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Indennità di mensa nel TFR: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 31719/2024, ha stabilito che l’indennità di mensa non rientra automaticamente nella base di calcolo del TFR. In un caso tra una struttura sanitaria e un suo ex dipendente, la Corte ha chiarito che tale indennità ha natura assistenziale e non retributiva, a meno che i contratti collettivi non dispongano diversamente. La Corte ha quindi cassato la sentenza d’appello che l’aveva inclusa, rinviando la causa per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di mensa nel TFR: La Cassazione detta le regole

L’inclusione di alcune voci accessorie nella base di calcolo del Trattamento di Fine Rapporto (TFR) è da sempre fonte di contenzioso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fatto luce su un elemento specifico: l’indennità di mensa. La Suprema Corte ha chiarito che questa voce, per sua natura, non ha carattere retributivo e, pertanto, non deve essere computata nel TFR, a meno che non sia un contratto collettivo a stabilirlo espressamente. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

La vicenda trae origine dalla richiesta di un ex dipendente di una nota struttura sanitaria, il quale riteneva che il suo TFR fosse stato calcolato in modo errato. In particolare, sosteneva che alcune voci, tra cui l’indennità sostitutiva del servizio mensa, avrebbero dovuto essere incluse nella base di calcolo.

Il Tribunale di primo grado aveva dato ragione al lavoratore. La Corte d’Appello, pur riducendo l’importo dovuto, aveva confermato l’impianto della decisione, ritenendo che l’indennità di mensa dovesse essere inclusa nel calcolo del TFR per il periodo precedente all’entrata in vigore di un specifico contratto collettivo (31.12.2001), in quanto corrisposta in modo continuativo.

La struttura sanitaria, non soddisfatta della decisione, ha proposto ricorso per Cassazione, basandolo su diversi motivi, tra cui la violazione di legge proprio in merito all’erronea inclusione dell’indennità di mensa nel computo del TFR.

L’indennità di mensa e i motivi del ricorso

Il datore di lavoro ha contestato la decisione della Corte d’Appello sostenendo che avesse erroneamente interpretato la normativa di riferimento, in particolare la legge n. 359 del 1992. Secondo il ricorrente, tale legge esclude categoricamente che il valore del servizio mensa o della relativa indennità sostitutiva possa essere considerato parte della retribuzione utile ai fini degli istituti legali e contrattuali, come il TFR.

La Corte d’Appello aveva invece ritenuto che tale norma si applicasse solo in presenza di un servizio mensa effettivamente istituito dall’azienda, condizione che nel caso di specie non era provata. Di conseguenza, aveva considerato l’indennità come una normale voce retributiva per il periodo in cui non era in vigore una specifica disciplina contrattuale derogatoria.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il motivo di ricorso relativo all’indennità di mensa, ribaltando la decisione dei giudici d’appello. Gli Ermellini hanno chiarito che la legge n. 359 del 1992 ha una portata generale e va interpretata nel senso di escludere la natura retributiva dell’indennità sostitutiva di mensa ‘in sé’, indipendentemente dall’effettiva istituzione di un servizio mensa aziendale.

Secondo la Suprema Corte, tale indennità ha una finalità assistenziale e non costituisce un corrispettivo della prestazione lavorativa. Di conseguenza, non può essere computata nel calcolo del TFR, salvo che la contrattazione collettiva (nazionale o aziendale) disponga espressamente in senso contrario, attribuendole natura retributiva.

La Corte ha specificato che la volontà del legislatore del 1992 era proprio quella di conferire valore di interpretazione autentica e retroattiva a questo principio, sanando la validità di accordi sindacali che in passato escludevano tale voce dalla retribuzione. La Corte d’Appello ha quindi errato nel non applicare questo principio consolidato.

Per quanto riguarda gli altri motivi di ricorso, la Cassazione li ha rigettati. In particolare, ha confermato che il calcolo delle differenze retributive e del TFR deve sempre essere effettuato al lordo delle ritenute fiscali, poiché il datore di lavoro agisce come sostituto d’imposta solo al momento dell’effettivo pagamento.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato con rinvio la sentenza impugnata. Ciò significa che la Corte d’Appello dovrà riesaminare la questione e ricalcolare le somme dovute al lavoratore, escludendo l’indennità di mensa dalla base di calcolo del TFR. Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: le voci erogate dal datore di lavoro con finalità prevalentemente assistenziale o risarcitoria non concorrono a formare la base imponibile per il calcolo degli istituti retributivi indiretti, come il TFR, a meno che una fonte legale o, più comunemente, contrattuale non lo preveda esplicitamente.

L’indennità di mensa va sempre inclusa nel calcolo del TFR?
No. Secondo la Corte di Cassazione, l’indennità di mensa ha natura assistenziale e non retributiva. Pertanto, non rientra nella base di calcolo del TFR, a meno che non sia un contratto collettivo (nazionale o aziendale) a prevederlo espressamente.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
La Corte d’Appello aveva erroneamente interpretato la legge n. 359 del 1992, ritenendo che l’esclusione dell’indennità dal TFR si applicasse solo in caso di servizio mensa effettivamente istituito. La Cassazione ha invece chiarito che il principio ha portata generale e si applica a prescindere dall’istituzione del servizio, data la natura intrinsecamente non retributiva dell’indennità.

Il ricalcolo delle differenze sul TFR deve essere fatto al lordo o al netto delle imposte?
Il calcolo deve avvenire sempre al lordo delle ritenute fiscali. Il datore di lavoro opera come sostituto d’imposta e applica le trattenute solo al momento dell’effettivo pagamento delle somme al lavoratore.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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