Estinzione del Giudizio in Cassazione: Cosa Succede con la Rinuncia al Ricorso?
L’estinzione del giudizio rappresenta una delle modalità con cui un processo può concludersi prima di giungere a una decisione sul merito della controversia. Un recente decreto della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come questo istituto operi nel grado più alto della giurisdizione civile, in particolare quando una delle parti decide di fare un passo indietro. Analizziamo il caso per comprendere le dinamiche e le conseguenze della rinuncia al ricorso.
I Fatti del Caso
La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Oltre al ricorrente principale, nel giudizio erano presenti altre parti che, a loro volta, avevano proposto dei ricorsi incidentali, ovvero delle impugnazioni autonome contro la medesima decisione. In una fase successiva all’avvio del procedimento, il ricorrente principale ha manifestato la volontà di non proseguire, presentando un atto formale di rinuncia al proprio ricorso. Tale rinuncia è stata formalmente accettata da tutte le altre parti coinvolte nel processo.
L’Estinzione del Giudizio: La Decisione della Cassazione
Preso atto della rinuncia del ricorrente principale e delle contestuali accettazioni da parte dei resistenti e dei ricorrenti incidentali, la Corte di Cassazione ha emesso un decreto con cui ha dichiarato l’estinzione dell’intero giudizio. Questa decisione ha avuto l’effetto di chiudere definitivamente la controversia pendente dinanzi alla Suprema Corte, rendendo definitiva la sentenza della Corte d’Appello che era stata impugnata. La Corte ha inoltre specificato che, data l’accettazione della rinuncia, non era necessario decidere in merito alla ripartizione delle spese legali del giudizio di Cassazione.
Le Motivazioni: L’estinzione del giudizio per rinuncia accettata
La decisione della Corte si fonda su una precisa disposizione del Codice di Procedura Civile, l’articolo 391. Questa norma, modificata nel 2016, stabilisce che la rinuncia al ricorso, se accettata dalle altre parti che hanno un interesse giuridicamente rilevante alla prosecuzione del processo, comporta l’estinzione del giudizio. L’accettazione è cruciale: senza di essa, il giudice dovrebbe comunque decidere sulle spese, condannando il rinunciante a pagarle. In questo caso, l’accordo tra le parti ha semplificato l’esito, permettendo alla Corte di dichiarare l’estinzione con un semplice decreto, senza statuire sulle spese. La Corte ha verificato che la rinuncia possedesse tutti i requisiti formali richiesti dagli articoli 390 e 391 del codice di rito, confermando la piena validità dell’atto e delle conseguenti accettazioni. Di conseguenza, l’effetto estintivo si è propagato non solo al ricorso principale, ma anche a quelli incidentali, ponendo fine all’intera lite in sede di legittimità.
Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questo decreto evidenzia l’importanza degli strumenti deflattivi del contenzioso. La rinuncia al ricorso, quando condivisa dalle controparti, si rivela un meccanismo efficiente per concludere una causa in modo rapido e consensuale, evitando i tempi e i costi di un giudizio di Cassazione. Per le parti, significa poter chiudere una vertenza in modo definitivo, senza l’incertezza di una decisione finale. Per il sistema giudiziario, rappresenta un alleggerimento del carico di lavoro della Suprema Corte. La scelta di non provvedere sulle spese, inoltre, è un incentivo per le parti a trovare un accordo, poiché elimina il rischio di una condanna economica per chi rinuncia.
Cosa comporta la rinuncia al ricorso in Cassazione?
Se la rinuncia viene accettata dalle altre parti che hanno interesse alla prosecuzione del giudizio, essa provoca l’estinzione dell’intero procedimento dinanzi alla Corte di Cassazione.
Se il ricorso viene ritirato, chi paga le spese legali?
Nel caso esaminato, poiché la rinuncia è stata accettata da tutte le controparti, la Corte di Cassazione non ha emesso alcuna statuizione sulle spese. Ciò significa che ogni parte ha sostenuto i propri costi legali per il giudizio di Cassazione.
L’estinzione del giudizio principale si estende anche ai ricorsi incidentali?
Sì. Il decreto chiarisce che la dichiarazione di estinzione riguarda l’intero giudizio di Cassazione, comprendendo quindi sia il ricorso principale sia i ricorsi incidentali presentati dalle altre parti.
Testo del provvedimento
Decreto di Cassazione Civile Sez. 3 Num. 18785 Anno 2025
Civile Decr. Sez. 3 Num. 18785 Anno 2025
Presidente:
Relatore:
Data pubblicazione: 09/07/2025
DECRETO
sul ricorso iscritto al n. 17508/2023 R.G. proposto da: COGNOME, elettivamente domiciliato in ROMA INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE rappresentato e difeso dagli avvocati COGNOME (CODICE_FISCALE, COGNOME (CODICE_FISCALE, COGNOME (CODICE_FISCALE
-ricorrente-
contro
COGNOME, elettivamente domiciliato in RAGUSA INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE che li rappresenta e difende
-ricorrente incidentale-
COGNOME, elettivamente domiciliato in RAGUSA INDIRIZZO presso lo studio dell’avvocato COGNOME (CODICE_FISCALE che li rappresenta e difende
-ricorrente incidentale- avverso la SENTENZA della CORTE D’APPELLO di CATANIA n.824/2023 depositata il 23/05/2023.
letta la rinuncia al ricorso del ricorrente e le contestuali accettazioni dei resistenti e ricorrenti incidentali;
ritenuto che la rinuncia ha i requisiti richiesti dagli articoli 390 e 391 c.p.c.;
che l’estinzione può essere dichiarata con decreto ai sensi dell’art. 391 c.p.c., come modificato dal d.l. n. 68 del 2016, convertito con modificazioni dalla legge n. 197 del 2016;
che nulla va statuito sulle spese, stante l’accettazione della rinuncia da parte delle parti resistenti e ricorrenti incidentali ;
P.Q.M.
Dichiara estinto il giudizio di Cassazione sia quanto al ricorso principale che ai ricorsi incidentali.
Così deciso in Roma, il 09/07/2025.