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Indebito pensionistico: la bugia che costa caro

La Corte di Cassazione ha confermato la piena legittimità della richiesta di restituzione di un indebito pensionistico. Una pensionata, avendo dichiarato reddito zero pur percependo un’altra pensione, è stata condannata a restituire le somme indebitamente percepite. Secondo la Corte, la falsa dichiarazione integra il dolo, facendo venir meno il principio di irripetibilità delle somme e rendendo il debito esigibile.

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Pubblicato il 24 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Indebito Pensionistico: Quando la Dichiarazione Falsa Obbliga alla Restituzione

La gestione delle prestazioni previdenziali è un tema delicato, che tocca la vita di milioni di cittadini. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale in materia di indebito pensionistico: la non veridicità delle dichiarazioni rese all’ente previdenziale può costare cara. La sentenza in esame chiarisce che una dichiarazione di ‘reddito zero’, quando in realtà si percepisce un’altra pensione, configura un comportamento doloso che fa venir meno la regola generale dell’irripetibilità delle somme percepite in eccesso.

I Fatti del Caso: La Doppia Pensione e la Dichiarazione a Zero

Il caso riguarda una pensionata, titolare di una pensione di reversibilità per superstiti artigiani, che per anni ha beneficiato dell’integrazione al trattamento minimo. L’ente previdenziale, a seguito di controlli, ha scoperto che la signora percepiva, fin dal 1994, anche una pensione di vecchiaia diretta da un altro ente (INPDAP, poi confluito in INPS). Questa seconda pensione escludeva il suo diritto all’integrazione al minimo.

Di conseguenza, l’ente ha richiesto la restituzione di oltre 13.000 euro, ovvero le somme erogate indebitamente a partire dal gennaio 2012. L’elemento decisivo, tuttavia, è emerso dalla documentazione fiscale: la pensionata, in una dichiarazione reddituale (modello RED) relativa all’anno 2012, aveva attestato di possedere un ‘reddito zero’, esattamente come aveva fatto negli anni precedenti.

La Questione Giuridica: Il Dolo e l’Indebito Pensionistico

La difesa della pensionata si basava sul principio dell’affidamento e sulla presunta assenza di dolo. Sosteneva che l’ente previdenziale avrebbe dovuto essere a conoscenza della seconda pensione, specialmente dopo la fusione con l’altro istituto. Secondo questa tesi, l’errore sarebbe stato imputabile all’ente stesso, rendendo le somme non ripetibili.

Tuttavia, la legge e la giurisprudenza consolidata stabiliscono che l’indebito pensionistico è irripetibile solo se sussistono quattro condizioni cumulative:

1. Il pagamento si basa su un provvedimento formale e definitivo.
2. Il provvedimento è stato comunicato all’interessato.
3. L’errore è imputabile esclusivamente all’ente erogatore.
4. Manca totalmente il dolo da parte del beneficiario.

Basta che una sola di queste condizioni venga a mancare perché scatti l’obbligo di restituzione, secondo la regola generale dell’articolo 2033 del Codice Civile.

Le Motivazioni della Cassazione: la Falsa Dichiarazione Integra il Dolo

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della pensionata, confermando le decisioni dei giudici di merito. Il punto centrale della motivazione risiede nella qualificazione della dichiarazione di ‘reddito zero’ come un atto doloso. I giudici hanno chiarito che non ci si trova di fronte a un mero silenzio o a un’omissione, ma a una dichiarazione positiva non veritiera.

Questo comportamento, secondo la Corte, è ‘sintomatico di dolo’ perché ha l’effetto di indurre in errore l’ente erogatore, alterando la realtà dei fatti e incidendo direttamente sulla determinazione della prestazione. Il dolo, in questi casi, non richiede un complesso piano fraudolento; è sufficiente la consapevolezza di dichiarare il falso, che fa venir meno il quarto requisito necessario per l’irripetibilità dell’indebito.

La Corte ha specificato che l’obbligo di collaborazione e correttezza impone al pensionato di fornire informazioni complete e veritiere, anche quando l’ente potrebbe teoricamente reperirle da altre fonti. La dichiarazione falsa, quindi, supera e annulla qualsiasi potenziale negligenza dell’istituto previdenziale.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche per i Pensionati

Questa ordinanza rafforza un principio fondamentale: la trasparenza e la correttezza nei rapporti con gli enti previdenziali sono un dovere inderogabile per il cittadino. La sentenza insegna che l’affidamento nella presunta conoscenza dei dati da parte dell’ente non può mai giustificare dichiarazioni mendaci o incomplete. I pensionati devono prestare la massima attenzione nella compilazione delle dichiarazioni reddituali (come il modello RED), poiché una semplice attestazione non veritiera può avere conseguenze economiche significative, obbligando alla restituzione di somme anche ingenti. L’onere di comunicare qualsiasi variazione rilevante ai fini della pensione resta in capo al beneficiario, e il mancato adempimento, specialmente se accompagnato da dichiarazioni false, viene interpretato come un comportamento doloso che legittima pienamente l’azione di recupero da parte dell’ente.

L’ente previdenziale può sempre chiedere la restituzione delle somme pagate in più per errore?
No, non sempre. La restituzione non è dovuta se ricorrono contemporaneamente quattro condizioni: pagamento basato su un provvedimento formale, comunicazione all’interessato, errore imputabile solo all’ente e totale assenza di dolo da parte del pensionato. Se anche una sola di queste condizioni manca, l’ente può chiedere la restituzione.

Cosa si intende per ‘dolo’ nel contesto di un indebito pensionistico?
Il dolo non è solo un complesso piano fraudolento. Include anche l’omessa o incompleta segnalazione di fatti che incidono sul diritto o sulla misura della pensione, e soprattutto, come nel caso di specie, la presentazione di dichiarazioni positive non veritiere (ad esempio, dichiarare ‘reddito zero’ pur avendone uno) che inducano in errore l’ente erogatore.

Dichiarare ‘reddito zero’ quando si percepisce un’altra pensione è considerato dolo?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, produrre una dichiarazione di ‘reddito zero’ pur percependo altri redditi da pensione costituisce una circostanza non veritiera che integra l’ipotesi di dolo. Questo comportamento fa venir meno il diritto all’irripetibilità dell’indebito e obbliga alla restituzione delle somme percepite in eccesso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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