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Indennità di regolarizzazione: quando spetta al lavoratore

La Corte di Cassazione ha stabilito che l’indennità di regolarizzazione spetta al lavoratore per il solo fatto di aver avviato la procedura sanzionatoria nei confronti di un passeggero senza biglietto, indipendentemente dall’effettivo incasso della somma. La decisione si fonda sull’interpretazione letterale del contratto aziendale, che non collega il diritto all’indennità alla riscossione, a differenza di altre voci retributive variabili. Il ricorso dell’azienda di trasporti è stato quindi respinto.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di Regolarizzazione: Spetta Anche Senza Incasso? La Cassazione Chiarisce

L’indennità di regolarizzazione prevista nei contratti aziendali del settore trasporti è spesso fonte di dibattito. Spetta al lavoratore per il semplice fatto di aver contestato un’irregolarità, come un passeggero senza biglietto, o è necessario che la sanzione venga effettivamente pagata? Con la recente ordinanza n. 21555/2024, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione chiara, stabilendo che il diritto all’indennità sorge con l’applicazione della procedura sanzionatoria, a prescindere dall’esito della riscossione.

I Fatti del Caso: Il Contratto Aziendale e il Diritto all’Indennità

Il caso ha origine dalla richiesta di un dipendente di una società di trasporti di vedersi riconosciuta un’indennità fissa di due euro per ogni ‘regolarizzazione’ effettuata a bordo treno o a terra. Tale attività consisteva nell’emettere verbali di accertamento a carico di utenti sprovvisti di valido titolo di viaggio, applicando la procedura di ‘esazione suppletiva’ prevista dal contratto aziendale.

La società datrice di lavoro si opponeva, sostenendo che l’indennità fosse dovuta solo in caso di effettivo incasso della sanzione da parte del passeggero. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello, tuttavia, avevano dato ragione al lavoratore, portando l’azienda a presentare ricorso in Cassazione.

L’Interpretazione Contrattuale e l’Indennità di Regolarizzazione

Il cuore della controversia risiede nell’interpretazione di una specifica clausola del contratto collettivo aziendale. La Corte di Cassazione ha focalizzato la sua analisi sul significato letterale delle parole utilizzate dalle parti contraenti, applicando i principi fondamentali dell’ermeneutica contrattuale.

La clausola in questione (art. 54.2.2 lett. a) riconosceva al personale viaggiante “due euro di indennità fissa per ogni regolarizzazione effettuata… che prevede l’applicazione della esazione suppletiva”. Secondo la Corte, il testo è inequivocabile: il diritto matura quando l’attività del dipendente comporta la previsione di una sanzione, non quando la sanzione viene riscossa.

La Posizione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’azienda, confermando le sentenze dei gradi precedenti. La decisione si basa su un’attenta analisi testuale e sistematica del contratto.

Le Motivazioni: Il Principio “Ubi Voluit Dixit”

Le motivazioni della Corte si fondano principalmente su due pilastri. In primo luogo, l’interpretazione letterale della clausola. Il testo non subordina il diritto all’indennità all’incasso, ma solo alla corretta esecuzione della procedura di regolarizzazione. In secondo luogo, un’interpretazione sistematica. I giudici hanno osservato che in altre parti dello stesso articolo (lettere b e c), relative ad altre componenti variabili della retribuzione (come le percentuali sulle sovrattasse), il contratto specificava esplicitamente che erano calcolate sull'”importo riscosso”.

Questa differenza testuale è stata decisiva. Applicando il brocardo latino ubi voluit dixit (dove ha voluto, lo ha detto), la Corte ha concluso che se le parti avessero voluto legare anche l’indennità di regolarizzazione fissa all’effettivo incasso, lo avrebbero scritto chiaramente, come hanno fatto per le altre voci. La semplice previsione dell’esazione è quindi sufficiente.

Le Conclusioni: Implicazioni per i Contratti di Lavoro

Questa ordinanza rafforza il principio secondo cui, nell’interpretazione dei contratti, il dato letterale è il punto di partenza fondamentale. La chiarezza del testo contrattuale prevale su interpretazioni che tentano di introdurre condizioni non esplicitate. Per i lavoratori del settore, ciò significa che l’attività di controllo e verbalizzazione, che costituisce un quid pluris rispetto ai compiti ordinari, deve essere remunerata per il solo fatto di essere stata svolta, riconoscendone il valore indipendentemente da fattori esterni come il successivo pagamento da parte del trasgressore. Per le aziende, sottolinea l’importanza di redigere clausole contrattuali chiare e precise per evitare future controversie.

Quando matura il diritto all’indennità di regolarizzazione per il personale viaggiante?
Il diritto all’indennità matura nel momento in cui il lavoratore effettua la regolarizzazione che prevede l’applicazione di un’esazione suppletiva (sanzione), indipendentemente dal fatto che tale sanzione venga poi effettivamente incassata.

Perché la Corte ha distinto l’indennità fissa da altre componenti variabili della retribuzione?
La Corte ha evidenziato che il contratto aziendale utilizzava termini diversi: per l’indennità fissa parlava di semplice ‘applicazione dell’esazione’, mentre per altre voci retributive (come le percentuali sulle sovrattasse) faceva esplicito riferimento all’ ‘importo riscosso’. Questa differenza testuale dimostra una diversa volontà delle parti per le due tipologie di compenso.

È necessario ammettere prove testimoniali per interpretare una clausola contrattuale?
No, la Corte ha ritenuto che, quando la questione è di mero diritto e si basa sull’interpretazione di clausole contrattuali chiare, non è necessario ricorrere a prove testimoniali. L’analisi si deve fondare sui criteri ermeneutici previsti dal codice civile, partendo dal significato letterale delle parole.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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