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Indennità ASpI e lavoro autonomo preesistente

Un lavoratore si è visto negare l’indennità ASpI per non aver comunicato all’INPS un’attività di lavoro autonomo avviata prima di perdere il lavoro dipendente. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione, stabilendo che l’obbligo di comunicazione sussiste per qualsiasi attività autonoma contemporanea alla fruizione del sussidio, indipendentemente dalla sua data di inizio, pena la decadenza dal diritto.

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Pubblicato il 10 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indennità ASpI: Obbligo di Comunicare Anche il Lavoro Autonomo Preesistente

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 30313/2024, ha affrontato una questione cruciale per chi percepisce l’indennità ASpI: l’obbligo di comunicare all’INPS lo svolgimento di un’attività di lavoro autonomo, anche se questa è iniziata prima della perdita del lavoro dipendente. La sentenza stabilisce un principio di trasparenza fondamentale, affermando che l’omessa comunicazione comporta la decadenza dal beneficio, a prescindere da quando l’attività sia stata avviata.

I Fatti del Caso: Lavoro Autonomo e Richiesta di Sostegno

Il caso riguarda un lavoratore che, dopo aver perso involontariamente il proprio impiego, ha presentato domanda all’INPS per ottenere l’indennità ASpI. Tuttavia, l’Istituto ha respinto la richiesta, poiché il lavoratore non aveva dichiarato di svolgere un’attività lavorativa in forma autonoma, intrapresa già in epoca precedente alla cessazione del rapporto di lavoro dipendente. Mentre in primo grado il Tribunale aveva dato ragione al lavoratore, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo il ricorso dell’INPS e sostenendo che la mancata comunicazione fosse motivo sufficiente per negare l’indennità.

La Questione Giuridica: Interpretazione della Norma

Il lavoratore ha quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo un’interpretazione letterale e restrittiva della normativa (Legge n. 92/2012). Secondo la sua difesa, l’obbligo di comunicazione riguarderebbe esclusivamente le attività di lavoro autonomo avviate durante il periodo di fruizione dell’indennità e non quelle preesistenti. A suo avviso, estendere tale obbligo anche alle attività già in corso costituirebbe un’errata interpretazione analogica di una norma che prevede una sanzione (la decadenza), e che come tale dovrebbe essere applicata solo nei casi espressamente previsti.

Le Motivazioni della Cassazione: Prevale la Coerenza del Sistema

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, fornendo una lettura della norma coerente con la sua finalità e con l’intero sistema di protezione sociale. I giudici hanno chiarito che il punto focale non è la data di inizio dell’attività autonoma, ma la sua contemporaneità con la percezione dell’indennità di disoccupazione. L’obbligo di informare l’INPS è funzionale a permettere all’ente di verificare la sussistenza effettiva dello stato di bisogno del richiedente. Consentire a un beneficiario di tacere un’attività lavorativa preesistente, dalla quale potrebbe derivare un reddito, creerebbe una disparità di trattamento ingiustificata rispetto a chi avvia un’attività simile dopo aver iniziato a percepire il sussidio.

La Corte ha inoltre richiamato i suoi precedenti orientamenti in materia di NASpI (la prestazione che ha sostituito l’ASpI), dove è stato già affermato il medesimo principio. L’interpretazione adottata non è un’applicazione analogica vietata, ma un’interpretazione estensiva, in linea con la ratio legis. Il legislatore, nel richiedere la comunicazione dell'”inizio dell’attività”, intendeva riferirsi al momento in cui l’attività lavorativa e la prestazione di disoccupazione diventano concomitanti, indipendentemente da quale delle due sia iniziata prima. Lo scopo è garantire tutela solo a chi si trova in un effettivo stato di bisogno economico a seguito della perdita del lavoro.

Conclusioni: Un Principio di Trasparenza per l’Indennità ASpI

L’ordinanza della Cassazione consolida un principio fondamentale: chiunque richieda o percepisca un’indennità ASpI ha il dovere di comunicare all’INPS lo svolgimento di qualsiasi attività di lavoro autonomo, anche se avviata in passato. L’omissione di tale informazione determina la decadenza dal diritto alla prestazione e l’obbligo di restituire le somme eventualmente già percepite. Questa decisione rafforza i principi di correttezza e trasparenza nel rapporto tra cittadino ed ente previdenziale, assicurando che le risorse pubbliche siano destinate a sostenere chi ne ha realmente bisogno.

Chi percepisce l’indennità ASpI deve comunicare all’INPS un’attività di lavoro autonomo iniziata prima della disoccupazione?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di comunicazione si applica a qualsiasi attività di lavoro autonomo svolta contemporaneamente alla fruizione del sussidio, a prescindere da quando tale attività sia iniziata.

Cosa succede se non si comunica lo svolgimento di un’attività lavorativa autonoma mentre si riceve l’ASpI?
La mancata comunicazione comporta la decadenza dal diritto alla prestazione. Questo significa che non solo si perde il diritto a percepire le future mensilità, ma si ha anche l’obbligo di restituire all’INPS le somme già incassate.

Il principio stabilito dalla Corte per l’indennità ASpI è valido anche per la NASpI?
Sì, la Corte ha basato la sua decisione proprio sulla coerenza con i principi già affermati in precedenti sentenze riguardanti la NASpI, confermando un orientamento unitario per le prestazioni di disoccupazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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