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Incarico di struttura complessa: quando spetta la paga?

Un dirigente medico ha citato in giudizio l’azienda sanitaria locale per ottenere il trattamento economico superiore relativo a un incarico di struttura complessa. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che il diritto a tale retribuzione matura solo a partire dalla formale istituzione della struttura nell’atto aziendale e non dal mero svolgimento di fatto delle mansioni superiori. La decisione sottolinea l’importanza della formalizzazione degli assetti organizzativi nella pubblica amministrazione.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Incarico di Struttura Complessa: Conta la Forma o la Sostanza?

La questione del riconoscimento economico per lo svolgimento di mansioni dirigenziali superiori è un tema ricorrente nel diritto del lavoro, specialmente nel settore pubblico e sanitario. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha affrontato il caso di un dirigente medico che richiedeva il pagamento della retribuzione legata a un incarico di struttura complessa, anche in assenza di una formale istituzione della stessa. La decisione chiarisce un punto fondamentale: la forma, in questo contesto, è sostanza.

I Fatti: la Riorganizzazione Aziendale e la Controversia

Un dirigente medico, dopo la revoca di un precedente incarico come direttore di distretto, ha continuato a svolgere funzioni di alta responsabilità all’interno dell’Azienda Sanitaria Locale. Tali funzioni, a suo dire, erano pienamente assimilabili a quelle di un direttore di struttura complessa. Per questo motivo, ha chiesto in tribunale il riconoscimento del trattamento economico corrispondente, sostenendo di aver di fatto diretto una struttura complessa a partire dal marzo 2001.

L’Azienda Sanitaria, tuttavia, aveva approvato un nuovo assetto organizzativo solo nel febbraio 2004 con un apposito atto aziendale. Prima di tale data, secondo l’ente, la struttura diretta dal medico non era formalmente qualificata come ‘complessa’.

La Decisione dei Giudici di Merito

Il Tribunale di primo grado aveva inizialmente dato parzialmente ragione al medico. La Corte d’Appello, però, ha riformato la sentenza, limitando il diritto alle differenze retributive solo al periodo successivo all’approvazione formale dell’atto aziendale del 2004 e fino alla scadenza del suo incarico, fissata a febbraio 2005. I giudici di secondo grado hanno ritenuto che, senza una delibera formale che istituisse la struttura complessa, non potesse sorgere il diritto alla relativa retribuzione, anche se le mansioni svolte erano di fatto superiori.

La Rilevanza dell’Atto Aziendale per l’Incarico di Struttura Complessa

Il dirigente ha quindi presentato ricorso in Cassazione, lamentando un’errata valutazione dei fatti e una violazione delle norme contrattuali. A suo avviso, l’esistenza della struttura complessa preesisteva alla delibera del 2004, come dimostrato da altri atti organizzativi precedenti. Sostanzialmente, il ricorrente chiedeva di dare prevalenza allo svolgimento effettivo delle mansioni rispetto alla qualificazione formale.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiudendo di fatto la questione. Gli Ermellini hanno sottolineato un principio cardine del processo civile: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono riesaminare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle leggi, non rifare l’istruttoria.

Nel merito, la Corte ha implicitamente confermato la correttezza del ragionamento della Corte d’Appello. L’accertamento del momento esatto in cui la nuova organizzazione aziendale è diventata operativa, con la formale istituzione di un Dipartimento e delle relative strutture complesse e semplici, è una valutazione di fatto che spetta ai giudici di merito. Essi avevano individuato nell’atto aziendale del 2004 il momento costitutivo del diritto del dirigente. Tentare di dimostrare il contrario basandosi su documenti non adeguatamente valorizzati nei gradi precedenti è, secondo la Suprema Corte, un tentativo inammissibile di ottenere una nuova valutazione dei fatti.

Conclusioni

La decisione rafforza un principio fondamentale per il pubblico impiego: il diritto a un determinato trattamento economico superiore è strettamente collegato alla formale istituzione della posizione e della struttura organizzativa corrispondente. Lo svolgimento di fatto di mansioni più elevate, se non supportato da un provvedimento formale dell’amministrazione, non è sufficiente a generare il diritto alla retribuzione superiore. Per i dirigenti del settore sanitario, questo significa che il riconoscimento economico per un incarico di struttura complessa dipende in modo cruciale dalla chiarezza e dalla formalizzazione degli atti aziendali che definiscono l’organigramma e le responsabilità.

A un dirigente spetta la retribuzione superiore per un incarico di struttura complessa anche se la struttura non è formalmente istituita?
No. Secondo la decisione in esame, il diritto a percepire il trattamento economico per un incarico di struttura complessa sorge solo dal momento in cui l’assetto organizzativo che prevede tale struttura è formalmente approvato con un atto aziendale.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare i fatti di una causa?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di giudice di merito. Non può quindi procedere a una nuova valutazione dei fatti storici, ma solo verificare la corretta applicazione delle norme di diritto da parte dei giudici dei gradi precedenti.

Cosa succede se il ricorso per cassazione mira, in realtà, a una rivalutazione dei fatti?
Se il ricorso, pur presentandosi come una denuncia di violazione di legge, mira sostanzialmente a ottenere una rivalutazione delle prove e degli accertamenti di fatto, viene dichiarato inammissibile. Si tratterebbe di una surrettizia trasformazione del giudizio di legittimità in un terzo grado di merito, cosa non consentita dalla legge.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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