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Indennità di disoccupazione: esclusa per i Co.Co.Co. PA

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5812/2024, ha stabilito che l’indennità di disoccupazione per i collaboratori coordinati e continuativi, introdotta dalla Legge n. 92/2012, non si applica a coloro che lavorano per la Pubblica Amministrazione. La decisione si basa sull’interpretazione restrittiva della norma, che richiama una disciplina (D.Lgs. 276/2003) esplicitamente inapplicabile al settore pubblico, creando una netta distinzione tra collaboratori del privato e del pubblico.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di Disoccupazione per Co.Co.Co.: La Cassazione Esclude la Pubblica Amministrazione

Con una recente e significativa ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato la questione dell’applicabilità dell’indennità di disoccupazione ai collaboratori coordinati e continuativi (Co.Co.Co.) operanti nel settore pubblico. La decisione chiarisce in modo definitivo che tale sussidio, introdotto dalla legge Fornero (L. 92/2012), è riservato esclusivamente ai collaboratori del settore privato, escludendo chi presta la propria opera per le Pubbliche Amministrazioni.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di una collaboratrice che, dopo aver lavorato con contratti di collaborazione coordinata e continuativa presso due diversi istituti scolastici pubblici, aveva presentato domanda all’INPS per ottenere l’indennità di disoccupazione per l’anno di riferimento.

Inizialmente, il Tribunale aveva respinto la sua domanda. Successivamente, la Corte d’Appello aveva riformato la decisione, riconoscendo il diritto della lavoratrice alla prestazione. Secondo i giudici di secondo grado, la conformità dei contratti alla normativa sul pubblico impiego (D.Lgs. 165/2001) era sufficiente per l’accesso al beneficio. L’INPS, non condividendo tale interpretazione, ha proposto ricorso per cassazione, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’INPS, annullando la sentenza della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno affermato un principio di diritto chiaro e restrittivo: l’indennità in questione non spetta ai collaboratori delle pubbliche amministrazioni.

La causa è stata quindi rinviata alla Corte d’Appello in diversa composizione, che dovrà attenersi al principio stabilito per la decisione finale, anche in merito alle spese legali.

Le Motivazioni: un richiamo normativo selettivo sull’indennità di disoccupazione

Il fulcro del ragionamento della Cassazione risiede nell’interpretazione letterale e sistematica delle norme. La legge istitutiva dell’indennità (art. 2, comma 51, L. 92/2012) la riconosce espressamente ai “collaboratori coordinati e continuativi di cui all’articolo 61, comma 1, del decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276”.

Questo richiamo non è generico, ma specifico e selettivo. Il punto cruciale è che lo stesso D.Lgs. n. 276/2003 (la cosiddetta “Legge Biagi”) stabilisce in modo inequivocabile, al suo art. 1, comma 2, di non applicarsi “per le pubbliche amministrazioni e per il loro personale”.

Di conseguenza, se la norma che definisce la tipologia di collaboratori beneficiari dell’indennità non si applica al settore pubblico, ne deriva logicamente che i collaboratori della Pubblica Amministrazione sono esclusi dal beneficio. La Corte ha sottolineato come questa esclusione sia il frutto di una scelta consapevole del legislatore, che ha inteso regolare i rapporti di lavoro nel settore pubblico e privato con discipline distinte e non sovrapponibili.

I contratti di collaborazione nel pubblico impiego, infatti, sono disciplinati da un’altra normativa, il D.Lgs. n. 165/2001, che prevede requisiti e modalità differenti. Pertanto, la Corte d’Appello ha errato nel ritenere irrilevante l’esclusione prevista dal D.Lgs. 276/2003, compiendo una scelta ermeneutica non supportata da elementi testuali e sistematici.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida una netta separazione tra la tutela previdenziale dei collaboratori del settore privato e quelli del settore pubblico per quanto riguarda la specifica indennità di disoccupazione introdotta nel 2012. La decisione implica che un collaboratore che abbia operato per un ente pubblico (come una scuola, un comune o un ministero) non può accedere a questa forma di sostegno al reddito, anche se in possesso di tutti gli altri requisiti contributivi e di disoccupazione.

La pronuncia ribadisce l’importanza dell’interpretazione rigorosa delle norme, specialmente quando il legislatore opera richiami specifici a determinati testi di legge. Per i collaboratori e per gli operatori del diritto, emerge la necessità di analizzare attentamente non solo la norma che istituisce un diritto, ma anche l’intero impianto normativo a cui essa fa riferimento, per determinare correttamente l’ambito di applicazione soggettivo.

Un collaboratore coordinato e continuativo che lavora per la Pubblica Amministrazione ha diritto all’indennità di disoccupazione prevista dalla Legge 92/2012?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che tale indennità è riconosciuta solo ai collaboratori di cui all’art. 61 del D.Lgs. n. 276/2003, una normativa che per sua stessa previsione non si applica alle pubbliche amministrazioni.

Perché la normativa sui collaboratori (D.Lgs. 276/2003) non si applica al settore pubblico?
L’articolo 1, comma 2, del D.Lgs. n. 276/2003 esclude espressamente la sua applicazione alle pubbliche amministrazioni e al loro personale. I rapporti di collaborazione con gli enti pubblici sono invece disciplinati da una normativa specifica, principalmente il D.Lgs. n. 165/2001.

Qual è il principio di diritto stabilito dalla Cassazione in questa ordinanza?
Il principio è che l’indennità di disoccupazione regolata dall’art. 2, commi 51 e seguenti, della Legge 28 giugno 2012, n. 92, spetta unicamente ai collaboratori coordinati e continuativi del settore privato, i cui contratti sono riconducibili alla disciplina del D.Lgs. n. 276/2003, e non a coloro che hanno ricevuto incarichi dalle pubbliche amministrazioni ai sensi del D.Lgs. n. 165/2001.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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