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Gestione Separata INPS: obblighi per avvocati

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 16931/2024, chiarisce gli obblighi degli avvocati verso la Gestione Separata INPS. Pur confermando il dovere di iscrizione per i redditi non coperti da altre casse previdenziali e rigettando l’eccezione di prescrizione, la Corte ha annullato le sanzioni civili per l’omessa iscrizione, in applicazione di una precedente sentenza della Corte Costituzionale. La decisione bilancia il principio di universalità della copertura previdenziale con la tutela dell’affidamento del professionista sorto in un quadro normativo incerto.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Gestione Separata INPS: Obblighi e Sanzioni per gli Avvocati

La Corte di Cassazione, con la recente ordinanza n. 16931 del 19 giugno 2024, è tornata a pronunciarsi su una questione di grande rilevanza per i liberi professionisti, in particolare per gli avvocati: l’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS. La pronuncia chiarisce aspetti fondamentali relativi all’obbligo contributivo, alla decorrenza della prescrizione e, soprattutto, all’applicazione delle sanzioni civili, offrendo un esito parzialmente favorevole al professionista.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dall’opposizione di un avvocato a un avviso bonario con cui l’ente previdenziale richiedeva il pagamento di contributi dovuti alla Gestione Separata INPS per l’anno 2009. Il professionista contestava la richiesta sostenendo di non essere tenuto all’iscrizione, eccepiva la prescrizione del credito e contestava la misura delle sanzioni applicate. Dopo una decisione di primo grado favorevole al legale, la Corte d’Appello aveva riformato la sentenza, rigettando l’opposizione. Il caso è quindi giunto all’attenzione della Corte di Cassazione, che ha esaminato tre distinti motivi di ricorso.

L’Obbligo di Iscrizione alla Gestione Separata INPS

Il primo motivo di ricorso verteva sull’esistenza stessa dell’obbligo di iscrizione. Il professionista sosteneva che il versamento del contributo integrativo alla propria cassa di categoria fosse sufficiente a esonerarlo. La Cassazione ha rigettato questa tesi, ribadendo un principio ormai consolidato. In base al principio di universalizzazione della copertura assicurativa, introdotto dalla Legge n. 335/1995, ogni reddito derivante da attività lavorativa deve essere assoggettato a contribuzione previdenziale.

Gli Ermellini hanno specificato che gli avvocati, iscritti ad altre forme di previdenza obbligatoria, che svolgono attività libero professionale priva del carattere dell’abitualità e versano alla Cassa Forense un contributo meramente solidaristico (che non genera una posizione previdenziale), sono comunque tenuti a iscriversi alla Gestione Separata INPS. L’unico versamento che esonera da tale obbligo è quello suscettibile di costituire una vera e propria prestazione previdenziale per il lavoratore.

La Decorrenza della Prescrizione dei Contributi

Il secondo motivo riguardava la prescrizione dei contributi. La Corte, pur correggendo la motivazione della sentenza d’appello, ha concluso per l’infondatezza del motivo. La Corte d’Appello aveva erroneamente legato la decorrenza della prescrizione alla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. La Cassazione ha chiarito che il termine di prescrizione decorre dal momento in cui scadono i termini per il pagamento dei contributi.

Nel caso specifico, relativo all’anno 2009, la Corte ha dato rilievo a un D.P.C.M. del 10 giugno 2010 che aveva differito il termine di pagamento al 6 luglio 2010 per i soggetti sottoposti agli studi di settore. Poiché l’avviso bonario dell’ente previdenziale era stato comunicato il 1° luglio 2015, il termine di prescrizione quinquennale non era ancora decorso. Di conseguenza, la richiesta di pagamento dei contributi è stata ritenuta legittima.

Annullamento delle Sanzioni per Legittimo Affidamento

Il terzo motivo di ricorso, relativo alla misura delle sanzioni, è stato invece accolto. La Corte di Cassazione ha applicato direttamente i principi sanciti dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 104 del 2022. La Consulta aveva dichiarato l’illegittimità costituzionale di una norma interpretativa nella parte in cui non esonerava dal pagamento delle sanzioni civili gli avvocati non iscritti alla Cassa Forense per mancato raggiungimento delle soglie di reddito.

La ragione di tale decisione risiede nella tutela del legittimo affidamento sorto in capo ai professionisti a causa di un quadro normativo storicamente incerto. In passato, l’interpretazione prevalente non era chiara sull’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS in tali circostanze. Di conseguenza, la Corte Costituzionale ha stabilito che, per i periodi antecedenti all’entrata in vigore della norma di interpretazione autentica (art. 18, comma 12, D.L. n. 98/2011), non sono dovute sanzioni per l’omessa iscrizione.

Le Motivazioni

La decisione della Corte di Cassazione si fonda su un’attenta ponderazione di diversi principi giuridici. Da un lato, viene confermata la massima estensione della copertura previdenziale, un pilastro del nostro sistema di welfare. Dall’altro, viene riconosciuto e tutelato l’affidamento del cittadino di fronte a una legislazione poco chiara, annullando le sanzioni che avrebbero avuto un carattere punitivo ingiustificato. La motivazione sul punto della prescrizione, inoltre, fornisce un’importante precisazione sulla corretta individuazione del ‘dies a quo’, ancorandolo alla scadenza del termine di pagamento, che può essere modificato da fonti normative secondarie come i D.P.C.M.

Le Conclusioni

In conclusione, la Suprema Corte accoglie parzialmente il ricorso del professionista. Pur confermando l’obbligo di versare i contributi per l’anno 2009, annulla completamente le sanzioni civili applicate. La sentenza rappresenta un importante punto di equilibrio: ribadisce l’obbligatorietà dell’iscrizione alla Gestione Separata INPS per tutti i redditi professionali non altrimenti coperti, ma protegge i professionisti da conseguenze sanzionatorie per omissioni passate, quando la normativa non era sufficientemente chiara. La Corte, infine, ha compensato le spese dell’intero processo data la complessità della materia e l’assetto definitivo trovato solo a seguito dell’intervento del giudice delle leggi.

Un avvocato iscritto alla propria Cassa professionale è obbligato a iscriversi anche alla Gestione Separata INPS?
Sì, è obbligato se percepisce redditi da attività libero professionale per i quali versa alla propria cassa un contributo meramente integrativo o solidaristico, che non è utile a costituire una posizione previdenziale. L’obbligo sorge in virtù del principio di universalizzazione della copertura assicurativa.

Da quando decorre la prescrizione per i contributi dovuti alla Gestione Separata INPS?
La prescrizione decorre dalla data di scadenza del termine previsto per il pagamento dei contributi, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Eventuali proroghe o differimenti di tale termine, disposti da fonti normative, spostano in avanti l’inizio della decorrenza della prescrizione.

Sono dovute le sanzioni per l’omessa iscrizione alla Gestione Separata per i periodi antecedenti alla normativa di interpretazione del 2011?
No. In base alla sentenza n. 104/2022 della Corte Costituzionale, richiamata in questa ordinanza, gli avvocati sono esonerati dal pagamento delle sanzioni civili per l’omessa iscrizione relativa ai periodi anteriori all’entrata in vigore della norma di interpretazione autentica, a causa della situazione di incertezza normativa che aveva generato un legittimo affidamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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