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Gestione separata INPS: obbligo anche sotto i 5.000€

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16935/2024, ha stabilito che l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per un professionista iscritto a un albo non dipende dal superamento della soglia di reddito di 5.000 euro. Il criterio determinante è l’esercizio abituale della professione. Un reddito basso può essere un indizio, ma non esclude di per sé l’obbligatorietà dell’iscrizione, che va valutata in base alla scelta professionale e non al risultato economico annuale.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Gestione Separata INPS: Iscrizione Obbligatoria per Professionisti, il Reddito Non è Decisivo

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di contributi previdenziali per i liberi professionisti. La questione centrale riguarda l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS e il ruolo della soglia di reddito di 5.000 euro. Contrariamente a un’interpretazione diffusa, la Corte ha chiarito che per i professionisti iscritti ad albi, il criterio decisivo non è l’ammontare del reddito, ma la natura abituale dell’attività svolta.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla pretesa dell’ente previdenziale nei confronti di una professionista iscritta a un albo per il pagamento dei contributi dovuti alla Gestione separata per l’anno 2009. Inizialmente, la Corte d’Appello aveva dato ragione alla professionista, ritenendo non dovuti i contributi poiché il reddito prodotto in quell’anno era inferiore alla soglia di 5.000 euro. Secondo i giudici di secondo grado, tale importo costituiva un limite al di sotto del quale l’obbligo contributivo non sorgeva. L’ente previdenziale, non condividendo questa interpretazione, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione.

La Decisione della Corte e il Principio sulla Gestione separata INPS

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente, ribaltando la decisione della Corte d’Appello. I giudici supremi hanno stabilito che l’obbligatorietà dell’iscrizione alla Gestione separata INPS per un professionista iscritto a un albo è legata all’esercizio abituale, anche se non esclusivo, di una professione che genera un reddito non soggetto ad altra forma di contribuzione obbligatoria. La soglia dei 5.000 euro, invece, è un presupposto rilevante solo per le attività di lavoro autonomo occasionale, non per quelle professionali svolte con carattere di abitualità.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato in modo approfondito la distinzione tra le due fattispecie. L’obbligo di iscrizione per un professionista deriva dalla scelta di esercitare l’attività in modo sistematico e continuativo, una decisione che viene presa ex ante. Il fatto che, ex post, il reddito prodotto in un determinato anno sia basso o addirittura nullo non fa venire meno la natura abituale dell’attività.

La percezione di un reddito annuo inferiore a 5.000 euro non è, quindi, un fattore che esclude automaticamente l’obbligo di iscrizione. Può, al massimo, rappresentare un indizio, da valutare insieme ad altri elementi, per determinare se l’attività sia stata concretamente svolta con carattere di abitualità. Tuttavia, ancorare l’obbligo di iscrizione al solo superamento della soglia di reddito significherebbe, secondo la Corte, confondere l’esercizio professionale abituale con il lavoro autonomo occasionale, che sono due categorie disciplinate in modo diverso dal legislatore.

Le Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale rigoroso. Per i liberi professionisti iscritti ad albi o elenchi (come avvocati, commercialisti, ingegneri, etc.) che non versano i contributi alla propria cassa di riferimento, l’iscrizione alla Gestione separata INPS è un obbligo che scaturisce dalla natura abituale della loro attività. Il livello di reddito conseguito in un anno specifico non è il fattore determinante per l’esistenza dell’obbligo, ma solo per il calcolo dei contributi dovuti. Di conseguenza, anche a fronte di un reddito inferiore a 5.000 euro, il professionista che esercita abitualmente la propria attività è tenuto all’iscrizione e al relativo versamento contributivo.

Un professionista iscritto a un albo deve iscriversi alla Gestione separata INPS se guadagna meno di 5.000 euro all’anno?
Sì, secondo la Corte di Cassazione l’obbligo di iscrizione non dipende dal superamento di questa soglia di reddito, ma dall’esercizio abituale della professione.

Qual è il criterio principale per l’obbligo di iscrizione alla Gestione separata INPS per un professionista?
Il criterio fondamentale è l’esercizio dell’attività con carattere di abitualità, anche se non esclusivo. L’iscrizione è obbligatoria se l’attività produce un reddito non assoggettato a contribuzione presso la cassa di riferimento del professionista.

Il reddito inferiore a 5.000 euro ha qualche rilevanza per i professionisti?
Sì, ma non per escludere l’obbligo di iscrizione. Può essere considerato un indizio, da ponderare con altri elementi, per valutare se in concreto l’attività sia stata svolta con carattere di abitualità. La soglia di 5.000 euro è invece il presupposto per l’obbligo di iscrizione nel caso di lavoro autonomo puramente occasionale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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