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Fondo integrativo gas: obbligo per società pubbliche

Un’azienda energetica, interamente controllata da un ente pubblico, contestava l’obbligo di iscrizione al Fondo integrativo gas, sostenendo che la sua gestione del servizio avveniva per affidamento diretto e non tramite concessione. La Corte di Cassazione ha chiarito che la forma giuridica della società (S.p.A.), in quanto entità di diritto privato, è il fattore decisivo. Di conseguenza, l’obbligo contributivo sussiste a prescindere dalla proprietà pubblica e dalla modalità di assegnazione del servizio, affermando la prevalenza della natura privatistica del veicolo giuridico utilizzato.

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Pubblicato il 8 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Fondo integrativo gas: anche le società pubbliche sono obbligate

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale per tutte le società a capitale pubblico che operano nel settore energetico. La questione centrale riguarda l’obbligo di iscrizione al Fondo integrativo gas, un regime di previdenza complementare previsto per le aziende private del settore. La Corte ha chiarito che la natura pubblica della proprietà non esonera dall’obbligo contributivo se la società opera attraverso una forma giuridica di diritto privato, come una Società per Azioni (S.p.A.).

I Fatti del Caso

Una società energetica, interamente partecipata da un comune e incaricata della distribuzione del gas tramite affidamento diretto, si era opposta a un avviso di addebito dell’ente previdenziale per l’omessa contribuzione al fondo. La Corte d’Appello aveva inizialmente dato ragione all’azienda, ritenendo che il regime del fondo non si applicasse, poiché la società non operava in base a una concessione amministrativa, ma a un affidamento diretto da parte dell’ente pubblico proprietario.

L’ente previdenziale ha impugnato questa decisione, portando la questione dinanzi alla Corte di Cassazione e sostenendo che la normativa si applicasse a prescindere dalla natura dell’atto di affidamento del servizio.

L’obbligo di iscrizione al Fondo integrativo gas

La questione giuridica ruotava attorno all’interpretazione della normativa che istituisce il fondo, destinato alle “aziende private che producono e distribuiscono gas”. La società resistente sosteneva che la sua natura di ente a totale partecipazione pubblica e la modalità di gestione del servizio la escludessero da tale categoria.

La Suprema Corte, tuttavia, ha adottato un approccio diverso, focalizzandosi non sulla proprietà del capitale sociale, ma sulla forma giuridica con cui l’azienda opera sul mercato.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha cassato la sentenza d’appello, affermando un principio dirimente: ai fini previdenziali, il dato decisivo è il veicolo giuridico di natura privatistica utilizzato. In questo caso, la società era una S.p.A., una persona giuridica di diritto privato. La scelta di operare tramite una S.p.A. comporta l’assoggettamento alle regole del diritto privato, incluse quelle previdenziali, indipendentemente dal fatto che i soci siano enti pubblici.

Secondo la Corte, non è rilevante che la proprietà del capitale sia in mano a enti locali, né che il servizio sia gestito per affidamento diretto anziché per concessione. Ciò che conta è che l’attività venga svolta utilizzando una struttura societaria civilistica. Questo orientamento, già consolidato in precedenti pronunce, viene qui ribadito con forza, sottolineando che la forma prevale sulla sostanza della proprietà.

Le Conclusioni

La decisione della Cassazione ha importanti implicazioni pratiche per tutte le società a partecipazione pubblica. Viene stabilito che l’adozione di un modello organizzativo privatistico per la gestione di servizi pubblici comporta l’integrale applicazione delle normative previste per il settore privato, inclusi gli obblighi contributivi specifici come l’iscrizione al Fondo integrativo gas. La sentenza, non richiedendo ulteriori accertamenti, ha deciso nel merito rigettando l’opposizione originaria della società energetica e confermando la legittimità della pretesa dell’ente previdenziale.

Una società a totale capitale pubblico che gestisce il servizio gas è obbligata all’iscrizione al Fondo integrativo gas?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che l’obbligo di iscrizione dipende dalla forma giuridica della società (in questo caso una S.p.A. di diritto privato) e non dalla natura pubblica della sua proprietà.

La modalità di affidamento del servizio (concessione o affidamento diretto) incide sull’obbligo contributivo?
No. Secondo la sentenza, il modo in cui il servizio è stato assegnato alla società (concessione amministrativa o affidamento diretto) è irrilevante ai fini previdenziali. Il fattore determinante è l’utilizzo di una persona giuridica di diritto privato per svolgere l’attività.

Qual è il principio chiave affermato dalla Corte in questa ordinanza?
Il principio chiave è che, ai fini degli obblighi previdenziali, prevale il “veicolo giuridico” utilizzato. Se un’attività economica viene svolta tramite una società di diritto privato come una S.p.A., questa è soggetta alle normative previdenziali del settore privato, anche se il suo capitale è interamente detenuto da un ente pubblico locale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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