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Ferie non godute: obbligo di pagamento per il datore

Una società di trasporti, qualificata come entità “in house” di un comune, è stata condannata a versare l’indennità per ferie non godute a un ex dipendente. La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso dell’azienda, chiarendo che il divieto di monetizzazione delle ferie, previsto per le pubbliche amministrazioni, non si estende alle società partecipate che operano in regime di diritto privato nei rapporti di lavoro. La Corte ha ribadito che l’onere della prova grava sul datore di lavoro, il quale deve dimostrare di aver formalmente e tempestivamente invitato il lavoratore a fruire delle ferie, avvisandolo della loro possibile perdita. In assenza di tale prova, l’indennità per le ferie non godute è sempre dovuta.

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Pubblicato il 6 settembre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ferie non godute: la Cassazione conferma l’obbligo di pagamento per le società partecipate

La questione del pagamento delle ferie non godute al termine del rapporto di lavoro è un tema ricorrente nel diritto del lavoro. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali, specialmente per i dipendenti di società a partecipazione pubblica. La Corte ha stabilito che anche le società “in house”, pur essendo controllate da enti pubblici, sono tenute a versare l’indennità sostitutiva se non dimostrano di aver messo il lavoratore nelle condizioni di fruire del proprio diritto al riposo.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla richiesta di un lavoratore nei confronti di una società di trasporti, interamente partecipata da un Comune, per ottenere il pagamento di un’indennità per le ferie maturate e non godute. La Corte d’Appello aveva già dato ragione al dipendente, condannando la società al pagamento di oltre 10.000 euro.

L’azienda, tuttavia, ha presentato ricorso in Cassazione, sostenendo che, in qualità di società “in house”, avrebbe dovuto essere assimilata a una pubblica amministrazione e, di conseguenza, beneficiare del divieto di “monetizzazione” delle ferie previsto da specifiche normative per il contenimento della spesa pubblica.

Ferie non godute nelle società “in house”: la decisione della Corte

La Suprema Corte ha rigettato il ricorso della società con motivazioni nette e in linea con i principi europei. I giudici hanno chiarito che, sebbene una società “in house” sia un’articolazione organizzativa dell’ente pubblico, la natura del rapporto di lavoro con i suoi dipendenti rimane privatistica. Di conseguenza, le norme che vietano il pagamento delle ferie non godute nella pubblica amministrazione non sono applicabili.

L’onere della prova a carico del datore di lavoro

Il punto centrale della decisione riguarda l’onere della prova. La Corte ha ribadito un principio fondamentale, già sancito dalla Corte di Giustizia dell’Unione Europea: le ferie sono un diritto irrinunciabile del lavoratore. Pertanto, la perdita del diritto all’indennità sostitutiva può verificarsi solo se il datore di lavoro dimostra di aver adempiuto a un preciso obbligo di diligenza.

Il datore di lavoro deve provare di aver:
1. Invitato formalmente il lavoratore a godere delle ferie.
2. Avvisato in modo chiaro e tempestivo che, in caso di mancata fruizione, il diritto sarebbe andato perso senza possibilità di compensazione economica.

Nel caso di specie, la società ricorrente non è riuscita a fornire tale prova. L’invio di una lettera generica, peraltro tardiva, non è stato ritenuto sufficiente a soddisfare l’onere probatorio richiesto.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione fonda la sua decisione sul carattere fondamentale e inderogabile del diritto alle ferie, tutelato sia a livello nazionale che europeo. Questo diritto è finalizzato a garantire la salute e la sicurezza del lavoratore, consentendogli un effettivo periodo di riposo. La giurisprudenza ha progressivamente rafforzato questa tutela, spostando sul datore di lavoro la responsabilità di assicurare che il riposo venga effettivamente goduto. La natura privatistica del rapporto di lavoro nelle società partecipate, anche se “in house”, implica l’applicazione delle normali regole civilistiche e del lavoro, escludendo deroghe previste per il settore pubblico. L’obbligo di pagare l’indennità sorge quando il datore di lavoro non riesce a dimostrare di aver agito con la massima diligenza per consentire la fruizione delle ferie, trasformando una sua potenziale mancanza in un obbligo risarcitorio.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un orientamento a forte tutela del lavoratore. Le conclusioni pratiche sono significative:
* Per i datori di lavoro (incluse le società pubbliche): Non è sufficiente un comportamento passivo. È necessario adottare una politica attiva e documentabile di gestione delle ferie, invitando i dipendenti a usufruirne e avvisandoli delle conseguenze in caso contrario. La semplice astensione del lavoratore non è sufficiente a esonerare l’azienda dall’obbligo di pagamento.
* Per i lavoratori: Il diritto all’indennità per le ferie non godute è robustamente tutelato. Salvo casi di un rifiuto esplicito e consapevole a fronte di un invito formale del datore, il lavoratore ha diritto a ricevere il compenso economico per il riposo non goduto al termine del rapporto.

Una società “in house” di un ente pubblico può rifiutarsi di pagare le ferie non godute come una pubblica amministrazione?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che, anche se la società è controllata da un ente pubblico, i rapporti di lavoro con i suoi dipendenti sono regolati dal diritto privato. Pertanto, il divieto di monetizzazione delle ferie previsto per la pubblica amministrazione non si applica.

A chi spetta l’onere di provare che le ferie potevano essere godute dal lavoratore?
L’onere della prova spetta interamente al datore di lavoro. Egli deve dimostrare non solo di aver concesso le ferie, ma di aver attivamente invitato il lavoratore a fruirne e di averlo informato in modo trasparente che, in caso contrario, avrebbe perso il diritto senza compenso economico.

Cosa deve fare il datore di lavoro per non dover pagare l’indennità per ferie non godute?
Il datore di lavoro deve dimostrare di aver esercitato tutta la diligenza necessaria. Deve invitare il lavoratore, se necessario formalmente, a godere delle ferie e informarlo in modo accurato e in tempo utile che, se non le fruisce, le perderà al termine del periodo di riferimento o di riporto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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