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Gestione Separata: annullate sanzioni per professionisti

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 34947/2024, ha affrontato il caso di una professionista iscritta a un albo ma già coperta da un’altra forma di previdenza obbligatoria. La Corte ha confermato l’obbligo di iscrizione e versamento dei contributi alla Gestione Separata INPS, ma ha annullato le sanzioni per l’omessa iscrizione relative a periodi antecedenti alla normativa del 2011, recependo una recente sentenza della Corte Costituzionale. È stato inoltre chiarito che la prescrizione dei contributi decorre dalla scadenza del termine per il pagamento e non dalla presentazione della dichiarazione dei redditi.

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Pubblicato il 11 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Gestione Separata: la Cassazione annulla le sanzioni ma conferma i contributi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha gettato nuova luce sulla complessa questione dell’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata INPS per i professionisti, come ingegneri e architetti, che sono già iscritti a un’altra forma di previdenza obbligatoria. Se da un lato la Corte ha ribadito la necessità di versare i contributi, dall’altro ha accolto un’importante eccezione riguardante le sanzioni per la mancata iscrizione, allineandosi a un fondamentale intervento della Corte Costituzionale.

Il caso in esame

Una professionista si era opposta a una richiesta di pagamento da parte dell’INPS relativa a contributi e sanzioni per l’anno 2008, dovuti alla Gestione Separata. La professionista, pur esercitando la libera professione, era contemporaneamente iscritta a un’altra gestione previdenziale obbligatoria, condizione che le impediva l’iscrizione alla cassa di categoria (INARCASSA). I giudici di merito avevano dato ragione all’INPS, confermando l’obbligo di pagamento. La questione è quindi approdata dinanzi alla Corte di Cassazione.

L’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata

Il cuore della controversia verteva sulla sussistenza dell’obbligo di iscrizione alla Gestione Separata per quei professionisti che, pur iscritti all’albo, non possono accedere alla propria cassa di previdenza a causa di un’altra copertura assicurativa. La ricorrente sosteneva, con vari motivi, l’illegittimità di tale obbligo. La Corte, tuttavia, ha rigettato queste censure, consolidando un principio ormai stabile nella giurisprudenza.

La questione della prescrizione

Un altro punto sollevato dalla professionista riguardava la prescrizione dei contributi. Secondo la sua tesi, il termine di prescrizione quinquennale avrebbe dovuto decorrere dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Anche su questo punto, la Corte ha dato torto alla ricorrente, specificando che il termine decorre dal momento in cui scadono i termini per il pagamento dei contributi, non dalla data della dichiarazione, che è una mera esternazione di scienza.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha fondato la sua decisione su principi consolidati. Per quanto riguarda l’obbligo contributivo, i giudici hanno ribadito la ratio universalistica della tutela previdenziale. La Gestione Separata è stata creata proprio per coprire tutti i lavoratori autonomi privi di una specifica cassa di previdenza. Il versamento del solo contributo integrativo alla cassa di categoria non è sufficiente a esonerare dall’obbligo, poiché tale contributo ha una funzione solidaristica e non crea una posizione previdenziale per il professionista.

La vera novità della decisione risiede nell’accoglimento del motivo relativo alle sanzioni. La Corte ha applicato direttamente una recente sentenza della Corte Costituzionale (n. 55 del 2024), che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale della norma che imponeva sanzioni per l’omessa iscrizione nel periodo anteriore alla sua entrata in vigore (2011). In pratica, si è riconosciuta l’incertezza normativa esistente in passato, esonerando i professionisti dal pagamento delle sanzioni civili per le omissioni avvenute prima che la legge chiarisse definitivamente la situazione.

Di conseguenza, i giudici hanno ritenuto infondate le censure sull’obbligo contributivo e sulla prescrizione, ma hanno accolto quella sulle sanzioni.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha cassato la sentenza impugnata limitatamente alla parte sulle sanzioni e, decidendo nel merito, ha dichiarato che le sanzioni richieste dall’INPS per l’anno 2008 non erano dovute. Ha invece confermato l’obbligo della professionista di versare i contributi. Questa pronuncia ha un’importante implicazione pratica: i professionisti in situazioni analoghe, pur essendo tenuti al pagamento dei contributi pregressi (nei limiti della prescrizione), possono legittimamente opporsi alle sanzioni per la mancata iscrizione alla Gestione Separata per i periodi antecedenti alla normativa del 2011. Si tratta di una decisione equilibrata che, pur salvaguardando il principio di universalità della copertura previdenziale, tiene conto della complessità e dell’evoluzione del quadro normativo.

Un professionista iscritto a un albo, ma anche a un’altra gestione previdenziale obbligatoria, è tenuto a iscriversi alla Gestione Separata INPS?
Sì, la Corte di Cassazione ha confermato che, in base al principio universalistico delle tutele previdenziali, i professionisti che non possono iscriversi alla propria cassa di categoria perché già coperti da altra previdenza obbligatoria sono tenuti a iscriversi e a versare i contributi alla Gestione Separata INPS.

Sono dovute le sanzioni per la mancata iscrizione alla Gestione Separata per periodi precedenti alla norma interpretativa del 2011?
No. La Corte, applicando una sentenza della Corte Costituzionale, ha stabilito che le sanzioni civili per l’omessa iscrizione non sono dovute per i periodi anteriori all’entrata in vigore della norma chiarificatrice (d.l. n. 98/2011), a causa dell’incertezza normativa preesistente.

Da quando decorre la prescrizione dei contributi dovuti alla Gestione Separata?
La prescrizione dei contributi decorre dal momento in cui scadono i termini per il loro pagamento, e non dalla data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Eventuali proroghe dei termini di versamento spostano di conseguenza l’inizio del periodo di prescrizione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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