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Ferie non godute: il datore deve provare l’invito

Un dipendente pubblico, collocato a riposo al compimento dei 65 anni, ha contestato il pensionamento e richiesto l’indennità per ferie non godute. La Corte di Cassazione ha rigettato la richiesta sulla permanenza in servizio ma ha accolto quella relativa alle ferie. Ha stabilito che l’indennità sostitutiva è sempre dovuta, a meno che il datore di lavoro non dimostri di aver formalmente invitato il lavoratore a fruire delle ferie, avvisandolo della loro perdita in caso contrario.

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Pubblicato il 10 ottobre 2025 in Diritto del Lavoro, Giurisprudenza Civile

Ferie non Godute: L’Onere della Prova Ricade sul Datore di Lavoro

Il diritto alle ferie è un principio irrinunciabile per ogni lavoratore, ma cosa succede quando il rapporto di lavoro cessa e rimangono dei giorni di ferie non godute? Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: l’indennità sostitutiva è quasi sempre dovuta, a meno che il datore di lavoro non fornisca una prova molto specifica. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un dipendente di un’Azienda Sanitaria Locale è stato collocato a riposo al raggiungimento del sessantacinquesimo anno di età. Il lavoratore ha impugnato questa decisione, sostenendo di avere il diritto di rimanere in servizio fino al raggiungimento del quarantesimo anno di anzianità contributiva. Oltre a ciò, ha richiesto il pagamento dell’indennità sostitutiva per le ferie non godute al momento della cessazione del rapporto.

Mentre i giudici di primo e secondo grado hanno respinto entrambe le richieste, la questione è approdata in Corte di Cassazione, che ha separato i due aspetti della vicenda, concentrandosi in modo decisivo sulla questione delle ferie.

La Decisione della Cassazione sulle Ferie non Godute

La Suprema Corte ha accolto parzialmente il ricorso del lavoratore, focalizzandosi esclusivamente sul motivo relativo all’indennità per le ferie non godute. I giudici hanno chiarito che la domanda di monetizzazione delle ferie era autonoma e non collegata all’esito della contestazione sul collocamento a riposo. Di conseguenza, anche se il pensionamento è stato ritenuto legittimo, il diritto all’indennità per le ferie maturate e non fruite doveva essere valutato separatamente.

La Corte ha quindi cassato con rinvio la sentenza della Corte d’Appello, incaricandola di riesaminare il caso applicando il principio di diritto consolidato in materia.

Le Motivazioni

Il cuore della decisione risiede nel principio, applicabile a tutte le categorie di dipendenti, secondo cui il diritto alle ferie e alla corrispondente indennità sostitutiva può essere perso solo a una condizione molto precisa. Non è sufficiente che il lavoratore non abbia chiesto di andare in ferie; è il datore di lavoro a dover dimostrare attivamente di averlo messo nelle condizioni di goderne.

Secondo la Cassazione, il datore di lavoro deve fornire la prova di aver:
1. Invitato formalmente il lavoratore a fruire delle ferie.
2. Avvisato in modo accurato e tempestivo che, in caso di mancata fruizione entro il periodo di riferimento, tali ferie sarebbero andate perse senza possibilità di compensazione economica.

Questo onere della prova a carico del datore di lavoro serve a garantire che la perdita del diritto alle ferie non sia il risultato di un’omissione del lavoratore, ma una sua scelta consapevole e informata, successiva a un esplicito invito e avvertimento da parte dell’azienda.

Le Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un orientamento giurisprudenziale a forte tutela del lavoratore. Per le aziende, pubbliche e private, emerge la necessità di adottare procedure chiare e documentabili per la gestione delle ferie. Non basta concederle, ma occorre invitare attivamente i dipendenti a goderne e avvisarli delle conseguenze in caso di mancato utilizzo. Per i lavoratori, questa decisione rappresenta un’importante conferma del fatto che il diritto all’indennità per ferie non godute è la regola, e la sua perdita è un’eccezione che richiede una prova rigorosa da parte del datore di lavoro.

Un lavoratore perde automaticamente il diritto all’indennità per le ferie non godute se non le richiede prima della pensione?
No. Secondo la sentenza, il diritto all’indennità si perde soltanto se il datore di lavoro dimostra di aver specificamente invitato il lavoratore a prendere le ferie e di averlo avvisato in modo chiaro e tempestivo che, in caso contrario, le avrebbe perse senza compenso.

Su chi ricade l’onere di dimostrare che il lavoratore è stato messo in condizione di fruire delle ferie?
L’onere della prova ricade interamente sul datore di lavoro. Deve essere lui a provare di aver adempiuto al suo obbligo di informazione e invito, non il lavoratore a dover dimostrare di non essere stato in grado di goderne.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo specifico caso?
La Corte ha accolto il ricorso del lavoratore limitatamente alla parte relativa all’indennità per le ferie non godute. Ha annullato (cassato) la precedente sentenza della Corte d’Appello su questo punto e ha rinviato la causa allo stesso tribunale per una nuova valutazione basata sui principi di diritto affermati.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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