso contratto collettivo per i casi di licenziamento per giustificato motivo oggettivo.

Il Percorso Giudiziario: Dal Tribunale alla Corte d’Appello

Il dirigente si rivolgeva inizialmente al Tribunale, chiedendo il pagamento delle mensilità mancanti, la relativa incidenza sul TFR e l’indennità supplementare. Sia il Tribunale in primo grado che la Corte d’Appello, successivamente, rigettavano le sue richieste. Secondo i giudici di merito, le pretese del dirigente non erano fondate sulla base dell’interpretazione data alle norme del contratto collettivo e alle prove raccolte durante il processo.

L’Intervento della Cassazione e l’importanza per l’indennità dirigente

Non soddisfatto delle decisioni precedenti, il dirigente proponeva ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, con un’ordinanza interlocutoria, ha deciso di non risolvere immediatamente la questione. Ha invece optato per un rinvio a una pubblica udienza, una procedura riservata a casi di particolare importanza. Questa scelta evidenzia come il caso presenti questioni giuridiche nuove e complesse la cui soluzione avrà una ‘valenza nomofilattica’, ovvero servirà a stabilire un principio di diritto valido per tutti i casi simili futuri, garantendo un’interpretazione uniforme della legge.

Le Motivazioni dell’Ordinanza Interlocutoria

La Corte ha motivato la sua decisione evidenziando che l’interpretazione delle clausole del CCNL Dirigenti CONFAPI, relative alle indennità spettanti al dirigente licenziato per ragioni oggettive, solleva questioni inedite e di principio. La complessità della materia e le potenziali ripercussioni su un’intera categoria di lavoratori e aziende richiedono un esame più approfondito in una pubblica udienza, dove il dibattito legale può essere più ampio e completo rispetto a una camera di consiglio.

Conclusioni

L’ordinanza della Cassazione non chiude la vicenda, ma la proietta verso una decisione di fondamentale importanza. Il futuro verdetto non solo determinerà l’esito della specifica controversia, ma soprattutto creerà un precedente vincolante per l’interpretazione del CCNL Dirigenti CONFAPI. Aziende e dirigenti del settore attendono con interesse la sentenza finale, che chiarirà in modo definitivo i criteri per il calcolo dell’indennità dirigente in caso di licenziamento per giustificato motivo oggettivo, influenzando le future negoziazioni e la gestione delle risoluzioni contrattuali.

Per quale motivo è stato licenziato il dirigente?
Il dirigente è stato licenziato per giustificato motivo oggettivo, in quanto la sua posizione lavorativa è stata soppressa dall’azienda.

Qual era l’oggetto principale della controversia legale?
La controversia riguardava l’esatto ammontare dell’indennità sostitutiva del preavviso e il diritto a un’indennità supplementare, basandosi sull’interpretazione dell’articolo 19 del CCNL per dirigenti CONFAPI.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione con questa ordinanza?
La Corte di Cassazione non ha deciso nel merito della questione, ma ha rinviato il caso a una nuova pubblica udienza, riconoscendo che la materia presenta questioni giuridiche nuove e di particolare importanza che necessitano di una decisione con valore di precedente per garantire un’applicazione uniforme della legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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