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Indennità chilometrica: si applica il CCNL privato?

Un’agenzia regionale aveva interrotto il pagamento dell’indennità chilometrica a un dipendente, sostenendo l’inapplicabilità del CCNL di settore privato. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’agenzia, stabilendo che il rapporto di lavoro, seppur pubblico, rientra nell’ambito del lavoro privatizzato e, pertanto, il trattamento economico previsto dal CCNL privato è legittimo. Inoltre, le norme generali sul contenimento della spesa pubblica non rendono automaticamente inefficace una specifica clausola contrattuale come quella sull’indennità chilometrica.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità Chilometrica nel Pubblico Impiego: la Cassazione fa Chiarezza

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato un tema di grande interesse per i dipendenti pubblici del settore idraulico-forestale: il diritto a percepire l’indennità chilometrica prevista da un Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) di natura privatistica. La Corte ha stabilito che, anche per un ente pubblico non economico, il rapporto di lavoro rientra nel cosiddetto ‘pubblico impiego privatizzato’, rendendo legittima l’applicazione del trattamento economico previsto dal CCNL. Vediamo nel dettaglio la vicenda.

I Fatti del Caso

Un lavoratore, dipendente di un’Agenzia Regionale per le attività irrigue e forestali, si è visto negare il pagamento dell’indennità chilometrica per un periodo di circa quattro anni. L’Agenzia sosteneva che il CCNL del settore privato, che prevedeva tale emolumento, non fosse applicabile al rapporto di lavoro, essendo essa un ente pubblico. Sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, condannando l’Agenzia al pagamento delle somme dovute. L’ente pubblico ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione, basando la sua difesa su tre motivi principali.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, confermando la decisione dei giudici di merito. L’analisi dei motivi di ricorso offre spunti importanti sull’applicazione dei contratti collettivi nel pubblico impiego.

Analisi del Primo Motivo: L’Inammissibilità della Questione sull’Avvalimento

L’Agenzia sosteneva che il lavoratore non fosse mai stato formalmente trasferito alle sue dipendenze, ma fosse semplicemente ‘in avvalimento’ dalla Regione. Secondo questa tesi, il CCNL dell’Agenzia non sarebbe stato applicabile. La Cassazione ha dichiarato questo motivo inammissibile, in quanto rappresentava una contestazione dell’accertamento dei fatti già compiuto dalla Corte d’Appello, la quale aveva trovato prove documentali del trasferimento (come l’elenco del personale da trasferire e l’opzione di passaggio). Sollevare tale questione per la prima volta in Cassazione, senza averla specificata nei gradi precedenti, non è consentito.

Il Secondo Motivo sull’applicazione dell’indennità chilometrica

Il secondo motivo si basava sull’erronea applicabilità del CCNL di diritto privato a un datore di lavoro pubblico. La Corte ha respinto anche questa argomentazione, richiamando un suo orientamento consolidato. Ha chiarito che la disciplina speciale per i lavoratori del settore idraulico-forestale è perfettamente compatibile con i principi del pubblico impiego contrattualizzato. Pertanto, l’applicazione del CCNL privato è corretta per quanto riguarda gli aspetti come l’inquadramento, le mansioni e il trattamento economico, inclusa quindi l’indennità chilometrica.

Il Terzo Motivo: L’Impatto delle Norme sulla Spesa Pubblica

Infine, l’Agenzia lamentava che il pagamento dell’indennità violasse le norme sul contenimento della spesa pubblica (in particolare l’art. 6 del d.l. n. 78/2010). La Cassazione ha ritenuto infondato anche questo motivo, specificando che tali disposizioni non si applicano direttamente alle Regioni e agli enti del Servizio Sanitario Nazionale, ma costituiscono principi generali per il coordinamento della finanza pubblica. La semplice invocazione di una norma sul contenimento dei costi non è sufficiente a rendere inefficace una clausola specifica di un contratto collettivo, come quella relativa all’indennità chilometrica.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Corte si fonda su un principio cardine del diritto del lavoro pubblico: la ‘privatizzazione’ o ‘contrattualizzazione’ del rapporto. Con il d.lgs. 165/2001, il legislatore ha scelto di regolare la maggior parte dei rapporti di lavoro con le pubbliche amministrazioni attraverso gli strumenti del diritto privato, ovvero il contratto individuale e la contrattazione collettiva. Questo significa che, salvo eccezioni specifiche, le regole applicabili sono quelle del codice civile e dei CCNL di settore. La Corte ha ribadito che, anche quando il datore di lavoro è un ente pubblico non economico, se il rapporto rientra in quest’ambito, la fonte principale della sua disciplina economica è il contratto collettivo. Le norme sul contenimento della spesa pubblica, sebbene importanti, non possono agire come un veto automatico su ogni clausola contrattuale che comporti un costo, ma devono essere integrate nel sistema complessivo delle fonti.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza conferma un importante principio: l’appartenenza di un ente alla pubblica amministrazione non esclude di per sé l’applicazione di un CCNL di diritto privato, se il rapporto di lavoro è contrattualizzato. I dipendenti di enti come le agenzie regionali possono quindi legittimamente rivendicare i trattamenti economici, come l’indennità chilometrica, previsti dai rispettivi CCNL. La sentenza sottolinea inoltre che le norme sulla spending review hanno una portata generale e non possono essere invocate per disapplicare singole clausole contrattuali senza una valutazione più approfondita del contesto normativo e contrattuale specifico. Per i datori di lavoro pubblici, ciò significa che la gestione del personale deve attenersi scrupolosamente alle previsioni della contrattazione collettiva applicabile.

Un ente pubblico non economico deve applicare un CCNL di diritto privato ai propri dipendenti del settore idraulico-forestale?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che se il rapporto di lavoro rientra nell’ambito del cosiddetto ‘pubblico impiego privatizzato’, è legittima l’applicazione della disciplina di un contratto collettivo di diritto privato per quanto riguarda il trattamento economico del personale, inclusa l’indennità chilometrica.

Le norme sul contenimento della spesa pubblica possono rendere inefficace una clausola di un CCNL che prevede un’indennità chilometrica?
No, non automaticamente. Secondo la Corte, la semplice invocazione delle norme sul contenimento della spesa pubblica (come l’art. 6 del d.l. n. 78/2010) non è sufficiente a rendere inefficace una clausola della contrattazione collettiva. Tali norme costituiscono principi generali ma non agiscono come un veto diretto su specifiche previsioni contrattuali.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione la natura del rapporto di lavoro (es. trasferimento vs. avvalimento)?
No. La Corte ha ritenuto inammissibile il motivo di ricorso con cui l’Agenzia contestava la natura del rapporto di lavoro, poiché si trattava di una censura sull’accertamento dei fatti già operato dalla Corte d’Appello sulla base di prove documentali. Questioni di fatto, già decise nei gradi di merito, non possono essere rimesse in discussione nel giudizio di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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