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Gestione separata INPS: prescrizione e sanzioni annullate

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16933/2024, interviene sulla questione dell’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per gli avvocati. Pur confermando l’obbligo di iscrizione, la Corte accoglie il ricorso della professionista su due punti cruciali: la prescrizione dei contributi decorre dalla scadenza del termine per il pagamento e non dalla dichiarazione dei redditi, e le sanzioni per l’omessa iscrizione antecedente al 2011 sono illegittime, in linea con una precedente pronuncia della Corte Costituzionale.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Gestione separata INPS: la Cassazione su prescrizione e sanzioni

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti fondamentali sull’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per i liberi professionisti, in particolare per gli avvocati. La decisione interviene su due aspetti di grande rilevanza pratica: la decorrenza della prescrizione per i contributi dovuti e la legittimità delle sanzioni per l’omessa iscrizione. Analizziamo insieme la vicenda e le importanti conclusioni della Suprema Corte.

I fatti del caso

Una professionista legale si opponeva a una richiesta di pagamento da parte dell’ente previdenziale, contestando la sua iscrizione d’ufficio alla Gestione Separata per l’anno 2010. La sua domanda era stata rigettata in primo grado, mentre la Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la decisione, confermando l’obbligo contributivo ma riducendo le sanzioni da ‘evasione’ a ‘omissione’. Insoddisfatta, la professionista ha proposto ricorso per cassazione, sollevando tre motivi di censura relativi all’obbligo di iscrizione, alla prescrizione dei contributi e all’applicazione delle sanzioni.

La questione giuridica: iscrizione alla Gestione separata INPS e termini

Il cuore della controversia si articolava su tre questioni principali:
1. Obbligo di iscrizione: La professionista sosteneva di non essere tenuta a iscriversi alla Gestione Separata, in quanto il versamento del solo contributo integrativo alla propria cassa di categoria avrebbe dovuto esonerarla.
2. Prescrizione: Secondo la ricorrente, il termine di prescrizione per i contributi del 2010 era già decorso, contestando la tesi della Corte d’Appello che lo faceva partire dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.
3. Sanzioni: La professionista riteneva illegittima l’applicazione di qualsiasi sanzione civile per l’omessa iscrizione.

Contemporaneamente, anche l’ente previdenziale proponeva ricorso, lamentando che la Corte territoriale avesse qualificato l’inadempimento come semplice omissione anziché come evasione, con una conseguente riduzione delle sanzioni.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha esaminato i diversi motivi di ricorso, giungendo a una decisione articolata che accoglie in parte le ragioni della professionista.

Sull’obbligo di iscrizione

Il primo motivo del ricorso principale è stato ritenuto infondato. La Corte ha ribadito il principio consolidato secondo cui gli avvocati, che svolgono attività libero professionale in modo non abituale e che versano alla propria cassa solo un contributo integrativo a carattere solidaristico (non utile a costruire una posizione previdenziale), sono comunque tenuti a iscriversi alla Gestione separata INPS. Questo obbligo deriva dal principio di universalizzazione della copertura assicurativa, volto a garantire una tutela previdenziale a tutti i lavoratori.

Sulla prescrizione dei contributi

Il secondo motivo è stato invece accolto. La Cassazione ha confermato il proprio orientamento secondo cui la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione separata decorre dal momento in cui scadono i termini per il relativo pagamento, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Questo principio sposta in avanti il momento da cui calcolare i cinque anni utili per la prescrizione, rendendo fondata l’eccezione sollevata dalla professionista.

Sulle sanzioni per omessa iscrizione

Anche il terzo motivo è stato accolto. La Corte ha richiamato una fondamentale sentenza della Corte Costituzionale (n. 104 del 2022), la quale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma (art. 18, comma 12, d.l. n. 98/2011) nella parte in cui non esonera dal pagamento delle sanzioni civili gli avvocati non iscritti alla cassa forense per mancato raggiungimento delle soglie di reddito. La Consulta ha riconosciuto che, prima del 2011, esisteva un’incertezza interpretativa che aveva generato un legittimo affidamento nei professionisti. Pertanto, per i periodi precedenti all’entrata in vigore della norma chiarificatrice, le sanzioni per l’omessa iscrizione non sono dovute. L’accoglimento di questo motivo ha determinato l’assorbimento del ricorso proposto dall’ente previdenziale.

Le conclusioni

La sentenza impugnata è stata cassata e la causa rinviata alla Corte d’Appello per una nuova valutazione alla luce dei principi stabiliti. Questa ordinanza rappresenta un punto fermo per tutti i professionisti che si trovano in situazioni analoghe. Vengono confermati due principi fondamentali: la decorrenza della prescrizione dei contributi dalla data di scadenza del pagamento e, soprattutto, l’illegittimità delle sanzioni per le omesse iscrizioni alla Gestione separata INPS relative a periodi anteriori al 2011, a causa dell’incertezza normativa dell’epoca. Una decisione che porta chiarezza e tutela l’affidamento dei contribuenti.

Quando inizia a decorrere la prescrizione per i contributi dovuti alla Gestione separata INPS?
Secondo la Corte di Cassazione, la prescrizione decorre dalla data in cui scadono i termini per il pagamento dei contributi, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi.

Sono dovute le sanzioni per la mancata iscrizione alla Gestione Separata per i periodi antecedenti al 2011?
No. La Corte, richiamando una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito che le sanzioni civili per l’omessa iscrizione con riguardo al periodo anteriore all’entrata in vigore della legge di interpretazione del 2011 non sono dovute, a causa di una pregressa incertezza normativa che aveva generato un legittimo affidamento nei professionisti.

Un avvocato che versa solo il contributo integrativo alla propria Cassa è comunque tenuto a iscriversi alla Gestione separata INPS?
Sì. La Corte ha confermato che l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata sussiste anche per i professionisti che, non raggiungendo determinate soglie di reddito, versano alla propria cassa di categoria solo un contributo integrativo con finalità solidaristica, il quale non è sufficiente a costituire una posizione previdenziale personale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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