LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Indennità ASpI socio cooperativa: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che per i soci lavoratori di cooperative, la tutela contro la disoccupazione involontaria e la relativa indennità ASpI socio cooperativa sono state introdotte solo a partire dal 1° gennaio 2013 con la Legge n. 92/2012. L’ordinanza ribalta una precedente decisione di merito, chiarendo che la normativa speciale (d.P.R. 602/1970) prevale su quella generale e non includeva tale copertura prima del 2013.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità ASpI Socio Cooperativa: La Cassazione Fa Chiarezza sulla Decorrenza

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha messo un punto fermo su una questione di grande rilevanza per il mondo del lavoro: la decorrenza del diritto all’indennità ASpI socio cooperativa. La Suprema Corte ha chiarito che l’estensione della tutela contro la disoccupazione involontaria per i soci lavoratori di specifiche cooperative è avvenuta solo a partire dal 1° gennaio 2013, e non prima. Questa pronuncia ribalta una decisione di merito e fornisce un’interpretazione cruciale dell’evoluzione normativa in materia previdenziale.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dalla richiesta di un socio lavoratore di una cooperativa, il quale aveva presentato domanda per ottenere l’indennità ASpI in seguito alla perdita del lavoro, avvenuta prima del 2013. Inizialmente, il Tribunale aveva respinto la sua domanda. Successivamente, la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza, condannando l’ente previdenziale a corrispondere l’indennità. Secondo i giudici d’appello, l’obbligo contributivo per la disoccupazione involontaria sussisteva anche prima delle riforme del 2012, in base a una normativa risalente al 1924 che equiparava i soci lavoratori ai lavoratori subordinati ai fini assicurativi. L’ente previdenziale, non condividendo tale interpretazione, ha presentato ricorso per cassazione.

La Questione Giuridica sull’indennità ASpI socio cooperativa

Il nodo centrale della controversia era stabilire se i soci lavoratori delle cooperative, disciplinate da una normativa speciale (il d.P.R. n. 602/1970), fossero o meno coperti dall’assicurazione contro la disoccupazione involontaria prima dell’entrata in vigore della Legge n. 92/2012 (la cosiddetta “Riforma Fornero”). La Corte d’Appello aveva ritenuto irrilevante la normativa speciale, privilegiando un’interpretazione estensiva basata su principi generali. L’ente previdenziale, al contrario, ha sostenuto che proprio quella normativa speciale escludeva tale tutela fino all’intervento esplicito del legislatore nel 2012.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza della Corte d’Appello e rinviando la causa per un nuovo esame. Gli Ermellini hanno dato continuità a un orientamento giurisprudenziale già consolidato, affermando che la ricostruzione operata dai giudici di secondo grado era errata.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sulla base di una puntuale analisi dell’evoluzione legislativa. Il d.P.R. n. 602/1970, in quanto normativa speciale, prevedeva un elenco specifico di tutele previdenziali per i soci lavoratori di determinate cooperative, e tra queste non figurava l’assicurazione contro la disoccupazione involontaria. Le leggi successive, inclusa quella del 2001 sulla riforma delle cooperative, avevano mantenuto ferma tale esclusione. È stato solo con l’articolo 2 della Legge n. 92 del 2012 che il legislatore ha deliberatamente esteso, con effetto dal 1° gennaio 2013, l’obbligo assicurativo ASpI anche a questa categoria di lavoratori. La stessa legge prevedeva un meccanismo di allineamento graduale, sia per i contributi da versare sia per le prestazioni da erogare, a conferma del fatto che si trattava di un’innovazione e non del riconoscimento di un diritto preesistente. L’errore della Corte d’Appello è stato quello di non applicare il principio secondo cui la legge speciale deroga a quella generale, ignorando il regime specifico che per decenni ha regolato la previdenza dei soci di cooperativa.

Le Conclusioni

L’ordinanza ha importanti implicazioni pratiche. Viene definitivamente chiarito che i soci lavoratori delle cooperative rientranti nel campo di applicazione del d.P.R. 602/1970 non possono rivendicare l’indennità di disoccupazione per eventi verificatisi prima del 1° gennaio 2013. Il diritto a tale prestazione sorge solo da quella data, subordinatamente al possesso dei requisiti contributivi maturati sotto il nuovo regime. La decisione della Cassazione rafforza la certezza del diritto, sottolineando come l’estensione delle tutele sociali debba avvenire tramite un intervento esplicito del legislatore e non per via interpretativa, specialmente in presenza di regimi normativi speciali.

A un socio lavoratore di una cooperativa regolata dal d.P.R. 602/1970 spettava l’indennità di disoccupazione prima del 2013?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la normativa specifica per queste cooperative (d.P.R. n. 602/1970) non prevedeva la tutela contro la disoccupazione involontaria, la quale è stata introdotta solo successivamente.

A partire da quando i soci lavoratori di cooperative hanno diritto all’indennità ASpI?
Il diritto è stato esteso a questa categoria di lavoratori solo a partire dal 1° gennaio 2013, per effetto della Legge n. 92 del 2012 (cd. Riforma Fornero).

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello?
Perché la Corte d’Appello ha erroneamente applicato la disciplina generale sui lavoratori subordinati, senza considerare il regime speciale e derogatorio previsto per i soci di cooperative dal d.P.R. n. 602/1970, che escludeva tale tutela prima dell’intervento legislativo del 2012.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati