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Indennità di disoccupazione e malattia: la guida

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5912/2024, ha stabilito che per ottenere la ‘neutralizzazione’ di un periodo di malattia ai fini del calcolo dei requisiti per l’indennità di disoccupazione, non è sufficiente il solo certificato medico. È indispensabile che il lavoratore rispetti la procedura di comunicazione tempestiva all’INPS, come previsto dalla legge. La Corte ha cassato la decisione d’appello che aveva concesso il beneficio senza verificare il rispetto di tale onere procedurale, fondamentale per consentire all’ente le dovute verifiche.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità di disoccupazione e malattia: perché comunicare all’INPS è fondamentale

Ottenere l’indennità di disoccupazione richiede il rispetto di precisi requisiti contributivi. Ma cosa succede se un lungo periodo di malattia impedisce di raggiungerli? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5912 del 5 marzo 2024, ha fornito un chiarimento cruciale: il solo certificato medico non basta. È necessario seguire una procedura specifica di comunicazione all’INPS, pena la perdita del diritto a ‘neutralizzare’ il periodo di assenza. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Richiesta di Sostegno al Reddito

Un lavoratore si vedeva respingere la domanda di indennità di disoccupazione dall’INPS per carenza del requisito contributivo, ovvero non aver versato almeno cinquantadue contributi settimanali nel biennio precedente la cessazione del rapporto di lavoro. Il lavoratore, tuttavia, sosteneva che dal calcolo dovesse essere escluso un periodo di assenza per malattia certificata, il che avrebbe permesso, andando ‘a ritroso’ nel tempo, di raggiungere il numero di contributi richiesto.

Mentre il Tribunale di primo grado respingeva la sua richiesta, la Corte d’Appello di Messina accoglieva il suo gravame. I giudici di secondo grado ritenevano che il periodo di malattia, comprovato da certificati di un ente ospedaliero pubblico, dovesse essere escluso dal computo del biennio, basandosi su un principio generale del sistema previdenziale che tutela il lavoratore quando il mancato versamento dei contributi non è a lui imputabile.

I Motivi del Ricorso dell’INPS e l’importanza della comunicazione

L’INPS ha impugnato la decisione d’appello dinanzi alla Corte di Cassazione, sollevando due motivi principali.

Il Primo Motivo: Violazione delle Norme sulla Comunicazione della Malattia

L’Istituto ha sostenuto che la Corte d’Appello avesse errato nel non considerare l’obbligo del lavoratore di comunicare il periodo di malattia secondo precise modalità e tempistiche. La legge, infatti, distingue tra periodi di malattia di durata diversa e prevede procedure specifiche per la loro rilevanza ai fini previdenziali. Per le malattie di durata inferiore a un anno, come nel caso di specie, è richiesta una denuncia all’INPS entro 60 giorni dall’inizio dell’evento. Questo adempimento non è una mera formalità, ma è funzionale a consentire all’ente di effettuare le necessarie verifiche.

Il Secondo Motivo: L’Incompatibilità tra Indennità di Disoccupazione e Pensione

L’INPS ha inoltre lamentato l’omessa pronuncia della Corte d’Appello su un altro punto cruciale: l’incompatibilità tra l’indennità di disoccupazione e la pensione che il lavoratore aveva iniziato a percepire dal gennaio 2013. Secondo l’ente, la Corte avrebbe dovuto valutare se il diritto alla prestazione di disoccupazione non fosse venuto meno dal momento in cui il lavoratore era diventato titolare di un trattamento pensionistico.

Le Motivazioni della Suprema Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto entrambi i motivi del ricorso dell’INPS, cassando la sentenza d’appello e rinviando la causa per un nuovo esame.

Sul primo punto, i giudici supremi hanno chiarito che l’esclusione (o ‘neutralizzazione’) dei periodi di malattia dal computo del biennio contributivo è subordinata a requisiti tassativi. La normativa applicabile (in particolare l’art. 11 del D.P.R. n. 818 del 1957) impone all’assicurato precisi oneri di comunicazione. Questi adempimenti, lungi dall’essere un ‘aggravio procedurale irragionevole’, sono essenziali per consentire all’INPS un ‘tempestivo accertamento’, condizione sancita dalla legge per poter considerare valido il periodo di assenza. La Corte d’Appello ha errato nel ritenere sufficiente la certificazione ospedaliera, ignorando la mancata osservanza della procedura di denuncia.

Anche il secondo motivo è stato ritenuto fondato. La Cassazione ha rilevato che la pronuncia impugnata non aveva speso una sola parola sulla questione, pur ritualmente sollevata dall’INPS, dell’incompatibilità tra l’indennità richiesta e la pensione già percepita dal lavoratore. Si tratta di un vizio di omessa pronuncia su un aspetto autonomo e decisivo per la fondatezza della domanda.

Conclusioni: L’Importanza degli Adempimenti Procedurali

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale nel diritto del lavoro e previdenziale: il rispetto delle procedure non è un optional. Per far valere un proprio diritto, come quello alla neutralizzazione dei periodi di malattia per ottenere l’indennità di disoccupazione, è indispensabile seguire le regole stabilite dalla legge. La comunicazione tempestiva all’INPS non è una semplice formalità burocratica, ma una condizione sostanziale che garantisce il corretto funzionamento del sistema di tutele e permette all’ente di svolgere i suoi compiti di verifica. La decisione insegna che trascurare questi passaggi procedurali può avere conseguenze determinanti, fino alla perdita del beneficio richiesto.

È sufficiente un certificato medico per escludere un periodo di malattia dal calcolo per l’indennità di disoccupazione?
No, non è sufficiente. La Corte di Cassazione ha chiarito che, per malattie di durata inferiore a un anno, l’assicurato deve rispettare specifici oneri procedurali, come denunciare l’inizio della malattia all’INPS entro 60 giorni, per ottenere la ‘neutralizzazione’ del periodo.

Perché la comunicazione tempestiva della malattia all’INPS è così importante per l’indennità di disoccupazione?
È essenziale perché consente all’INPS di effettuare tempestive ed efficaci verifiche sulla condizione di malattia. La legge stabilisce questo ‘tempestivo accertamento’ come una condizione necessaria per poter escludere il periodo di malattia dal computo del biennio contributivo di riferimento.

Cosa succede se un giudice d’appello non si pronuncia su un’eccezione sollevata da una delle parti?
La sentenza può essere annullata per vizio di omessa pronuncia, violando il principio di corrispondenza tra chiesto e pronunciato. Nel caso di specie, la Corte d’Appello non ha esaminato l’eccezione dell’INPS sull’incompatibilità tra l’indennità di disoccupazione e la pensione percepita dal lavoratore, e questo ha contribuito alla cassazione della sentenza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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