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Indennità chilometrica: CCNL privato per operai forestali

Un’agenzia regionale negava a un operaio forestale il pagamento dell’indennità chilometrica, sostenendo l’inapplicabilità del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) privato al pubblico impiego. La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, stabilendo che la normativa speciale per il settore idraulico-forestale impone l’applicazione del CCNL privato anche ai dipendenti pubblici, confermando il diritto del lavoratore al compenso per il tragitto casa-lavoro.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità chilometrica per operai forestali: Vale il CCNL privato anche nel pubblico

Con l’ordinanza n. 12493/2025, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per i lavoratori del settore idraulico-forestale alle dipendenze di enti pubblici. Il caso riguardava la richiesta di una indennità chilometrica da parte di un operaio, e la Suprema Corte ha chiarito che, per questo specifico comparto, si applica la contrattazione collettiva di diritto privato, anche se il datore di lavoro è una pubblica amministrazione. Una decisione che conferma un orientamento consolidato e protegge i diritti economici di una particolare categoria di lavoratori.

I fatti del caso: la richiesta di un lavoratore forestale

Un operaio, dipendente di un’Agenzia regionale pugliese per le attività irrigue e forestali, aveva adito il Tribunale per ottenere il pagamento di oltre 9.000 euro a titolo di remunerazione per le ore impiegate nel tragitto casa-lavoro tra il 2012 e il 2017. La sua richiesta si fondava sull’applicazione di specifiche norme del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) e del Contratto Integrativo Regionale (CIRL) per gli addetti ai lavori di sistemazione idraulico-forestale.
Sia il Tribunale di primo grado che la Corte d’Appello avevano dato ragione al lavoratore, condannando l’Agenzia al pagamento della somma richiesta. L’ente pubblico, tuttavia, decideva di ricorrere in Cassazione, sostenendo che al rapporto di lavoro, essendo di natura pubblica, non potesse applicarsi un contratto collettivo di matrice privatistica.

La questione giuridica e la decisione della Cassazione sulla indennità chilometrica

Il nodo centrale della controversia era stabilire quale disciplina contrattuale dovesse regolare il rapporto di lavoro dell’operaio forestale. L’Agenzia pubblica sosteneva l’applicazione delle norme generali sul pubblico impiego (D.Lgs. 165/2001), che non prevedevano la specifica indennità richiesta. Il lavoratore, invece, rivendicava l’applicazione del CCNL di settore, che la contemplava espressamente.

La specialità del settore idraulico-forestale

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso dell’Agenzia, fondando la sua decisione sulla specificità del settore. I giudici hanno ricordato che l’applicazione della contrattazione collettiva privata agli operai idraulico-forestali e agrari dipendenti da pubbliche amministrazioni ha radici storiche profonde nella legislazione italiana, a partire dalla legge n. 124 del 1985. Questa scelta legislativa è stata costantemente confermata nel tempo, anche a livello regionale, come dimostra la stessa legge istitutiva dell’Agenzia pugliese.
La Corte ha specificato che questa deroga si giustifica in ragione del “particolare settore nel quale gli operai forestali operano”. L’applicazione di un CCNL privato, dunque, non snatura il rapporto di pubblico impiego, ma rappresenta una disciplina speciale voluta dal legislatore per regolare aspetti specifici, come il trattamento economico.

Irrilevanza dei limiti di spesa per la PA

L’Agenzia aveva anche invocato i limiti di spesa imposti alla Pubblica Amministrazione (art. 6, d.lgs. n. 78/2010) per sostenere l’inefficacia della clausola contrattuale sull’indennità chilometrica. Anche questo motivo è stato respinto. La Corte ha chiarito che tali norme non si applicano direttamente alle Regioni e ai loro enti, ma costituiscono principi generali per il coordinamento della finanza pubblica. Non possono, quindi, rendere automaticamente nulla una disposizione di un contratto collettivo applicabile in forza di una legge speciale.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha basato la sua decisione su un’analisi storica e sistematica della normativa di settore. Ha evidenziato come il legislatore, sia nazionale che regionale, abbia costantemente scelto di regolare il trattamento economico e giuridico degli operai forestali attraverso il rinvio alla contrattazione collettiva privata. Questa scelta, si legge nell’ordinanza, affonda le sue radici nella necessità di regolare in modo specifico un’attività lavorativa particolare. L’applicazione del CCNL privato a questi rapporti di lavoro pubblico non è un’anomalia, ma l’attuazione di una precisa volontà legislativa. Il richiamo alla disciplina privatistica per aspetti come il trattamento economico, inclusa l’indennità chilometrica, è quindi pienamente legittimo e non entra in conflitto con la natura pubblica del datore di lavoro.

Le conclusioni

L’ordinanza consolida un importante principio: per gli operai del settore idraulico-forestale, anche se dipendenti di enti pubblici, la fonte regolatrice del trattamento economico è il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro di settore. Di conseguenza, le tutele e gli istituti economici in esso previsti, come l’indennità chilometrica per il tragitto casa-lavoro, devono essere riconosciuti. Questa pronuncia offre una tutela significativa ai lavoratori del comparto, garantendo uniformità di trattamento e certezza del diritto.

Agli operai forestali dipendenti di un ente pubblico regionale si applica il contratto collettivo del settore privato?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, in virtù di una normativa speciale e consolidata, ai rapporti di lavoro degli operai idraulico-forestali dipendenti da enti pubblici si applica la contrattazione collettiva del settore privato per quanto riguarda il trattamento giuridico-economico.

Il tempo impiegato per il tragitto casa-lavoro deve essere retribuito come indennità chilometrica in questo settore?
Sì, se previsto dal contratto collettivo nazionale di settore. La Corte ha stabilito che l’applicazione di tale contratto rende esigibile il diritto all’indennità chilometrica per il tragitto casa-lavoro, confermando le decisioni dei giudici di merito che avevano condannato l’ente pubblico al pagamento.

I limiti di spesa per la Pubblica Amministrazione possono annullare una clausola di un contratto collettivo che prevede un’indennità?
No, secondo la Corte, le norme sui limiti di spesa per la finanza pubblica (come l’art. 6 del d.lgs. 78/2010) non si applicano direttamente alle Regioni e non possono rendere automaticamente inefficace una clausola di un contratto collettivo, la cui applicazione è prevista da una legge speciale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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