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Formazione sicurezza docente: è straordinario?

Un docente ha richiesto il pagamento come straordinario per un corso di formazione sulla sicurezza frequentato a giugno, dopo la fine delle lezioni. La Corte di Cassazione ha respinto la richiesta, stabilendo che la formazione sicurezza docente obbligatoria per legge deve avvenire durante l’orario di lavoro e senza costi aggiuntivi per il dipendente. L’orario di lavoro del docente non si esaurisce con le sole ore di insegnamento.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Formazione Sicurezza Docente: Rientra nell’Orario di Lavoro o è Straordinario?

La questione della formazione sicurezza docente e della sua collocazione nell’orario di lavoro è un tema di grande attualità nel mondo della scuola. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha fornito un chiarimento fondamentale: la formazione obbligatoria in materia di sicurezza, anche se svolta al di fuori delle ore di lezione, non costituisce lavoro straordinario e non deve essere retribuita a parte. Vediamo insieme i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un docente a tempo indeterminato impugnava la decisione della Corte d’Appello che aveva negato il suo diritto a ricevere un compenso aggiuntivo per aver partecipato a un corso di formazione sulla sicurezza. Il corso si era tenuto alla fine di giugno, in un periodo in cui l’attività didattica era già sospesa. Il docente sosteneva che quelle ore, essendo al di fuori dell’orario di insegnamento e delle attività funzionali programmate, dovessero essere qualificate come lavoro straordinario e, di conseguenza, retribuite secondo quanto previsto dall’art. 30 del CCNL di settore.

In primo grado, il Tribunale gli aveva dato ragione, ma la Corte d’Appello aveva ribaltato la sentenza, affermando che la partecipazione al corso rientrava nei doveri di servizio, poiché il docente non era in ferie e la formazione sulla sicurezza è un obbligo di legge da assolvere durante l’orario di lavoro.

La Decisione della Cassazione sulla Formazione Sicurezza Docente

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso del docente, confermando la decisione della Corte d’Appello. Il punto centrale della pronuncia risiede nell’interpretazione dell’art. 37 del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro). Questa norma stabilisce in modo inequivocabile che la formazione dei lavoratori in materia di salute e sicurezza deve avvenire “durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a carico dei lavoratori”.

Secondo i giudici, questa disposizione di legge prevale su qualsiasi interpretazione del contratto collettivo. Di conseguenza, riconoscere un compenso per ore aggiuntive per la formazione sicurezza docente sarebbe in palese contrasto con il dettato normativo, che la qualifica come un’attività da svolgersi all’interno del normale orario di servizio.

Le Motivazioni della Corte

La Corte ha specificato che l’orario di lavoro di un insegnante non si esaurisce nelle 18 ore settimanali di insegnamento. Queste ultime rappresentano solo una parte degli obblighi di servizio, che includono anche attività funzionali all’insegnamento. La formazione obbligatoria sulla sicurezza è un dovere che rientra a pieno titolo in questo quadro più ampio.

Il fatto che il corso sia stato organizzato nel mese di giugno, a lezioni terminate, non cambia la natura dell’obbligo. In quel periodo, il docente è ancora in servizio e a disposizione dell’amministrazione. La scelta della dirigenza scolastica di collocare la formazione in quel momento è stata ritenuta legittima e compatibile con gli obblighi contrattuali del lavoratore.

In sostanza, la legge configura la formazione sulla sicurezza come un diritto-dovere del lavoratore, che il datore di lavoro ha l’obbligo di fornire durante l’orario lavorativo e a proprie spese. L’impegno richiesto al docente, essendo inferiore al limite orario settimanale, non poteva considerarsi eccedente e quindi non dava diritto ad alcuna retribuzione aggiuntiva.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La sentenza chiarisce un principio fondamentale per tutto il personale scolastico: la formazione obbligatoria sulla sicurezza è parte integrante dell’attività lavorativa. Non può essere considerata un’attività extra da retribuire a parte, ma un dovere da adempiere durante l’orario di servizio. Per i dirigenti scolastici, ciò conferma la legittimità di programmare tali corsi anche in periodi di sospensione delle attività didattiche, purché il personale sia formalmente in servizio. Per i docenti, stabilisce che la partecipazione a questi corsi non genera un diritto a un compenso straordinario, in quanto si tratta di un adempimento di un obbligo di legge intrinseco al rapporto di lavoro.

La formazione obbligatoria sulla sicurezza per un docente deve essere pagata come straordinario se svolta al di fuori delle ore di lezione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, per legge (D.Lgs. 81/2008), la formazione sulla sicurezza deve avvenire durante l’orario di lavoro e non comporta oneri economici per il lavoratore. Pertanto, non può essere retribuita come straordinario.

L’orario di lavoro di un docente coincide solo con le ore di insegnamento?
No. La sentenza chiarisce che l’orario di lavoro del docente è più ampio delle sole ore di insegnamento frontale e include tutte le attività funzionali e gli obblighi di servizio, come la formazione obbligatoria, anche quando le lezioni sono sospese.

Una norma di legge sulla sicurezza sul lavoro può prevalere su un’interpretazione del contratto collettivo (CCNL)?
Sì. La Corte ha affermato che la norma primaria (l’art. 37 del D.Lgs. 81/2008) che impone la formazione durante l’orario di lavoro prevale su eventuali interpretazioni del CCNL che potrebbero portare a qualificare tale attività come lavoro straordinario.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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