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Improcedibilità ricorso: che fare se non depositato?

Una società ha notificato un ricorso per cassazione avverso una sentenza d’appello, ma non lo ha depositato nei termini di legge. La controparte, ricevuta la notifica, ha chiesto l’iscrizione a ruolo del procedimento per far dichiarare l’improcedibilità del ricorso cassazione. La Corte di Cassazione ha accolto la richiesta, dichiarando il ricorso improcedibile e condannando la società ricorrente al pagamento delle spese legali e al versamento di un ulteriore importo a titolo di contributo unificato.

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Pubblicato il 20 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Improcedibilità Ricorso Cassazione: Le Conseguenze del Mancato Deposito

L’improcedibilità del ricorso per cassazione è una delle insidie più temute nel processo civile. Notificare un ricorso è solo il primo passo; il successivo, e cruciale, è il suo deposito presso la cancelleria della Corte. Un’ordinanza recente della Cassazione ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando questo adempimento viene omesso e quali strumenti ha la parte resistente per tutelare i propri interessi.

I Fatti di Causa: Un Ricorso Notificato ma Mai Depositato

Una società, che chiameremo Alfa S.p.A., decideva di impugnare una sentenza della Corte d’Appello notificando un ricorso per cassazione alla controparte, la società Beta S.a.s. Tuttavia, dopo la notifica, Alfa S.p.A. ometteva di depositare il ricorso e i relativi documenti presso la cancelleria della Corte di Cassazione entro i termini previsti dalla legge.

La società Beta S.a.s., ricevuta la notifica del ricorso, si trovava in una situazione di incertezza. Per porvi fine e tutelare le proprie ragioni, decideva di agire: notificava un controricorso e, soprattutto, chiedeva essa stessa l’iscrizione a ruolo della causa, producendo la documentazione in suo possesso (copia del ricorso notificato e la relativa notifica). L’obiettivo era chiaro: ottenere una pronuncia che dichiarasse formalmente l’improcedibilità del ricorso per cassazione avversario.

La Decisione della Corte e l’Improcedibilità del Ricorso

La Corte di Cassazione, esaminati gli atti, ha accolto la richiesta della controricorrente. Ha verificato, tramite un certificato della propria cancelleria, che il ricorso notificato non era mai stato depositato dalla ricorrente Alfa S.p.A.

Di conseguenza, il Collegio ha dichiarato il ricorso improcedibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un vizio procedurale insanabile: il mancato compimento di un atto essenziale per la valida costituzione del rapporto processuale dinanzi alla Corte Suprema.

Le Motivazioni della Decisione: Tutela del Resistente e Certezza del Diritto

La Corte ha ribadito un principio consolidato nella sua giurisprudenza. La parte che riceve la notifica di un ricorso per cassazione (il controricorrente) ha il potere di chiedere l’iscrizione a ruolo del processo qualora l’appellante rimanga inerte. Questo potere non è fine a sé stesso, ma risponde a due precise esigenze di tutela:

1. Recupero delle spese legali: Ottenere una declaratoria di improcedibilità permette al controricorrente di avere un titolo per il rimborso delle spese sostenute per difendersi, anche solo predisponendo il controricorso.
2. Certezza giuridica: La dichiarazione di improcedibilità impedisce al ricorrente di riproporre lo stesso ricorso in un secondo momento, qualora i termini per l’impugnazione non fossero ancora scaduti. Si cristallizza così la definitività della sentenza impugnata.

L’azione del controricorrente, quindi, è vista come un’espressione del più ampio diritto di difesa e contraddittorio, finalizzata a chiudere definitivamente una pendenza giudiziaria avviata ma non coltivata dalla controparte.

Le Conclusioni: Costi e Raddoppio del Contributo Unificato

Le conseguenze per la ricorrente negligente sono state significative. La Corte ha condannato Alfa S.p.A. alla rifusione delle spese del giudizio di legittimità in favore di Beta S.a.s.

Inoltre, e questo è un punto di particolare rilievo pratico, la pronuncia di improcedibilità ha fatto scattare il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”. Ai sensi dell’art. 13, comma 1-quater, del d.P.R. 115/2002, quando un’impugnazione viene respinta integralmente o dichiarata inammissibile o improcedibile, la parte che l’ha proposta è tenuta a versare un ulteriore importo pari a quello dovuto per il ricorso stesso. Questa misura ha una chiara finalità sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o non adeguatamente coltivate, come nel caso di specie.

Cosa succede se un ricorso per cassazione viene notificato ma non depositato in cancelleria?
Il ricorso viene dichiarato improcedibile. L’improcedibilità è un vizio procedurale che impedisce alla Corte di esaminare il merito della questione, poiché il procedimento non è stato correttamente instaurato a causa del mancato deposito.

La parte che riceve la notifica di un ricorso non depositato può fare qualcosa?
Sì. La parte resistente (controricorrente) può chiedere essa stessa l’iscrizione a ruolo del processo. Questo le permette di ottenere una declaratoria formale di improcedibilità, utile per recuperare le spese legali e per impedire alla controparte di riproporre il ricorso.

Quali sono le conseguenze economiche per chi non deposita il ricorso dichiarato improcedibile?
La parte ricorrente viene condannata a pagare le spese legali alla controparte. Inoltre, è tenuta a versare un ulteriore importo a titolo di contributo unificato, pari a quello già dovuto per l’impugnazione (il cosiddetto “raddoppio del contributo unificato”).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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