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Indennità di turno: quando spetta nel riposo

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 9127/2019, ha chiarito le condizioni per il riconoscimento dell’indennità di turno al personale del settore sanità. La controversia vedeva un’azienda ospedaliera opporsi alla richiesta di alcuni dipendenti di ricevere tale indennità anche nei giorni di riposo. La Corte ha stabilito una distinzione cruciale: l’indennità di turno non spetta per il sesto giorno non lavorato (in un regime di settimana corta), ma è dovuta per i giorni di riposo compensativo maturati a fronte di ore lavorative eccedenti l’orario contrattuale giornaliero. La decisione sottolinea che l’indennità è legata al disagio dell’effettiva prestazione in turno e non alla mera assenza dal servizio.

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Pubblicato il 13 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di Turno: Quando spetta durante il Riposo Compensativo? La Decisione della Cassazione

L’indennità di turno rappresenta un elemento fondamentale della retribuzione per molti lavoratori del settore sanitario, chiamati a garantire l’assistenza continua attraverso orari flessibili e spesso disagevoli. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un aspetto cruciale: spetta questo compenso anche durante i giorni di riposo? La risposta, come vedremo, non è univoca e dipende dalla natura del riposo stesso.

I Fatti del Caso: Lavoratori in Turno contro Azienda Sanitaria

Un gruppo di dipendenti di un’azienda ospedaliera universitaria, il cui orario di lavoro era articolato su tre turni di otto ore per cinque giorni a settimana, si è rivolto al giudice per ottenere il riconoscimento dell’indennità di turno anche per i giorni di riposo. Nello specifico, i lavoratori chiedevano che l’indennità venisse corrisposta sia per il sesto giorno non lavorato (la giornata di riposo settimanale nel regime della settimana corta), sia per i giorni di riposo compensativo maturati per recuperare i minuti di lavoro prestati quotidianamente in eccedenza rispetto all’orario teorico.

I tribunali di primo e secondo grado avevano dato ragione ai lavoratori, condannando l’azienda al pagamento. L’azienda ospedaliera, ritenendo errata tale interpretazione, ha proposto ricorso in Cassazione.

La Questione Giuridica sull’indennità di turno

Il cuore della controversia risiedeva nell’interpretazione dell’articolo 44 del CCNL Sanità 1994/1997. La norma prevede un’indennità giornaliera per il personale che lavora in turni, destinata a “ristorare il maggiore stress psico-fisico” derivante da tale modalità lavorativa. Il quesito posto alla Corte era se tale “ristoro” fosse dovuto solo nei giorni di effettiva prestazione lavorativa in turno o se dovesse estendersi anche a determinate giornate di assenza, quali il riposo settimanale e il riposo compensativo.

La Distinzione Chiave: Sesto Giorno non Lavorato vs. Riposo Compensativo

La Corte di Cassazione ha accolto parzialmente il ricorso dell’azienda, operando una distinzione fondamentale che chiarisce l’ambito di applicazione dell’indennità.

1. Sesto Giorno non Lavorato: La Corte ha stabilito che per il sesto giorno, che in un orario articolato su cinque giorni settimanali rappresenta una semplice giornata non lavorativa e non un riposo per recuperare prestazioni extra, l’indennità di turno non è dovuta. Si tratta di una pausa che non ha funzione di compensazione di un lavoro aggiuntivo, ma rientra nella normale articolazione dell’orario settimanale.

2. Riposo Compensativo: Diversa è la conclusione per i giorni di riposo fruiti per recuperare le ore lavorate in eccedenza. Nel caso specifico, i dipendenti lavoravano 40 ore settimanali (8 ore per 5 giorni), a fronte delle 36 ore previste come regola generale. Le ore in più venivano accumulate e recuperate tramite giorni di riposo compensativo. Per queste giornate, la Corte ha affermato che l’indennità è dovuta, in quanto esse sono la conseguenza diretta di una prestazione lavorativa aggiuntiva, svolta proprio in regime di turnazione.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Suprema Corte si fonda sulla ratio stessa dell’indennità. Essa non è un elemento fisso della retribuzione, ma un compenso la cui finalità è ristorare il disagio specifico del lavoro in turni. Pertanto, è strettamente agganciata all’effettiva prestazione del servizio o a situazioni ad essa direttamente riconducibili. Il riposo che compensa un’eccedenza oraria è considerato una conseguenza diretta della maggiore gravosità del lavoro prestato in turni e, come tale, merita di essere economicamente valorizzato anche tramite l’indennità. Al contrario, il sesto giorno non lavorato è una mera modalità di organizzazione dell’orario e non deriva da un surplus di lavoro da compensare.

Conclusioni: Cosa Cambia per i Lavoratori

Questa ordinanza fornisce un criterio interpretativo chiaro e vincolante per casi analoghi. I lavoratori turnisti del comparto sanità hanno diritto a percepire l’indennità di turno per i giorni di riposo goduti a titolo di recupero per le ore di lavoro prestate oltre l’orario contrattuale. Non hanno, invece, diritto alla stessa indennità per il sesto giorno non lavorato, qualora il loro orario sia strutturato sulla settimana corta di cinque giorni. La decisione bilancia l’esigenza di remunerare correttamente il disagio del lavoro a turni con la necessità di ancorare i compensi economici a presupposti specifici e non a generiche giornate di non lavoro.

L’indennità di turno spetta per il sesto giorno non lavorato in una settimana lavorativa di cinque giorni?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, poiché il sesto giorno è un giorno non lavorato per organizzazione dell’orario settimanale e non un riposo per recuperare ore extra, l’indennità non è dovuta.

L’indennità di turno è dovuta per i giorni di riposo concessi per recuperare ore di lavoro eccedenti l’orario giornaliero?
Sì. La sentenza chiarisce che l’indennità spetta per i giorni di riposo compensativo, in quanto questi riposi sono una diretta conseguenza di una prestazione lavorativa aggiuntiva svolta in regime di turnazione.

Qual è la natura dell’indennità di turno secondo la Corte?
L’indennità è intesa a compensare il maggior disagio psicofisico derivante dalla prestazione lavorativa in fasce orarie sempre variabili (turni). È quindi strettamente legata all’effettiva prestazione del servizio in turni e non a generiche giornate di assenza dal lavoro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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