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Indennità di percorrenza: quando spetta all’impiegato

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un impiegato che richiedeva l’indennità di percorrenza per il tragitto casa-lavoro. La decisione si fonda sull’interpretazione del CCNL di settore, che riserva tale indennità agli impiegati che operano presso cantieri mobili e si spostano da un centro di raccolta. Avendo il lavoratore una sede fissa, il diritto non sussiste, anche se in passato l’indennità era stata corrisposta.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di percorrenza per impiegati: solo se si lavora in cantiere

L’indennità di percorrenza rappresenta un tema di frequente dibattito nel diritto del lavoro. Spetta per il semplice tragitto casa-lavoro? E quali sono le differenze tra operai e impiegati? Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione ha fornito un’interpretazione chiara e rigorosa del CCNL per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale, stabilendo che per gli impiegati tale indennità è strettamente legata alla natura mobile della prestazione lavorativa, ovvero quella svolta presso ‘cantieri’.

I fatti del caso

Un lavoratore, assunto inizialmente come operaio specializzato e successivamente inquadrato come impiegato presso un’agenzia regionale, aveva citato in giudizio il proprio datore di lavoro. Il motivo della controversia era l’interruzione, a partire dal settembre 2015, della corresponsione dell’indennità chilometrica per il tragitto quotidiano di oltre 55 km tra la sua residenza e il ‘Centro di Raccolta’, da cui poi si recava al ‘Cantiere di lavoro’.

Il Tribunale di primo grado aveva accolto le ragioni del lavoratore, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la decisione, accogliendo l’appello dell’azienda. Il lavoratore ha quindi proposto ricorso per cassazione, basando le sue argomentazioni sulla presunta violazione del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e degli accordi integrativi regionali.

L’interpretazione del CCNL e l’indennità di percorrenza

Il cuore della questione risiede nell’interpretazione degli articoli 15 e 54 del CCNL del 7 dicembre 2010. La Corte di Cassazione ha chiarito la logica di queste disposizioni, sottolineando una distinzione fondamentale tra la posizione degli operai e quella degli impiegati.

L’articolo 54, inserito nella ‘Parte operai’, prevede un rimborso per il tragitto dal centro di raccolta al luogo di lavoro. L’articolo 15, inserito nella ‘Parte comune’, estende questo diritto anche agli impiegati, ma a una condizione specifica: ‘qualora prestino la propria opera nei cantieri’.

La Corte ha stabilito che l’indennità non è concepita per rimborsare il normale tragitto casa-lavoro, ma per compensare gli spostamenti ‘infralavorativi’, cioè quelli che avvengono da una sede di servizio (il centro di raccolta) a un’altra (il cantiere). Il presupposto essenziale è quindi che l’impiegato non lavori presso una sede fissa, ma si sposti in cantieri variabili.

Le motivazioni della decisione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili e infondati i motivi del ricorso del lavoratore, confermando la sentenza della Corte d’Appello. La ratio decidendi si basa su un accertamento di fatto cruciale: il lavoratore, nonostante l’indicazione generica di ‘Cantiere di lavoro’, operava sempre presso una sede lavorativa fissa, un ufficio dell’Agenzia. Non è mai stato provato che egli prestasse servizio presso un cantiere mobile o che si spostasse da un luogo di lavoro a un altro.

Di conseguenza, mancava il presupposto fondamentale richiesto dall’articolo 15 del CCNL per riconoscere l’indennità di percorrenza all’impiegato. Il fatto che l’azienda avesse versato l’indennità fino al 2015 è stato ritenuto irrilevante. Secondo la Corte, una prassi aziendale non può derogare alla contrattazione collettiva e, al più, l’affidamento del lavoratore avrebbe potuto giustificare la non restituzione delle somme passate, ma non creare un diritto a percepirle per il futuro.

Conclusioni

Con questa pronuncia, la Suprema Corte ha stabilito un principio di diritto chiaro: ai sensi degli artt. 15 e 54 del CCNL per i dipendenti del settore idraulico-forestale, un impiegato ha diritto all’indennità di percorrenza, pari a 1/5 del costo di un litro di benzina per chilometro, solo se si verificano due condizioni cumulative:

1. Il datore di lavoro non fornisce un mezzo di trasporto.
2. L’impiegato presta la sua opera presso ‘cantieri’ e utilizza il proprio mezzo per raggiungere il posto di lavoro muovendosi dal ‘centro di raccolta’.

La decisione sottolinea l’importanza di un’analisi rigorosa delle clausole contrattuali e della natura effettiva della prestazione lavorativa. La mera denominazione del luogo di lavoro come ‘cantiere’ non è sufficiente se, di fatto, il lavoratore opera stabilmente presso una sede fissa. Per i datori di lavoro, ciò significa poter legittimamente interrompere il pagamento di indennità non dovute, mentre per i lavoratori, evidenzia la necessità di dimostrare concretamente la sussistenza dei presupposti previsti dal contratto collettivo per avanzare le proprie pretese.

A un impiegato spetta l’indennità di percorrenza per il tragitto casa-lavoro?
No, secondo questa decisione e il CCNL di riferimento, l’indennità non copre il tragitto casa-lavoro, ma solo lo spostamento dal ‘centro di raccolta’ al ‘cantiere di lavoro’. Il presupposto è che la prestazione sia svolta in un luogo non fisso.

Qual è la differenza tra operai e impiegati riguardo a questa indennità?
Il CCNL analizzato prevede l’indennità come regola per gli operai che si spostano dal centro di raccolta ai cantieri. Per gli impiegati, invece, è un’eccezione, applicabile solo se la loro attività lavorativa si svolge effettivamente presso i cantieri e non in una sede fissa.

Il fatto che l’azienda abbia pagato l’indennità in passato crea un diritto per il futuro?
No. La Corte ha chiarito che una prassi aziendale non può prevalere su una chiara disposizione della contrattazione collettiva. Il pagamento passato, se non dovuto, non genera un diritto acquisito a continuare a riceverlo in futuro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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