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Giurisdizione giudice amministrativo: il caso degli oneri

La Corte di Cassazione, a Sezioni Unite, ha stabilito la giurisdizione del giudice amministrativo in una controversia su oneri di costruzione. Un comune aveva emesso avvisi di accertamento esecutivo nei confronti di una cooperativa e dei suoi soci. Questi si erano opposti prima davanti al giudice ordinario e poi la causa era stata riassunta davanti alla corte tributaria, che ha sollevato un conflitto. La Cassazione ha chiarito che, data la natura del credito (materia urbanistica), la competenza spetta al giudice amministrativo, indipendentemente dallo strumento di riscossione utilizzato.

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Pubblicato il 24 agosto 2025 in Giurisprudenza Civile, Procedura Civile

Giurisdizione Giudice Amministrativo: la Cassazione fa chiarezza su oneri e accertamenti

La Corte di Cassazione a Sezioni Unite, con una recente ordinanza, ha risolto un complesso conflitto di giurisdizione, affermando la competenza esclusiva del giurisdizione giudice amministrativo nelle controversie relative agli oneri di costruzione, anche quando l’ente pubblico utilizza lo strumento dell’accertamento esecutivo per la riscossione. Questa decisione consolida un principio fondamentale: a determinare il giudice competente è la natura del rapporto sottostante, non la forma dell’atto impugnato.

I Fatti del Caso: La Controversia sugli Oneri di Costruzione

Una cooperativa edilizia e i suoi soci si sono visti notificare da un Comune un avviso di “accertamento esecutivo entrate patrimoniali – oneri”, per un importo considerevole. Tale atto, basato su precedenti ordinanze ingiunzione, richiedeva il pagamento di contributi di costruzione e relativi accessori. Ritenendo l’atto illegittimo per varie ragioni, sia formali che sostanziali (dalla nullità delle notifiche al difetto di motivazione e alla decadenza del potere di riscossione), i destinatari hanno proposto opposizione.

Il Conflitto di Giurisdizione: Chi Decide?

L’opposizione è stata inizialmente presentata davanti al Tribunale ordinario, qualificato come “ricorso in opposizione all’esecuzione nonché in opposizione agli atti esecutivi”. Il Tribunale, tuttavia, ha dichiarato il proprio difetto di giurisdizione, indicando come competente la Commissione tributaria.
La causa è stata quindi riassunta davanti alla Corte di Giustizia Tributaria, la quale, a sua volta, ha ravvisato un potenziale conflitto negativo di giurisdizione. Dubitando della propria competenza, ha proposto ricorso per regolamento di giurisdizione d’ufficio alla Corte di Cassazione, sostenendo che la controversia non rientrasse nella materia tributaria. A complicare il quadro, la Procura Generale presso la Cassazione ha suggerito la giurisdizione del giudice amministrativo.

La Natura dell’Atto Impugnato

L’atto al centro del dibattito è l’accertamento esecutivo previsto dalla Legge n. 160/2019. Si tratta di uno strumento che unifica tre funzioni: atto impositivo, titolo esecutivo e precetto. In sostanza, una volta notificato e decorsi i termini per l’impugnazione, l’ente può procedere direttamente alla riscossione forzata senza bisogno di ulteriori atti come la cartella di pagamento. La questione centrale era se l’uso di questo strumento potesse alterare le normali regole sulla giurisdizione.

Le Motivazioni: La Natura del Credito Determina il Giudice

Le Sezioni Unite hanno chiarito che, per stabilire la giurisdizione, non bisogna guardare allo strumento di riscossione utilizzato dall’ente, ma alla natura del credito che si vuole recuperare. Nel caso di specie, il credito derivava dal mancato pagamento di oneri di costruzione, una materia che rientra pacificamente nella giurisdizione esclusiva del giudice amministrativo, come previsto dal Codice del processo amministrativo (art. 133, comma 1, lett. f)).
La Corte ha spiegato che l’opposizione all’accertamento esecutivo, quando proposta tempestivamente, investe il giudice della cognizione piena del rapporto obbligatorio sottostante, sia per gli aspetti formali che per quelli sostanziali. Poiché il rapporto riguarda la materia urbanistica ed edilizia, la controversia deve essere decisa dal giudice che ha la competenza specifica su tale materia, ovvero il T.A.R. (Tribunale Amministrativo Regionale).
Questo principio, già consolidato per le opposizioni alle ingiunzioni fiscali previste dal R.D. 639/1910, viene esteso per analogia anche ai nuovi accertamenti esecutivi. Di conseguenza, l’opposizione a un atto che richiede il pagamento di oneri di costruzione deve essere sempre proposta davanti al giudice amministrativo, il quale è l’unico a poter valutare la legittimità della pretesa dell’amministrazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche. Viene stabilito un punto fermo: per tutte le controversie relative alla spettanza e liquidazione di oneri di urbanizzazione e contributi di costruzione, la giurisdizione spetta al giudice amministrativo.
Questo vale anche se il Comune agisce tramite un accertamento esecutivo. I cittadini e le imprese che ricevono tali atti devono quindi rivolgersi direttamente al T.A.R. competente per territorio per far valere le proprie ragioni. La sentenza del Tribunale ordinario che aveva declinato la giurisdizione è stata, di conseguenza, travolta, e le parti dovranno ora riassumere il giudizio davanti al giudice amministrativo designato, entro i termini di legge.

Quale giudice è competente a decidere sulle impugnazioni contro un avviso di accertamento esecutivo per oneri di costruzione?
Secondo la Corte di Cassazione, la competenza a decidere spetta al giudice amministrativo (T.A.R.), in quanto la materia degli oneri di costruzione rientra nella sua giurisdizione esclusiva in materia urbanistica ed edilizia.

L’utilizzo dello strumento dell’accertamento esecutivo da parte del Comune modifica la giurisdizione?
No. La Corte ha chiarito che lo strumento utilizzato per la riscossione (in questo caso, l’accertamento esecutivo) è irrilevante ai fini della determinazione della giurisdizione. Ciò che conta è la natura del rapporto giuridico sottostante, che in questo caso è di natura pubblicistica (urbanistica).

Cosa succede alla precedente sentenza del Tribunale ordinario che aveva declinato la giurisdizione?
La sentenza declinatoria del Tribunale di Napoli Nord viene “travolta” dalla decisione della Cassazione. Ciò significa che essa perde ogni efficacia e il giudizio deve essere riassunto dalle parti davanti al giudice amministrativo dichiarato competente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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