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Incentivo RUP: quando spetta anche con esterni?

Una dipendente pubblica, in qualità di R.U.P., si è vista negare dal proprio Comune l’incentivo per un progetto di lavori pubblici. Le motivazioni del diniego erano che l’attività non era stata svolta fuori dall’orario di lavoro e che erano stati coinvolti professionisti esterni. La Corte di Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello, favorevole alla dipendente, stabilendo che a prevalere è il regolamento interno dell’ente. Tale regolamento, infatti, consentiva l’erogazione dell’incentivo RUP anche se l’attività si svolgeva durante l’orario di servizio e non escludeva il compenso in caso di collaborazione con figure professionali esterne, rendendo irrilevanti le diverse indicazioni contenute in una nota regionale.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Incentivo RUP: Spetta Anche Senza Lavoro Straordinario e con Progettisti Esterni

L’incentivo RUP (Responsabile Unico del Procedimento) rappresenta una questione di grande interesse per i dipendenti pubblici coinvolti nella gestione di opere pubbliche. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito alcuni aspetti fondamentali, stabilendo che il diritto a tale compenso non è necessariamente legato allo svolgimento di lavoro fuori dall’orario di servizio e non viene escluso dalla collaborazione con professionisti esterni. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Una dipendente comunale, con il ruolo di R.U.P. per un importante progetto di riqualificazione finanziato con fondi regionali, richiedeva al proprio Comune il pagamento della quota del fondo incentivante prevista dalla legge per le attività tecniche svolte. Il Comune si opponeva alla richiesta, sostenendo che non fossero stati rispettati due presupposti ritenuti essenziali:

1. L’attività non era stata svolta al di fuori del normale orario di lavoro, come indicato in una nota della Regione.
2. Il progetto si era avvalso del contributo di progettisti esterni, circostanza che, secondo l’ente, escludeva il diritto all’incentivo per il personale interno.

La controversia è quindi approdata in tribunale, iniziando un percorso legale che è giunto fino alla Suprema Corte di Cassazione.

L’Iter Giudiziario e le Decisioni dei Giudici

Il Tribunale di primo grado aveva inizialmente dato ragione al Comune, ritenendo non provati i presupposti per la liquidazione dell’incentivo. La Corte d’Appello, tuttavia, ha ribaltato completamente la decisione. I giudici di secondo grado hanno specificato che la fonte normativa principale per la regolamentazione degli incentivi è il regolamento adottato dall’amministrazione stessa, e non una semplice nota esplicativa della Regione, priva di carattere normativo.

Nel caso specifico, l’unico atto regolamentare applicabile era una vecchia delibera comunale del 1999 che:
– Non imponeva che l’attività dovesse essere svolta fuori dall’orario di lavoro.
– Non escludeva la corresponsione dell’incentivo al R.U.P. in caso di coesistenza con professionalità esterne.

Di conseguenza, la Corte d’Appello ha condannato il Comune al pagamento della somma richiesta dalla dipendente. L’ente locale ha quindi deciso di ricorrere in Cassazione.

Le Condizioni per l’Erogazione dell’Incentivo RUP

Il Comune ha basato il proprio ricorso su due motivi principali: la violazione delle norme regionali che disciplinavano il finanziamento e un presunto difetto di motivazione della sentenza d’appello. Sosteneva che i giudici avessero erroneamente ignorato la normativa regionale, che doveva essere considerata vincolante, e che la presenza di progettisti esterni rendesse automaticamente non dovuto l’incentivo al personale interno.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Comune, confermando in via definitiva la sentenza d’appello. Le motivazioni della Suprema Corte sono state chiare e precise, ribadendo due principi fondamentali in materia di incentivo RUP.

In primo luogo, i giudici hanno sottolineato che la disciplina per la ripartizione del fondo incentivante deve essere stabilita da un apposito atto regolamentare dell’amministrazione aggiudicatrice. Le note o i decreti dirigenziali regionali, se non hanno una chiara natura normativa, non possono prevalere sul regolamento interno dell’ente. La Corte d’Appello aveva correttamente individuato nel regolamento comunale del 1999 l’unica fonte applicabile, la quale non prevedeva la necessità di svolgere l’attività in orario extra-lavorativo.

In secondo luogo, la Cassazione ha respinto la tesi secondo cui la presenza di professionisti esterni escluderebbe l’incentivo per il R.U.P. interno. Analizzando il regolamento comunale, i giudici hanno evidenziato che l’elenco dei beneficiari (che include il R.U.P., il progettista, ecc.) è cumulativo. La figura dei “collaboratori” esterni è da considerarsi aggiuntiva e non alternativa a quella del R.U.P. interno, il cui ruolo di supervisione e responsabilità rimane centrale e meritevole di incentivazione, indipendentemente da chi rediga materialmente il progetto.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione offre un’importante guida per le pubbliche amministrazioni e i dipendenti. Viene riaffermata la centralità del regolamento interno dell’ente nel definire le modalità di erogazione degli incentivi per funzioni tecniche. La decisione chiarisce che requisiti restrittivi, come l’obbligo di lavoro straordinario, devono essere esplicitamente previsti in tale regolamento per essere validi. Inoltre, viene valorizzato il ruolo del R.U.P., il cui diritto all’incentivo non viene meno per il solo fatto di avvalersi di competenze tecniche esterne, riconoscendo così la complessità e la responsabilità della sua funzione di coordinamento e controllo.

L’incentivo per le funzioni tecniche spetta al R.U.P. anche se il lavoro è svolto durante il normale orario di servizio?
Sì, spetta se il regolamento interno dell’ente non prevede espressamente l’obbligo di svolgere l’attività al di fuori dell’orario di lavoro. La sentenza chiarisce che è il regolamento comunale a dettare le regole, non eventuali note regionali prive di carattere normativo.

La presenza di professionisti esterni per la progettazione esclude il diritto del R.U.P. interno a percepire l’incentivo?
No. La Corte ha stabilito che la collaborazione con professionisti esterni non esclude di per sé il diritto all’incentivo per il R.U.P. interno. Il regolamento applicabile nel caso di specie prevedeva una lista cumulativa di beneficiari, considerando i collaboratori esterni come una figura aggiuntiva e non sostitutiva del R.U.P.

Una nota di una Regione può imporre condizioni più restrittive per l’erogazione dell’incentivo rispetto a un regolamento comunale?
No, a meno che tale nota non abbia una chiara e dimostrata natura di atto normativo. In questo caso, la Corte ha ritenuto che la nota regionale fosse meramente esplicativa e che dovesse prevalere il regolamento adottato dall’amministrazione comunale, che è la fonte deputata a disciplinare nel dettaglio la ripartizione degli incentivi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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