Estinzione del Giudizio in Cassazione: Cosa Succede Quando si Rinuncia al Ricorso
L’estinzione del giudizio è un istituto processuale che pone fine a una causa senza che il giudice si pronunci nel merito. Uno dei casi più comuni in cui ciò avviene è la rinuncia agli atti da parte di chi ha iniziato il processo. Un recente decreto della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare in dettaglio le conseguenze procedurali di una rinuncia al ricorso nel giudizio di legittimità, con particolare attenzione alla forma del provvedimento e alla gestione delle spese legali.
I Fatti: Dalla Sentenza d’Appello alla Rinuncia in Cassazione
Il caso trae origine da una controversia decisa dalla Corte d’Appello territoriale. Una delle parti, insoddisfatta della sentenza di secondo grado, decideva di presentare ricorso per Cassazione. Tuttavia, in un momento successivo, la stessa parte ricorrente depositava un atto di rinuncia, manifestando la volontà di non proseguire ulteriormente nell’azione legale. A fronte di tale atto, la Suprema Corte è stata chiamata a pronunciarsi non sul merito della questione, ma sugli effetti processuali di tale rinuncia.
La Decisione: Decretata l’Estinzione del Giudizio
La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato l’atto di rinuncia, ha verificato che questo possedeva tutti i requisiti formali richiesti dagli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile. Di conseguenza, ha dichiarato l’estinzione del giudizio. È importante notare che la Corte ha utilizzato la forma del decreto, una procedura più agile rispetto alla sentenza o all’ordinanza, resa possibile dalle riforme legislative del 2016. Inoltre, il decreto ha specificato che non vi era luogo a provvedere sulle spese, poiché le parti intimate non si erano costituite in giudizio per difendersi.
Le Motivazioni: Perché la Rinuncia Comporta l’Estinzione del Giudizio
Le motivazioni alla base della decisione sono squisitamente procedurali e si fondano su norme precise.
1. Validità della Rinuncia: La Corte ha innanzitutto accertato la validità formale della rinuncia al ricorso. Gli articoli 390 e 391 c.p.c. stabiliscono le modalità con cui la parte ricorrente può abbandonare il giudizio. Se queste regole sono rispettate, la rinuncia è efficace e produce il suo effetto principale: l’estinzione del processo.
2. Procedura Semplificata: La decisione è stata presa con decreto. L’articolo 391 c.p.c., come modificato dal D.L. n. 68/2016, ha introdotto questa possibilità per snellire il lavoro della Corte. Quando la rinuncia è rituale e non vi sono questioni complesse da risolvere, il Presidente può dichiarare l’estinzione con un provvedimento più rapido, senza necessità di convocare un’udienza pubblica o una camera di consiglio.
3. Regola sulle Spese Legali: Il decreto non ha disposto nulla sulle spese processuali. La motivazione risiede nel concetto di indefensio delle parti intimate. Poiché la compagnia di assicurazioni e l’altro soggetto convenuto non si erano costituiti in giudizio per presentare le proprie difese, non hanno sostenuto costi legali per questa fase. Di conseguenza, non vi era alcun diritto a un rimborso e la Corte non ha emesso alcuna condanna al pagamento delle spese a carico della parte rinunciante.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Rinuncia al Ricorso
Questo decreto, pur nella sua brevità, offre importanti spunti pratici. In primo luogo, conferma che la rinuncia al ricorso è uno strumento efficace per chiudere un contenzioso in Cassazione, a condizione che sia formalizzata correttamente. In secondo luogo, evidenzia l’efficienza della procedura semplificata tramite decreto, che consente di definire rapidamente i giudizi destinati all’estinzione. Infine, ribadisce un principio fondamentale in materia di spese legali: non vi può essere condanna alla rifusione delle spese in favore di una parte che non ha partecipato attivamente al giudizio, poiché non ha sostenuto alcun onere difensivo.
Cosa succede se una parte rinuncia al ricorso in Cassazione?
Il giudizio di Cassazione si estingue. La Corte, verificata la regolarità della rinuncia secondo gli articoli 390 e 391 del Codice di Procedura Civile, emette un provvedimento che dichiara formalmente la fine del processo.
Per dichiarare l’estinzione del giudizio è sempre necessaria un’udienza?
No. Come stabilito dall’art. 391 c.p.c., modificato nel 2016, quando la rinuncia è valida, l’estinzione può essere dichiarata con un decreto, una procedura più snella che non richiede la convocazione di un’udienza.
Chi paga le spese legali se il giudizio si estingue per rinuncia e le altre parti non si sono difese?
In caso di indefensio delle parti intimate, ovvero se queste non si sono costituite in giudizio per difendersi, la Corte non emette alcuna statuizione sulle spese. Di conseguenza, nessuna parte viene condannata al pagamento dei costi legali.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 22676 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 3 Num. 22676 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 05/08/2025
DECRETO
sul ricorso iscritto al n. 11021/2025 R.G. proposto da:
COGNOME, elettivamente domiciliato in SAN DONÀ DI INDIRIZZO INDIRIZZO DIGINDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE) che lo rappresenta e difende
-ricorrente-
contro
RAGIONE_SOCIALE NOME
-intimati- avverso la SENTENZA della CORTE D’APPELLO di VENEZIA n.2062/2024 depositata il 26/11/2024.
letta la rinuncia al ricorso della ricorrente;
ritenuto che la rinuncia ha i requisiti richiesti dagli articoli 390 e 391 c.p.c.;
che l’estinzione può essere dichiarata con decreto ai sensi dell’art. 391 c.p.c., come modificato dal d.l. n. 68 del 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 197 del 2016;
che nulla va statuito sulle spese, stante l’ indefensio delle parti intimate;
P.Q.M.
Dichiara estinto il giudizio di Cassazione. Così deciso in Roma, il 04/08/2025.