LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Incarichi a tempo determinato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che la reiterazione di incarichi a tempo determinato dirigenziali o di alta specializzazione negli enti locali, se basata sull’art. 110 del TUEL, non costituisce automaticamente un abuso. Un lavoratore aveva contestato 12 anni di contratti a termine con un Comune. Mentre la Corte d’Appello aveva ravvisato un abuso, la Cassazione ha annullato tale decisione, precisando che la normativa specifica per gli enti locali, che lega la durata del contratto al mandato del Sindaco, rappresenta una giustificazione oggettiva ai sensi della normativa europea, escludendo il diritto al risarcimento del danno per abusiva reiterazione.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 31 agosto 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Incarichi a Tempo Determinato negli Enti Locali: Quando la Reiterazione Non è Abuso

La questione degli incarichi a tempo determinato nel pubblico impiego è da tempo al centro di un acceso dibattito giuridico, in bilico tra le esigenze di flessibilità della Pubblica Amministrazione e la tutela dei lavoratori contro la precarietà. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione è intervenuta su un caso emblematico, chiarendo i confini di legittimità della successione di contratti a termine per figure dirigenziali e di alta specializzazione negli enti locali, ai sensi dell’art. 110 del Testo Unico degli Enti Locali (TUEL).

I Fatti di Causa

Un dipendente ha lavorato per circa dodici anni presso un Comune con la qualifica di “responsabile dei servizi tecnici” attraverso una serie ininterrotta di contratti a tempo determinato. Ritenendo che tale reiterazione fosse abusiva e priva di reali ragioni giustificative di carattere temporaneo, il lavoratore si è rivolto al Tribunale per chiedere l’accertamento dell’illegittimità dei contratti e il conseguente risarcimento del danno.

I Gradi di Giudizio Precedenti

In primo grado, il Tribunale ha respinto il ricorso del lavoratore. Tuttavia, la Corte d’Appello ha ribaltato la decisione, accogliendo le richieste del dipendente. Secondo i giudici di secondo grado, le assunzioni erano illegittime in quanto le mansioni svolte concernevano una “funzione fondamentale” del Comune e non esigenze gestionali straordinarie. Di conseguenza, la Corte d’Appello ha riconosciuto il diritto del lavoratore a un risarcimento per l’abusiva reiterazione dei contratti.
Il Comune, soccombente in appello, ha quindi proposto ricorso per cassazione.

Legittimità degli incarichi a tempo determinato: L’Analisi della Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il ricorso del Comune, cassando con rinvio la sentenza della Corte d’Appello. Il cuore della decisione risiede nell’interpretazione dell’articolo 110 del TUEL (D.Lgs. 267/2000), che disciplina specificamente gli incarichi a contratto negli enti locali.

La Cassazione ha chiarito che questa norma prevede due distinte tipologie di assunzione a termine:

1. Comma 1: Incarichi conferiti nell’ambito della dotazione organica, per posizioni che l’amministrazione ritiene necessarie per la conduzione dei servizi ordinari (posti “di ruolo”).
2. Comma 2: Incarichi conferiti al di fuori della dotazione organica, che presuppongono un’esigenza straordinaria e si caratterizzano per la natura specialistica, settoriale e temporanea.

La Corte d’Appello, secondo la Cassazione, ha errato nel non distinguere correttamente la natura dei contratti in esame e nel dichiararli illegittimi solo perché legati a una funzione fondamentale dell’ente. Avrebbe invece dovuto verificare se i contratti rientrassero in una delle due fattispecie previste dall’art. 110.

Le Motivazioni

Il punto cruciale della motivazione della Suprema Corte è che la disciplina speciale dell’art. 110 TUEL deroga alla normativa generale sui contratti a termine. In particolare, il comma 3 dello stesso articolo stabilisce che la durata di tali incarichi non può essere superiore a quella del mandato elettivo del Sindaco. Questa previsione legale costituisce una “ragione oggettiva”, ai sensi della Direttiva europea 1999/70/CE, che giustifica la successione dei contratti senza che si configuri un abuso.

In altre parole, la legge stessa prevede una durata massima legata a un evento specifico (la fine del mandato politico), che prevale sul limite generale dei 36 mesi. Pertanto, se un Comune stipula un contratto ex art. 110 per la durata del mandato del Sindaco e, al mandato successivo, ne stipula un altro, non commette un abuso, ma applica correttamente una disposizione di legge.

Di conseguenza, la domanda di risarcimento del cosiddetto “danno comunitario”, basata sull’insussistente abusività della reiterazione, non poteva essere accolta. La Corte ha inoltre precisato che un’eventuale invalidità dei contratti per altre ragioni avrebbe potuto condurre, al massimo, al diritto del lavoratore di percepire la retribuzione per le mansioni svolte, ma non automaticamente a un risarcimento del danno in assenza di una prova specifica.

Le Conclusioni

La Cassazione ha cassato la sentenza impugnata e ha rinviato la causa alla Corte d’Appello di Firenze, in diversa composizione, che dovrà decidere nuovamente la controversia attenendosi ai principi di diritto enunciati. Questa ordinanza rappresenta un importante punto fermo per la gestione degli incarichi a tempo determinato negli enti locali. Essa chiarisce che la normativa speciale del TUEL, pensata per dotare gli organi di governo di figure di fiducia o altamente specializzate per la durata del loro mandato, prevale sulle regole generali e fornisce una solida base giuridica per la legittimità di tali rapporti, escludendo la configurabilità di un abuso quando le condizioni di legge sono rispettate.

La successione di più contratti a termine con un ente locale è sempre un abuso?
No, non sempre. La Cassazione chiarisce che per gli incarichi dirigenziali o di alta specializzazione previsti dall’art. 110 del TUEL, la legge stessa consente una durata correlata al mandato elettorale del Sindaco o del Presidente della provincia. Questa specifica previsione normativa costituisce una ragione oggettiva che, se rispettata, esclude la configurabilità di un abuso ai sensi della normativa europea.

Qual è la differenza tra gli incarichi previsti dai commi 1 e 2 dell’art. 110 TUEL?
Il comma 1 riguarda incarichi che sostituiscono un posto di ruolo previsto nella dotazione organica dell’ente, per lo svolgimento di funzioni stabili e ordinarie. Il comma 2, invece, si riferisce a incarichi conferiti al di fuori della dotazione organica per far fronte a esigenze straordinarie e che si caratterizzano per la loro natura specialistica, settoriale e temporanea.

Se un contratto a termine con la Pubblica Amministrazione è dichiarato nullo, il lavoratore ha sempre diritto al risarcimento del danno per abuso?
Non necessariamente. Secondo questa ordinanza, l’eventuale nullità dei contratti stipulati ai sensi dell’art. 110 TUEL, qualora non derivi da un’abusiva reiterazione (esclusa in questo caso), non dà automaticamente diritto a un risarcimento del danno (come il c.d. danno comunitario). Il lavoratore avrebbe diritto a percepire la retribuzione per il lavoro svolto e potrebbe ottenere un risarcimento solo se fornisse la prova specifica di aver subito un danno ulteriore e particolare.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati