LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennità di turno: quando è cumulabile con altri bonus

Un agente di polizia municipale ha richiesto il pagamento di un’indennità di turno cumulabile con altri compensi per lavoro notturno e festivo. L’ente datore di lavoro si è opposto, sostenendo che le indennità non fossero cumulabili. La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso dell’ente, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il principio chiave è che due indennità sono cumulabili se hanno finalità diverse: una può compensare il disagio del turno, l’altra può incentivare l’efficienza di specifici servizi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di Turno: Quando è Cumulabile con Altri Compensi? La Cassazione Chiarisce

L’indennità di turno rappresenta un elemento cruciale nella busta paga di molti lavoratori, specialmente nel pubblico impiego. Ma cosa succede quando, oltre al disagio del turno, si presentano altre condizioni particolari come il lavoro notturno o festivo? È possibile sommare le diverse indennità? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su questo tema, stabilendo un principio fondamentale: la cumulabilità dipende dalla diversa finalità dei compensi.

I Fatti del Caso: La Richiesta del Lavoratore

Un istruttore di polizia municipale, dipendente di un grande comune italiano, svolgeva il proprio servizio in regime di “settimana corta”, con un orario articolato su turni che includevano sabati, domeniche e giorni festivi infrasettimanali, nonché turni serali e notturni. A fronte di questa modalità lavorativa, l’agente ha rivendicato il diritto a percepire le indennità e i compensi aggiuntivi previsti dall’art. 52 del CCNL Enti Locali, a integrazione della sua retribuzione ordinaria.

L’ente comunale si è opposto, ritenendo che le somme richieste non fossero cumulabili con altre maggiorazioni già corrisposte per causali simili.

L’Iter Giudiziario: Dal Tribunale alla Corte d’Appello

Inizialmente, il Tribunale ha dato ragione al lavoratore. Tuttavia, la Corte d’Appello, pur riconoscendo il diritto del dipendente a un compenso, ha ridotto l’importo dovuto. I giudici di secondo grado hanno operato una distinzione cruciale: hanno escluso la cumulabilità tra l’indennità di turno e altre somme che avessero la stessa funzione di compensare il disagio del lavoro in orari disagiati.

Hanno però ammesso la cumulabilità con indennità previste da altre fonti contrattuali con finalità diverse. Nello specifico, la Corte d’Appello ha ritenuto che l’indennità per il turno fosse cumulabile con specifici incentivi volti a remunerare non il disagio generico, ma a “innalzare il livello di efficienza e di efficacia dei servizi istituzionali”, destinati solo a una parte del personale impegnato in particolari servizi di vigilanza.

Il Ricorso in Cassazione e l’indennità di turno

L’amministrazione comunale ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che le incentivazioni per lavoro notturno e festivo non fossero cumulabili con l’indennità di turno prevista dall’art. 22 del CCNL. Secondo l’ente, entrambe le voci retributive erano volte a indennizzare la stessa tipologia di disagio, rendendo illegittima una doppia compensazione.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso dell’ente inammissibile, senza entrare nel merito della questione, ma sulla base di principi procedurali e di diritto consolidati. Le motivazioni principali sono state:

1. Mancato Confronto con la Ratio Decidendi: Il ricorso dell’amministrazione non ha adeguatamente contestato il cuore del ragionamento della Corte d’Appello. Quest’ultima aveva chiaramente distinto la finalità delle due indennità: una compensativa del disagio del turno in generale, l’altra incentivante per specifici servizi. Il ricorrente si è limitato a sostenere che compensassero lo “stesso disagio”, senza smontare la costruzione logica della sentenza impugnata.

2. Inammissibilità dell’Interpretazione dei Contratti Collettivi Integrativi: Il ricorso chiedeva, di fatto, alla Cassazione di fornire una nuova interpretazione di un contratto collettivo integrativo aziendale e di una delibera comunale. La giurisprudenza costante stabilisce che l’interpretazione dei contratti collettivi non nazionali è riservata ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). La Corte di Cassazione può intervenire solo in caso di violazione delle norme legali sull’interpretazione dei contratti o per vizi di motivazione, vizi che nel caso di specie non erano stati correttamente denunciati.

3. Surrettizia Richiesta di Riesame del Fatto: Sotto l’apparenza di una violazione di legge, il ricorso mirava a una rivalutazione dei fatti e delle prove, trasformando il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito, cosa non consentita.

Conclusioni: Cosa Insegna Questa Ordinanza sull’indennità di turno

Pur essendo una decisione di inammissibilità, l’ordinanza rafforza un principio fondamentale in materia di retribuzione del lavoro pubblico. La possibilità di cumulare diverse indennità non dipende da una semplice sovrapposizione di orari (es. turno di notte in un giorno festivo), ma dalla ratio e dalla funzione che la contrattazione collettiva assegna a ciascun compenso. Se un’indennità di turno ha lo scopo di compensare la generica penosità del lavoro a turni, essa può essere sommata a un’altra indennità che, ad esempio, funge da incentivo economico per migliorare la performance in specifici e delicati servizi. Per i lavoratori, ciò significa che è essenziale analizzare attentamente la natura di ogni voce retributiva prevista dal CCNL e dalla contrattazione integrativa per verificare i propri diritti.

È possibile cumulare l’indennità di turno con altri compensi per lavoro notturno o festivo?
Sì, secondo la decisione della Corte d’Appello (non smentita dalla Cassazione), la cumulabilità è possibile a condizione che i diversi compensi abbiano finalità distinte. Se l’indennità di turno compensa il disagio generico del lavoro a turni, può essere cumulata con un’altra indennità che funge da incentivo per migliorare l’efficienza di specifici servizi.

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non contestava in modo specifico la logica della sentenza d’appello e perché chiedeva alla Corte di Cassazione di interpretare contratti collettivi integrativi, un compito che spetta ai giudici di merito e non è consentito nel giudizio di legittimità, se non per specifici vizi di violazione di legge.

Qual è la differenza fondamentale tra l’indennità per il turno e quella per l’incentivazione dei servizi?
L’indennità di turno (ex art. 22 CCNL) ha lo scopo di compensare la maggiore penosità e il disagio derivante dallo svolgere l’attività lavorativa in un sistema a turni. L’indennità incentivante (basata sull’art. 33 CCNL nel caso di specie) era invece finalizzata a un obiettivo diverso: innalzare il livello di efficienza e di efficacia di particolari servizi istituzionali, e non era attribuita a tutto il personale turnista, ma solo a quello addetto a specifici compiti di vigilanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati