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Finestra mobile pensione: si applica agli invalidi?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22063/2024, ha stabilito che la cosiddetta finestra mobile pensione, ovvero il differimento di 12 mesi per l’accesso al trattamento pensionistico, si applica anche ai lavoratori con un’invalidità pari o superiore all’80% che accedono alla pensione di vecchiaia anticipata. La Suprema Corte ha riformato la decisione della Corte d’Appello, la quale aveva escluso tale differimento, accogliendo il ricorso dell’ente previdenziale e affermando l’ampia portata applicativa della norma.

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Pubblicato il 13 dicembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Finestra Mobile Pensione: La Cassazione Conferma l’Applicazione agli Invalidi

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione relativa alla finestra mobile pensione e alla sua applicabilità ai lavoratori con un’elevata percentuale di invalidità. La Suprema Corte ha stabilito che anche i lavoratori invalidi in misura non inferiore all’80%, che beneficiano della pensione di vecchiaia anticipata, sono soggetti al differimento di 12 mesi per l’accesso al trattamento previdenziale. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale e chiarisce l’ambito di applicazione di una norma di grande impatto sociale.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla richiesta di un lavoratore, riconosciuto invalido all’80%, di ottenere la pensione di vecchiaia anticipata. Sia il tribunale di primo grado che la Corte d’Appello di Lecce avevano accolto la sua domanda, riconoscendo il diritto alla pensione con decorrenza immediata dalla data della domanda amministrativa. Secondo i giudici di merito, la disciplina della “finestra mobile”, introdotta dall’art. 12 del D.L. n. 78 del 2010, non doveva applicarsi a questa specifica categoria di pensionati. L’ente previdenziale, ritenendo errata tale interpretazione, ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo la generale applicabilità del differimento.

La Questione Giuridica sulla Finestra Mobile Pensione

Il nucleo della controversia riguardava l’interpretazione dell’art. 12 del D.L. n. 78/2010. La norma ha introdotto un meccanismo di slittamento di 12 mesi nell’accesso alla pensione (la cosiddetta finestra mobile) per diverse categorie di lavoratori. Il quesito posto alla Suprema Corte era se tale differimento dovesse estendersi anche ai lavoratori con invalidità pari o superiore all’80%, che maturano il diritto alla pensione di vecchiaia anticipata ai sensi del D.Lgs. n. 503/1992. La Corte d’Appello aveva propeso per un’interpretazione restrittiva, escludendoli, mentre l’ente previdenziale sosteneva una lettura estensiva e onnicomprensiva della norma.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso dell’ente previdenziale, cassando la sentenza impugnata. I giudici hanno fondato la loro decisione su un’interpretazione letterale e sistematica della norma. Il testo dell’art. 12, secondo la Corte, ha un tenore testuale chiaro e individua un ambito soggettivo molto ampio. La norma estende il differimento non solo a chi matura il diritto alla pensione a 65 anni (uomini) o 60 (donne), ma anche a “tutti i soggetti che ‘negli altri casi’ maturano il diritto all’accesso al pensionamento di vecchiaia alle età previste dagli specifici ordinamenti”.

Questa dicitura, per la Cassazione, include senza dubbio anche i lavoratori invalidi che beneficiano della pensione anticipata. La Corte ha richiamato numerosi precedenti conformi, sottolineando la continuità del proprio orientamento giurisprudenziale. Inoltre, è stato chiarito che la successiva “riforma Fornero” (L. n. 214/2011), pur avendo eliminato il sistema delle finestre mobili dal 1° gennaio 2012, lo ha fatto solo per i soggetti i cui requisiti pensionistici venivano contestualmente ridefiniti. Poiché i pensionati per invalidità anticipata non sono stati menzionati in tale ridefinizione, per essi continua a trovare applicazione la precedente disciplina, inclusa la finestra mobile.

Le Conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha affermato il principio di diritto secondo cui il regime delle “finestre mobili” si applica anche agli invalidi in misura non inferiore all’80%. Di conseguenza, il diritto alla decorrenza della pensione di vecchiaia anticipata per questi soggetti deve essere posticipato di 12 mesi rispetto alla data di maturazione dei requisiti. La causa è stata rinviata alla Corte d’Appello di Lecce, in diversa composizione, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio e decidere anche in merito alle spese del giudizio di legittimità.

La “finestra mobile” di 12 mesi si applica alla pensione di vecchiaia anticipata per invalidi all’80%?
Sì, la Corte di Cassazione ha stabilito che il differimento di 12 mesi per l’accesso alla pensione, noto come “finestra mobile”, si applica anche ai lavoratori invalidi in misura non inferiore all’80% che hanno diritto alla pensione di vecchiaia anticipata.

Perché la Corte di Appello aveva escluso l’applicazione della finestra mobile?
La Corte di Appello aveva adottato un’interpretazione letterale e sistematica della normativa che escludeva l’applicazione del differimento all’appellato, in quanto pacificamente invalido all’80%.

Qual è stato l’argomento principale della Corte di Cassazione per accogliere il ricorso?
La Corte ha basato la sua decisione sul chiaro tenore testuale della norma (art. 12 del D.L. n. 78 del 2010), che individua un ambito soggettivo ampio, includendo espressamente “tutti i soggetti che ‘negli altri casi’ maturano il diritto all’accesso al pensionamento di vecchiaia”, categoria in cui rientrano anche gli invalidi.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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