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Indennità chilometrica: si applica il CCNL privato?

La Corte di Cassazione ha confermato il diritto all’indennità chilometrica per un operaio forestale di un’agenzia regionale, stabilendo che al rapporto di lavoro, pur essendo pubblico, si applica la contrattazione collettiva del settore privato. La Corte ha respinto il ricorso dell’ente, che contestava l’applicabilità del CCNL idraulico-forestale, ribadendo che specifiche leggi nazionali e regionali prevedono questa deroga per la categoria. La decisione si fonda sull’esigenza di tutelare il trattamento economico dei lavoratori, incluso il rimborso per gli spostamenti dal centro di raccolta più vicino alla residenza.

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Pubblicato il 16 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità chilometrica e pubblico impiego: quando si applica il contratto privato?

L’ordinanza n. 23894/2024 della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto del lavoro: l’applicabilità della contrattazione collettiva privata ai dipendenti di enti pubblici non economici, con particolare riferimento al diritto all’indennità chilometrica. La Suprema Corte ha chiarito che, in settori specifici come quello idraulico-forestale, la legge stessa prevede una speciale disciplina che giustifica il ricorso al Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) del settore privato.

I Fatti del Caso

Un operaio forestale, assunto con contratti a tempo determinato da un’agenzia regionale per le attività irrigue e forestali, ha citato in giudizio il proprio datore di lavoro per ottenere il pagamento dell’indennità chilometrica. Il lavoratore sosteneva di aver diritto al rimborso per i chilometri percorsi quotidianamente dalla sua residenza, individuata come centro di raccolta, ai vari luoghi di lavoro.

L’agenzia, contravvenendo a precedenti accordi sindacali, aveva unilateralmente spostato il “centro di raccolta” del lavoratore in un altro comune, più distante, senza riconoscere le maggiori spese di viaggio. Il Tribunale prima e la Corte d’Appello poi avevano dato ragione al lavoratore, condannando l’ente pubblico al pagamento di circa 27.500 euro. L’agenzia ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che, in quanto ente pubblico non economico, non fosse tenuta ad applicare la contrattazione collettiva del settore privato.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso dell’agenzia regionale, confermando la sentenza d’appello e, di conseguenza, il diritto del lavoratore a percepire l’indennità chilometrica calcolata secondo le regole del CCNL e del contratto integrativo regionale (CIRL) del settore idraulico-forestale.

Le Motivazioni: la specialità del rapporto di lavoro degli operai forestali e l’indennità chilometrica

Il cuore della pronuncia risiede nell’analisi della normativa speciale che regola il rapporto di lavoro degli operai idraulico-forestali, anche quando dipendenti di pubbliche amministrazioni. La Corte ha ricostruito il quadro normativo, evidenziando come, storicamente, la legislazione nazionale (a partire dalla L. n. 124/1985 e fino al più recente D.L. n. 120/2021) abbia sempre previsto per questa categoria di lavoratori l’applicazione del CCNL del settore privato.

La stessa legge istitutiva dell’agenzia regionale pugliese (l.r. n. 3/2010) richiamava espressamente tale contratto collettivo per il personale operaio. Secondo la Cassazione, questa scelta legislativa non snatura il rapporto di lavoro, che rimane di natura pubblica, ma ne disciplina specifici aspetti, in particolare il “trattamento giuridico-economico e assicurativo-previdenziale”. L’indennità chilometrica rientra a pieno titolo in questo trattamento economico.

I giudici hanno sottolineato che l’applicazione del CCNL privato non è una scelta discrezionale, ma un obbligo derivante da una precisa fonte legale, che prevale sui principi generali del pubblico impiego contrattualizzato (D.Lgs. 165/2001). Anche le vicende legislative regionali, che avevano visto l’abrogazione e la successiva reintroduzione della norma, non hanno interrotto l’applicabilità del CCNL, poiché le disposizioni transitorie ne garantivano la continuità.

Infine, la Corte ha respinto l’argomento dell’ente relativo ai vincoli di finanza pubblica (D.Lgs. n. 78/2010), chiarendo che tali norme non si applicano in via diretta alle Regioni e non possono prevalere su una disciplina speciale che regola un trattamento economico previsto contrattualmente.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un importante principio: la specialità di alcuni settori del pubblico impiego, come quello forestale, giustifica l’applicazione di normative e contratti collettivi tipici del settore privato. La pronuncia chiarisce che il diritto all’indennità chilometrica e, più in generale, il trattamento economico degli operai forestali, deve essere determinato sulla base del CCNL di riferimento, anche se il datore di lavoro è un ente pubblico. La decisione rappresenta una significativa tutela per i lavoratori del settore, garantendo uniformità di trattamento e il riconoscimento di diritti economici fondamentali legati alle particolari modalità di svolgimento della prestazione lavorativa, spesso itinerante e in luoghi disagiati.

A un dipendente di un ente pubblico non economico si può applicare un contratto collettivo di tipo privato?
Sì, la Corte ha stabilito che è possibile quando una specifica legge, nazionale o regionale, lo preveda espressamente. Nel caso degli operai idraulico-forestali, la normativa di settore ha storicamente rinviato alla contrattazione collettiva privata per regolare il trattamento economico e giuridico, pur rimanendo il rapporto di lavoro di natura pubblica.

Come si calcola l’indennità chilometrica se il datore di lavoro cambia il “centro di raccolta”?
La sentenza conferma la decisione dei giudici di merito, i quali hanno ritenuto che il calcolo dovesse partire dal centro di raccolta più vicino alla residenza del lavoratore, come previsto dagli accordi sindacali. La modifica unilaterale da parte del datore di lavoro è stata considerata illegittima, e l’indennità va calcolata in modo da ridurre al minimo il disagio per il dipendente.

L’applicazione di un contratto privato a un dipendente pubblico viola i principi del pubblico impiego?
No. La Cassazione ha chiarito che l’applicazione del CCNL privato non osta alla qualificazione del rapporto come lavoro pubblico. Si tratta di una disciplina speciale, voluta dal legislatore, che regola specifici aspetti del rapporto (in questo caso, il trattamento economico) senza alterarne la natura pubblicistica complessiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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